martedì 5 gennaio 2010

E lo chiamano Giornalismo (Un mese di arretrati - N°2)

Alla vigilia dello scorso Natale, nel pieno dell'ondata di gelo che aveva colpito la penisola, abbiamo assistito all'incredibile pubblicazione da parte di giornali come LIBERO e IL GIORNALE, di articoli davvero deliranti. Articoli dei quali abbiamo deciso di rendervi partecipi(qualora non li abbiate letti) e che ci siamo sentiti in dovere di commentare.

Per una corretta e più completa informazione vi preghiamo di leggere uno di questi due articoli (quello de IL GIORNALE) scaricandolo da QUI. E, solo dopo, di leggere il commento pubblicato sotto. Commento che è pressochè per intero uscito dalla penna di Nicola Bertini, ci preme ricordarlo. Ma che condividiamo in toto.

Un argomento che ci permetterà di introdurre un successivo post sulle centrali a biomasse e le possibili alternative che le energie pulite possono darci, a partire dalla nostra San Vincenzo.



Tonnellate di carta per diffondere Ignoranza e ottusità

Conservate questo raro (purtroppo neppure tanto) saggio di ignoranza. Mettetelo insieme alle decine di commenti da bar sport che avrete sentito nella vostra vita. Si tratta delle medesime parole, cambiano solo le inflessioni dialettali.

Come vien giù un’acquatella estiva, come arriva una gelata a dicembre o si leva un po’ di tramontana, arriverà l’intellettuale che, tra un bicchiere di vino novello e una mano di briscola, solennemente proferisce: “ E poi ci diano che ‘un c’è più ‘r freddo, deh! Senti vi come si pipa.”

Ben venga dunque il giornalismo vicino al popolo, o almeno a quella parte di popolo che, assillato da messaggi contraddittori diffusi da petrolieri e inquinatori d’ogni ordine e grado, continua a giocare a briscola nonostante l’aumento della temperatura del pianeta. Sarà il male di mettere un ventilatore in più!

Per quel giornalismo, e per quella parte di popolo, i contenuti scientifici non contano. Inutile parlar loro di estremizzazione degli eventi atmosferici, di scioglimento dei ghiacciai o di surriscaldamento degli oceani. Al più vi risponderanno che non dovremo più spendere duemila euro per andare a Cuba e fare il bagno in un mare che pare un brodo.

Alcuni, non tanto quelli che giocano a briscola quanto piuttosto alcuni facoltosi signori, si ricorderanno che non sono mai andati a Cuba, a Fortaleza o in Thailandia per il mare caldo e constateranno che nulla cambierà nelle loro vite. Basterà aumentare la potenza del condizionatore.

Oggi esiste il partito dell’amore. Esiste il concetto, tutt’altro che nuovo, del mantenimento della pax sociale a costo della verità. Non turbate la tranquillità delle coscienze dei vostri compatrioti, che già hanno molti problemi, con queste balle disfattiste, pessimiste, catastrofiste del clima.

C’è anche qualcosa di molto più profondo che temiamo si manifesti solo a livello inconscio per questa magistrale penna del giornalismo italiano ma che colpisce l’immaginario collettivo e mette in crisi la nostra società e le sue granitiche certezze.

Dalla Rivoluzione Industriale in poi, l’uomo ha creduto di partecipare ad una sfida a premi con i limiti fisici di questo pianeta. Non si è più trattato di modificare l’ambiente per trarne il sostentamento come in precedenza, si è trattato di una corsa all’abilità nell’aggirare i limiti fisici della terra.

Questo concetto si è instillato nella mentalità comune ed ha dettato le scelte politiche e sociali degli ultimi duecento anni. Certo, ci sono stati dei piccoli incidenti su quella via. Potremmo citare, tra gli ultimi, Cernobyl, Bhopal, le contaminazioni da diossina, le incidenze di malattie tumorali, l’estinzione di una certa quantità di ecosistemi e razze animali.....e molte altre bazzecole simili. Elementi che, da fini pensatori quale il nostro Giuseppe De Bellis, non sono considerati moniti ma sfide, o persino bluff a una partita di poker.

De Bellis è uno del partito dell’amore, sicuramente. Sicuramente non vuol turbare chicchessia incrinando le convinzioni della gente ignara. De Bellis è uno che, come il Cavaliere, ha un paio di coglioni di ferro e se quell’idiota del pianeta bluffa, lui rilancia, ha un bel full servito, lui. De Bellis sa cosa scrive quando parla della glaciazione del pianeta, lui è pronto a giocare fino in fondo la partita a poker con la natura e lasciarla in mutande, quella cretina della natura. De Bellis sa che quando nel pianeta la temperatura sale, il pianeta bluffa........lo fa per sfidare i nostri nervi, no?

Sfidatelo, De Bellis, sfidatene pure l’audacia, il coraggio. Lui lo sa che sono tutte scemenze, che l’uomo può tutto ed ha tutto sotto controllo. Lui si sente al sicuro con “una stufa a carbone, a petrolio o a qualsiasi combustibile inquinante”. Chissà quanto è inquinante, come combustibile, il suo articolo. Certo i fumi della stufetta a oli esausti che s’è messo in camera non ha un bell’effetto sul suo raziocinio.

Basterebbe questa semplice constatazione per passare ad energie più pulite o, più semplicemente ad altre professioni. Un bel vantaggio per l’ambiente, un bel vantaggio per il giornalismo, un piccolo ma significativo vantaggio per il pianeta.


LA REDAZIONE

5 commenti:

d ha detto...

Be' insomma ragazzi... voglio dire... è "il Giornale". Insomma se uno vuole informarsi oggi va su internet o nel migliore dei casi ci sono giornali come "il fatto quotidiano" o "il manifesto" che godono, pur nella differenza di vedute di ottimi giornalisti, oppure uno guarda Report o Annozero.
Comunque un ottimo pezzo Nicola.

sir francis drake ha detto...

Sono d'accordo con l'articolo di Nicola e sono molto interessanti anche le considerazioni di Petrella su "il Manifesto" di domenica 3 gennaio. Sul "il giornale" credo ci sia poco da commentare...

Anonimo ha detto...

Nicola, che penna! Sono in brodo di giuggiole.
Poverrannoi.

Tepuzzo ha detto...

Caro anonimo delle 19:12.......mi sembra che tu prenda a sparare su Nicola Bertini a prescindere.......o dobbiamo pensare che sei d'accordo con quello scritto su IL GIORNALE?
Fra l'altro.....l'hai letto l'articolo del quotidiano di cui sopra, prima di leggere il nostro post? Perchè a me non risulta tu l'abbia scaricato..... ;-)

paesano ha detto...

Dal 23 dicembre , giorno in cui lessi e rimasi colpito dall'articolo del sig. Giuseppe de Bellis, anzichè seguire il suo consiglio iniziale di conservare i quotidiani di riferimento, ho salvato proprio il "suo"articolo. Non sia mai che la Columbia University nei prossimi mesi decida di assegnare proprio al lui il premio Pulitzer.E allora essere in possesso del celebre scritto potrebbe avere un valore non di poco!
All'immancabile delle 19.12 , che con sicura ironia irride alla forma (penso) dell'articolo, anzichè alla sostanza..beh quel "poverannoi" è fin troppo facile rigettarlo tra i suoi piedi, visto che probabilmente solo lì risiede la sua capacità di ragionare.