domenica 25 luglio 2010

SAN GIOVANNI........'UN VOLE INGANNI!




Tralasciammo qualche mese addietro la descrizione di una delibera di CC sull’UT San Giovanni. La riprendiamo oggi, alla luce degli ultimi avvenimenti e speriamo, nella maniera più comprensibile a tutti, ripercorrendo l’iter di questo delicato atto fin dai primi anni 2000.

-1998: Approvazione Piano Strutturale dove all’interno viene chiaramente detto "duemila metri quadri più 30% se l’intervento viene fatto entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento urbanistico"

-2000: Approvazione Regolamento Urbanistico (Se l’intervento edilizio nella UT San Giovanni viene realizzato entro 3 anni da ora, si può aggiungervi un +30% di metratura in più)

-2003:
Amministrazione proroga l’incentivo del 30%. Ma c’era un parere discorde. Un parere della Provincia di Livorno che fa una osservazione e dice,riguardo al 30%, “infine non sembra ammissibile applicare un ampliamento del 30% della SLP – nel 2003 lo dice l’architetto Parigi – visto che la norma permette tale modalità solo se l’intervento di sostituzione edilizia è realizzato entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento urbanistico e questo è entrato in vigore nel marzo 2000, quindi tale opportunità non è applicabile. Mauro Parigi dirigente del Settore 6 della Provincia di Livorno” L’interpretazione data dai tecnici comunali fu che, REALIZZATO era un termine ambiguo e che secondo la loro interpretazione poteva voler dire aver presentato una istanza, un disegno, una INTENZIONE DI, in Comune…..per dedurre come realizzato l’intervento. Questa controdeduzione (rispetto al parere della Provincia) narrava le seguenti parole:” È ammissibile applicare un ampliamento del 30% della SLP, visto che la norma permette tale l’intervento di sostituzione edilizia nelle modalità del piano attuativo approvato e redatto entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento urbanistico e questo è entrato in vigore nel marzo 2000 quindi, tale opportunità non è applicabile” ?????
(Non sono fesserie, avete letto bene, e se non avete capito rileggete bene, e se non capite ancora…….E’ NORMALE!)

-2006: Sulla pressoché identica delibera approvata a Marzo 2010 (che dopo vedremo) si consumarono vari strappi all’interno della maggioranza: una seduta del Consiglio Comunale annullata per mancanza del numero legale(grazie all’abbandono dell’aula dell’allora consigliere di minoranza di destra Massimo Nannelli), un Assessore si allontanò per fatti personali dalla seduta e non votò l’atto, un consigliere si dimise e non venne più per motivi di lavoro…..una delibera che probabilmente faceva paura a molti, anche a causa dell’esposto alla Procura preannunciato e poi inoltrato. Una delibera che intendeva, ancora una volta, estendere il diritto a costruire un +30% su quell’area ben oltre i 3 anni dall’approvazione del Regolamento urbanistico, e ulteriormente rispetto alla proroga data dall’amministrazione nel 2003 (nonostante il parere discorde della Provincia, come visto).

-2010: in data 11 Marzo, viene approvata in consiglio comunale questa nuova Variante al Piano Attuativo di San Giovanni, con cui si concede (nel 2010) di realizzare quel 30% in più nonostante siano trascorsi 10 anni dall’approvazione del Regolamento Urbanistico. Se ripercorrete…..l’intervento doveva essere REALIZZATO entro 3 anni dall’adozione di tale RU……fate le vostre deduzioni, ma….Molti sono i consiglieri nuovi, “vergini” in questo consiglio comunale, e nonostante le rimostranze fatte dalle opposizioni (anche dal Gruppo LERA) e gli avvertimenti a non votare un atto palesemente fuori dalle norme, si è dunque proceduto alla votazione dell’atto, coi voti favorevoli dei consiglieri di Maggioranza, senza che nessuno chiedesse chiarimenti. Eppure le opposizioni avevano messo a disposizione tutti i documenti del caso, anche in Commissione, affinché ci si potesse rendere conto di ciò che si andava a votare. Ricordiamo che in generale, la responsabilità di far passare una delibera in CC è dei consiglieri stessi, e non della Giunta (gli assessori). Durante gli interventi, fu ribadito che l’esposto alla Procura sarebbe stato aggiornato in seguito a questa delibera.

