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giovedì 20 maggio 2010

Pillole dal Consiglio. #1



MOZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE FORUM DEL CENTROSINISTRA PER SAN VINCENZO: POLITICHE URBANISTICHE Qui

Attraverso questa mozione, il FORUM, chiedeva alla amministrazione una decisa svolta nella politica economica e programmatica , verso la parziale conversione dell’attività edilizia (attualmente verso la quasi sola espansione) alla ristrutturazione urbanistica tendente al risparmio energetico e di risorse. Quindi bioedilizia , bioarchitettura e risparmio energetico, con l’introduzione di contributi per chi ristrutturasse in tal senso. Contributi che ovviamente dovevano servire proprio da volano per le ditte edili che troverebbero lavoro (e quindi possibilità occupazionali) in questa nuova risorsa. Le risposte da parte della maggioranza, sono state del tipo “Questa tipologia di approccio bloccherebbe l’economia edilizia, secondo noi, e per quanto riguarda i contributi, già la regione prevede l’erogazione di questi. Sarebbe dunque inutile e anche improponibile un’ulteriore esborso da parte Comunale. Inoltre ci parrebbe scorretto nei confronti dei cittadini che stiamo consultando attraverso il percorso partecipativo, tendere verso una possibile linea politica edilizia che magari si discosterebbe da quello che loro stanno chiedendo attraverso quegli incontri.” Salvo poi smentirsi ribadendo che “nella redazione del Piano Strutturale seguiremo gli indirizzi che ABBIAMO GIA’ approvato nell’avvio al procedimento al PS”. Per quel che riguarda gli incentivi, GIOMMETTI, ha detto che “Lui e i tecnici comunali si sono divertiti a fare un conto della serva di quanto andrebbe messo a bilancio per questa eventuale voce. Senza voler fare propaganda ma conti oggettivi, mettendo in conto un numero di 50 interventi, in cui i contributi agevolativi fossero il 10% della spesa di ristrutturazione, andrebbe messa a bilancio una spesa di 1,5-2 milioni di euro”(ndr Varrebbe a dire che il 10% di ogni intervento medio equivarrebbe a 30.000 euro, ovvero ogni intervento di ristrutturazione ammonterebbe, per GIOMMETTI e i Tecnici Comunali, a 300.000 euro…….fate voi….). DAVIDE LERA e MORANDINI, sono intervenuti dunque per dire che “Gli interventi di GIOMMETTI e maggioranza in generale, ci preoccupano perché dimostrano la totale mancanza di pianificazione: ci venite a dire che non sapete quanto, come e dove costruirete.Vi invitiamo a ricordare che nel programma elettorale avevate delle idee ben chiare in proposito, mentre oggi vi tenete tutto lo spazio disponibile per dire tutto e il contrario di tutto. A noi preoccupa questo tipo di approccio: avevamo già detto in un punto precedente di questa mancanza di conoscenza rispetto agli obiettivi che avreste dovuto prefissarvi. Anche seguendo i dettami del vostro programma elettorale”. Il Sindaco BIAGI intervenendo nel dibattito ha auspicato “la partecipazione degli stessi consiglieri e dei cittadini ai laboratori sul Piano Strutturale, per arrivare ad un qualcosa di più condiviso possibile.” Nella replica del relatore, BERTINI ha subito voluto porre l’attenzione “sul fatto che quando fate due conti con i tecnici chiamate anche noi, almeno ci divertiamo in di più. Perché i conti che avete fatto sono davvero una scemenza: mica abbiamo chiesto ristrutturazione totale di un appartamento o un edificio! Intendevamo anche singoli interventi atti al risparmio energetico quali ad esempio il rifacimento di intonaci con il famoso cappottino termico, o della facciata di un condominio. Interventi che singolarmente costerebbero al cittadino complessivamente 8-10 mila euro, non di più. Così come non potete tirare in ballo i tecnici e i cittadini, da aspettare per redigere un piano strutturale: mica li avete aspettati quando avete fatto e votato gli indirizzi del PS, che stabiliscono le linee guida di quello che poi verrà redatto. Tirate in ballo i tecnici che stanno approntando il piano conoscitivo sui dati del consumo di suolo e di risorse…….ma i dati ce li avete già, ce li ho io: +25% consumo acqua in più, +20% di rifiuti in 7 anni….lo avete scritto voi nei documenti di certificazione ambientale. Come è già venuto fuori negli interventi, anche in altri punti del CC, mica aspettate il parere dei tecnici e dei sanvincenzini per spostare l’area feste. La spostate, certo perché ci sono dei problemi rispetto alle abitazioni lì intorno, ma soprattutto perché nei campi prospicienti è già stato deciso che ci sarà una edificazione massiccia: la SALES ha acquisito da tempo la quasi totalità di quei terreni…..così come la LAZZI i campi di fronte al Guardamare! E lì sapete benissimo che passerà un indirizzo edificativi ben preciso.Ci fa piacere che vi diverta una iniziativa del genere atta a riconvertire parzialmente una attività che sul mercato è in crisi acuta.Ma bisognerebbe almeno dare atto della fattibilità di questa mozione, assumendovi la responsabilità della scelta politica di non essere d’accordo. Ma non lo fate.”

