venerdì 9 aprile 2010

SALES licenzia.....la politica deve fare la sua parte.




Aprendo i giornali locali, questa mattina, ci siamo imbattuti in un articolo (che potete leggere ciccando sull’immagine sopra) di denuncia da parte di un rappresentante della Fillea-Cgil (Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell' Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive). Il sindacalista portava all’attenzione dell’opinione pubblica, il licenziamento attuato da SALES ai danni di un operaio, reo di non aver accettato un trasferimento all’interno della stessa azienda ma a 200Km di distanza. Nella sua “arringa” il sindacalista rimproverava l’intera classe politica per il silenzio riguardo a questo fatto, tirando in ballo “chi nel frattempo chiedeva penali per i ritardi nei lavori sul porto, ma non denunciava questi atti”. Ora,a prescindere dalla posizione di ciascuno sulla scelta politica del porto turistico, riteniamo sacrosanta la denuncia della Fillea. La Sales ha passato il segno in tutti i sensi. Se la Maggioranza, e quindi l’amministrazione, pretendesse dall’azienda che i lavori venissero eseguiti nei tempi e con gli standard di qualità previsti, molto probabilmente non si verificherebbero episodi così gravi.
L’Amministrazione ha una grande responsabilità sulle condizioni di lavoro degli operai e può, riappropriandosi della funzione di controllo che gli spetta per legge, incidere in maniera positiva a proposito del rispetto dei diritti di ciascuno.
Del resto lo vediamo a livello Nazionale: lavoratori di aziende che sono sull’orlo della chiusura o che paventano massicci licenziamenti, si rivolgono ai governi locali e centrali per la salvaguardia del loro posto di lavoro. Perché i diritti guadagnati negli anni da chi ha sacrificato molto a questa causa, non vengano a disperdersi per il solo interesse privato purtroppo spesso colluso, con chi ci amministra e dovrebbe svolgere un ruolo di controllo. Opposizioni comprese.
Nulla c’entra tutto ciò, però, con le penali da corrispondere per il ritardo nell’esecuzione delle opere. Anzi, la scelta aziendale di tirare per le lunghe i cantieri deve, a maggior ragione, essere sanzionata dalle istituzioni. Allora forse SALES, quei lavoratori avrebbe interesse a tenerli qui, e terminare alla svelta quei cantieri aperti.
Raccogliamo dunque ben volentieri l’invito e l’esortazione della FILLEA-CGIL a tenere alta l’attenzione su questi problemi: il fatto che non si fosse a conoscenza di questa problematica, e che la si sia appresa solamente dai giornali, non deve giustificare noi, nè soprattutto chi ci amministra.
E’ normale che un lavoratore in difficoltà cerchi come primo interlocutore un sindacato piuttosto che una compagine politica, ma come tale, una volta a conoscenza dei fatti, chiediamo con forza a questa amministrazione di attivarsi perché sia il “pubblico” a dare l’esempio al “privato”.
Insomma, chiediamo un fermo controllo delle opere, e pressioni sulla azienda: nell’esecuzione di opere pubbliche l’Amministrazione può e deve esercitare la sua funzione di garanzia perché vengano rispettati i diritti di tutti, in primis, i diritti dei lavoratori.


LA REDAZIONE