-2010: 01 LUGLIO, i privati “costruttori” chiedono INCREDIBILMENTE di rinunciare a costruire quel 30% in più! Ora, se il privato voleva costruire meno di quanto concessogli, poteva farlo senza passare dal Consiglio Comunale, ma guarda caso si passa dal CC per far passare una delibera che avesse tutti i crismi di legalità e legittimità. In poche parole si è fatto in modo che il privato si accollasse la responsabilità di far rientrare nella legalità questo atto. Alla fine giungendo a ciò che il Forum da 7 anni diceva. Il Privato si trova ad avere promesse da parte dell’amministrazione, di poter costruire TOT, promesse che l’Amministrazione non può mantenere in quanto male interpreta il Piano Strutturale vigente e i RU successivi. E alla fine deve intervenire in primis per “ripulire” ben bene chi quell’atto, fuori dalle norme, l’aveva approvato…. Per lo stesso LERA “è vergognoso venire in Consiglio Comunale per far approvare un atto completamente opposto a quello approvato tre mesi prima. Un atto approvato per totale alzata di mano da tutti i Consiglieri di Maggioranza, senza nessun intervento in merito, né prima né dopo. E’ ora lampante la paura che l’approvazione di un atto di questo tipo genera nei consiglieri e in questa amministrazione: e cioè che quella delibera non fosse buona, non fosse a posto!”

Fate vobis.


LA REDAZIONE

martedì 20 luglio 2010

Porto e dintorni





Diamo inizio ad una rassegna di "pillole" informative sugli accadimenti locali: non riteniamo sia il caso di appesantire con post lunghi e complessi la lettura estiva di questo blog.
Argomenti importanti, notizie che la cittadinanza ignora o vuole ignorare, affrontate con schiettezza, in maniera diretta e risoluta. Ma vogliamo comunque tenere i nostri lettori informati, attivi e attenti alla vita pubblica della nostra cittadina. Cominciamo.....


Nel frattempo che i lavori vanno avanti (ed era FINITO……) si apre la COOP: piccola e con prezzi più alti del supermercato principale……ma andate a chiedere ad una settimana dalla sua apertura come stanno andando gli affari per i piccoli commercianti in diretta concorrenza. A detta del sindaco questa è una ulteriore occasione occupazionale per i sanvincenzini: 3 nuovi posti di lavoro vengono, ma due negozi potrebbero chiudere e 4 persone col posto di lavoro, diretto o indiretto, andrebbero, e avremmo così un bilancio negativo.
Intanto vediamo il sorgere di strani cartelli, dal dubbio significato. Chiediamo anche il vostro aiuto per l’interpretazione. Grazie.





Nel frattempo una cittadina cade in piazza del “Kimera”. Perché cade? Improvvisamente si azionano gli irrigatori, spruzzando, invece che nelle aiuole, sul marciapiede prospiciente. La signora per non fare il bagno cerca di spostarsi repentinamente, ma inciampa in un’area di betonelle sconnesse (alcune mancanti) e cadendo si rompe il polso. L’indomani la signora si reca in Comune per denunciare l’accaduto e le risposte sono del tipo: quella è area di cantiere (e come mai è allora aperta al pubblico? ) e poi non siamo noi i responsabili, essi sono individuabili nel privato costruttore ovvero la Sales.
Non c’è mai nessun responsabile in questo Comune, non se individua uno che è uno!
Non si fanno passare i disabili all’ingresso della ZTL, ma né il Comune né i vigili si ritengono responsabili per questo. Lo scaricabarile è lo sport preferito. La gente si chiede ancora, ad esempio. come mai il Verdi sia costato di più nonostante i tempi per la consegna siano stati il doppio. Responsabili zero. Soldi pubblici spesi in più: 100.000€.

ULTIM'ORA: Passando verso le 13 dalla Piazza accanto alla Torre, non abbiamo più notato i cartelli sopra fotografati. Questo li rende ancora di più un inquietante mistero... Qual'era il loro significato? Perché adesso sono stati tolti? Non c'è più il divieto? La piazza adesso regge? Ricompariranno? Erano forse un messaggio in codice o un messaggio alieno? Aiutateci a capire di più, chiedete, domandate e riportate.