Vogliamo, a margine, far notare un fatto, se volete curioso, ma secondo noi molto indicativo. In questi giorni si sta svolgendo il Forum PA (un forum sulle pubbliche amministrazioni, che tenda a coinvolgere amministrazioni centrali e locali, imprese e cittadini sui temi chiave dell'innovazione) manifestazione a cui è stato dato risalto sui giornali e sullo stesso TELEVIDEO RAI. Ebbene l’argomento principale è stato che, nell’attuale congiuntura di crisi, si intensifichi il dibattito sulla green economy e sulla sua capacità di guidare un nuova fase di crescita dell’economia. Si legge che “lo scopo del convegno è quello di aprire una riflessione sul modello possibile di partecipazione del nostro Paese alla riconversione in senso ambientale dell’economia. Dal punto di vista occupazionale, l’impatto prevalente riguarda la metamorfosi di ruoli e professioni tradizionali, oppure si sta creando una domanda di professionalità contraddistinte del tutto nuove ed originali? Tra gli elementi incentivanti, quale ruolo sta giocando e quale potrà giocare in prospettiva la pubblica amministrazione centrale e locale? Quello che è certo è che la capacità della green economy di trasformare la sfida climatica in crescita economica e occupazionale dipenderà fortemente dalle politiche messe in atto per accompagnarne lo sviluppo”. Marco Baldi, responsabile Territorio e Istituzioni periferiche del Censis, ha affermato che “L'economia verde è uno strumento utile non solo per tutelare l'ambiente e le generazioni future, ma anche un approccio per il rilancio del sistema produttivo e dell'occupazione. Il problema del nostro Paese -ha sottolineato Baldi- è che al momento l'occupazione è generata dalla green economy, soprattutto nel settore delle rinnovabili e, molto spesso, è un'occupazione temporanea legata all'installazione e alla produzione energetica da fonti rinnovabili. Quello che dovremo cercare di fare, in futuro, è sviluppare nuove tecnologie in questo settore, così da diventare protagonisti di questa torsione verde dell'economia".Lo stesso EPIFANI non più tardi di due settimane fa affermava “Andare verso un'economia green produrrebbe in tre anni 70.000 posti di lavoro, con una forte propensione negli anni a venire. Un piano di micro opere infrastrutturali da realizzare a livello comunale, tramite una flessione intelligente del Patto di stabilità interno, aggiungerebbe 150.000 posti di lavoro"


Ma purtroppo,a San Vincenzo è troppo difficile pensare di forzare la mano a quei poteri che sostengono l’amministrazione e ne determinano le scelte, chiedendogli di investire nello sviluppo e riconversione parziale della loro attività, quando è invece più facile e immediato accedere con i mezzi e le capacità attuali agli stessi guadagni ottenuti magari con accomodanti scelte d’indirizzo.

LA REDAZIONE

martedì 19 maggio 2009

PRIMA CASA. Una ricetta del FORUM!


Vorrei cercar di spiegare un punto importante del programma del Forum di Centrosinistra, ovvero la nostra ricetta per il problema casa per chi non ha le possibilità economiche di accedere ad un mutuo alle attuali condizioni di mercato (soprattutto a causa degli alti prezzi degli immobili), o anche per chi ha difficoltà nel pagamento di un affitto.
Il FORUM propone il ritorno ad un “piano-casa” di tipo popolare,quindi alloggi a prezzi di acquisto o di canone favorevoli per il sociale.
Una delle soluzioni, innovative nel nostro territorio, e che noi proponiamo è quella dell’AUTOCOSTRZIONE. Ma vediamo più nello specifico cos’è.
Intanto è bene specificare che oltre ad essere un argomento già normato, ci sono cooperative a livello nazionale che si occupano di tutti gli aspetti connessi con questa tipologia edilizia:da quelli burocratici a quelli di affiancamento, a quelli progettuali. La più importante è ALISEI (http://www.alisei.org/)
Riporto per maggiore completezza, anche di esposizione, quello che è specificato sul loro sito e che descrive molto bene le finalità di questo tipo di progetti, la fattibilità, e la loro organizzazione.

Si tratta di un processo di produzione dell’habitat nel quale i futuri proprietari realizzano materialmente le proprie abitazioni, all’interno di un gruppo organizzato.La pratica di costruire con la propria fatica fisica la casa in cui si andrà ad abitare, è molto antica ed affonda le sue radici nell’esigenza di soddisfare comunque un bisogno primario, indipendentemente dalla scarsità delle risorse economiche disponibili. L’impegno degli autocostruttori a prestare la propria opera manuale in cantiere per un numero prestabilito di ore, consente un forte contenimento dei costi di costruzione; ma le ore di attività, contabilizzate e monetizzate, rappresentano anche un valore economico che andrà ad aggiungersi a quello finale delle abitazioni. Il lavoro degli autocostruttori rappresenta dunque una sorta di capitale immobilizzato da ciascuno di loro.
Va precisato che oggi l’autocostruzione non è un lavoro artigianale autogestito, un bricolage o una attività del tempo libero. È una pratica edilizia con precise modalità e tecnologie costruttive, diretta ed assistita da professionisti. Per questo il prodotto architettonico dell’autocostruzione non può essere collocato in una sorta di sottomercato rispetto a quello regolare dell'abitazione; presuppone infatti l'esistenza di conoscenze, professionalità, metodologie, modalità e certificazioni nel corso dell’intero processo edificatorio.Sul piano metodologico due sono gli elementi cardine dell’autocostruzione associata: la partecipazione in gruppo dei futuri proprietari all’atto fisico del costruire e l’affiancamento di un organismo di mediazione. E' fondamentale la formazione del gruppo, perché costituisce un know how associato, importante per l’economia generale del progetto, ma soprattutto perché dà forza e determinazione collettive all’intendimento di costruire la propria abitazione. La “squadra” deve essere responsabilizzata in ogni fase del processo edilizio ed essere sostenuta durante tutto il percorso (dalla costituzione della cooperativa alle varie fasi dell’edificazione). Il fatto che ogni nucleo familiare sia tenuto a lavorare alla costruzione di tutte le case indistintamente fino alla loro ultimazione (l’attribuzione dei singoli alloggi avverrà solo a case ultimate e per tiraggio a sorte) spinge a condividere un impegno fisico per raggiungere un obiettivo comune. Si creeranno così forti legami che potranno essere alla base di buoni rapporti di vicinato. L’affiancamento di un organismo di mediazione, invece, punta a stimolare ed accompagnare la squadra prima e durante il processo di costruzione, questo poichè estraneo da qualsiasi logica di profitto, lavora alla risoluzione dei problemi e dei conflitti che dovessero insorgere. L'organismo di mediazione deve necessariamente avere conoscenze e competenze perchè si propone come strumento operativo che si occupa di:- attivazione del consenso all’iniziativa;- ricerca e selezione di nuclei familiari seriamente interessati a rendere effettivo il loro desiderio di una abitazione in proprietà (e determinate a farlo in forma associata);- ricerca di agevolazioni creditizie;- sostegno nelle pratiche urbanistiche;- ricerca sul territorio del gruppo di professionisti cui competerà la progettazione edilizia, la direzione e l’assistenza in cantiere;- mediazione e al tutoraggio per tutta la durata del processo di edificazione.
Il percorso dell’autocostruzione consta di una serie di attività sintetizzabili in fasi che precedono ed accompagnano quella stessa del costruire. Si tratta infatti di:

- individuare Amministrazioni pubbliche disponibili a promuovere e sostenere l’iniziativa;

- individuare aree sulle quali edificare, di preferenza in terreni di edilizia popolare;

- promuovere la conoscenza dell’iniziativa presso l'opinione pubblica locale;

- sensibilizzare e coinvolgere nuclei familiari, italiani e stranieri;

- selezionare i beneficiari e costituire la cooperativa edilizia di autocostruttori:

- sollecitare l’assegnazione degli eventuali terreni di edilizia popolare alla cooperativa;

- contribuire alla scelta dei professionisti che si incaricheranno del progetto edilizio e della definizione dei suoi costi;

- individuare l’istituto di credito disponibile ad erogare il mutuo;

- adempiere le pratiche amministrative necessarie;

- aiutare nella ricerca di professionisti competenti ed esperti per la progettazione e l’assistenza tecnica;

- formare gli autocostruttori al lavoro di squadra e garantire una mediazione nel corso dei lavori di edificazione;

- stimolare buone relazioni tra gli autocostruttori e la comunità locale;

- contribuire a mantenere all’interno del cantiere rapporti di convivenza interetnica e di coesione sociale.

Particolare impegno deve essere prestato dall’organismo di mediazione alla selezione dei potenziali autocostruttori. Si tratta infatti di una operazione rilevante ai fini del successo di un’iniziativa che è rivolta a gruppi multietnici, per i quali non si tratta di soddisfare solo un bisogno abitativo, ma anche di intraprendere un percorso comune di convivenza che non è di per sé scontato. I potenziali autocostruttori debbono infatti essere persone di differente appartenenza etnica, soggetti in condizione di disagio abitativo, comunque in grado di far fronte al costo di un mutuo ipotecario, disponibili a prestare la loro opera manuale all’interno di un gruppo organizzato e quindi realmente determinati a mettere a disposizione il tempo necessario all’iniziativa.”


C’è da precisare una cosa: non è che un comune come San Vincenzo contattando ALISEI possa poi ottenere la progettazione e successiva Autocostruzione di 100 alloggi a basso costo, perché si cadrebbe in ulteriori speculazioni che noi non vogliamo ma che è la stessa ALISEI a non volere.essa infatti stabilisce, a seconda delle necessità e della tiologia del Comune, un numero basso di alloggi (generalmente tra 10 e 20) da costruire con queste modalità. Ma ritengo sarebbe una risposta importante e immediata alla ricerca di una Prima abitazione.

Come si vede questo tipo di progetto è non solo fattibile, ma già applicabile da subito.

Ulteriori approfondimenti li metterò a livello di commento, visto che già questo post iniziale è diventato lunghissimo....


TEPUZZO