AGG. Ore 19:45 20-07-10: sollecitati dal commento dell'utente BUDDA, ci siamo recati a vedere il cartello da lui segnalato. Lo abbiamo fotografato e ve lo riportiamo sotto. Non ci sembra che rechi lo stesso tipo di messaggio da lui segnalato, e non sappiamo al momento il perchè dello sverso dei nuovi massi lungo la diga. Però vogliamo dire una cosa. Se possiamo capire il declino di responsabilità in caso passeggiate lungo la diga durante le mareggiate, non possiamo accettare un ulteriore scaricabarile per tutto il resto. Il cartello è redatto con due distinti discorsi. Il secondo declina ogni responsabilità per sosta di persone , animali o cose. Cominciate a renderla accessibile secondo ogni più elementare norma di sicurezza, poi possiamo parlare d'altro. Già dalla foto si evince in che condizioni versa ancora il primo tratto....e tralasciamo il resto.




LA REDAZIONE


giovedì 15 luglio 2010





Report firme al 25 maggio per la provincia di Livorno

Obiettivo prefrissato:4.211
Raccolte:5.920
Val Di Cornia: 1642




Professor Ugo Mattei, docente di Diritto Civile a Torino ed estensore insieme ad altri professori universitari dei referendum, un milione di firme per dire «no» alla privatizzazione dell’acqua…

«È un successo. Nel nostro Paese nessun altro referendum ha raccolto tanto. Contiamo anche di superare agevolmente il controllo di ammissibilità della Corte costituzionale, visto che i referendum sono stati redatti da sei docenti».

Anche il decreto Ronchi che volete abrogare, però non mette in discussione che l’acqua sia un bene di tutti. Cosa volete in più?

«Togliere l’obbligatorietà della privatizzazione dell’acqua entro la fine del 2011. Togliere dalla bolletta quel 7% di aliquota che pesa sui consumatori a beneficio degli investitori privati. Rendere non più possibile la gestione privatistica dell’acqua nel nostro Paese».


I sostenitori del decreto Ronchi dicono che lo chiede il mercato. E che nel nostro Paese non c’è alcun rischio perché di acqua ce n’è tanta. Cosa risponde?

«Anche in Kuwait c’è molto petrolio. Bisogna vedere chi lo utilizza. A Enna esiste una fonte importante ma i rubinetti sono a secco. Il gestore privato preferisce imbottigliare. Così se uno vuole bere, anziché aprire il rubinetto deve andare al supermercato».

È un problema di costi?

«Le fonti nel nostro Paese sono del Demanio in concessione ai privati. Imbottigliare genera un profitto di mille volte. L’acqua così costa seicento volte quella del rubinetto».

Però nel decreto si dice apertamente che non verrà privatizzata la gestione delle reti.

«Chi controlla il bene acqua controlla tutto. Se prezzi e distribuzione sono in mano ai privati vedo difficile che un piccolo Comune possa esercitare efficacemente le funzioni di controllo».

In Italia si disperde il 37% dell’acqua. Gli investimenti privati non garantirebbero un maggior risparmio?

«È vero che se ne disperde così tanta. Ma di più dove l’acqua è gestita dai privati come in Sicilia. Il sistema pubblico in molti posti funziona. Cuneo è una realtà virtuosa. A Torino la gestione dell’acqua va abbastanza bene. Un’analisi degli investimenti ci dimostra che gli enti pubblici investono più dei privati. Però non sarà certo un caso che di fronte alla possibilità della privatizzazione, le società che gestiscono l’acqua in Borsa vadano particolarmente bene».

È la legge del profitto.

«La scarsità dell’acqua in tutto il mondo sta portando le multinazionali a correre per cercare di accaparrarsi ogni risorsa idrica. Chi controlla l’acqua controlla una fonte di profitto ingentissima. Non si può vivere senza bere. Ma l’acqua è un bene troppo prezioso per essere gestito avendo in mente solo il profitto».

Ma così non si spezza un circolo virtuoso? Chi investe garantisce una migliore distribuzione…

«La gestione dei servizi idrici “for profit” comporta storicamente una riduzione degli investimenti ed un aumento dei prezzi. A Parigi lo hanno già capito. Il Comune dopo che per venticinque anni due multinazionali si sono spartite il mercato dell’acqua, è tornato a una gestione pubblica. E si sono abbassate le tariffe e sono aumentati gli investimenti».

martedì 6 luglio 2010

Se la torre pende a destra





Da "Il Fatto Quotidiano"

A Pisa, lo sapete, c’è la Torre. Solo che prima pendeva a sinistra, poi, da qualche anno, ha cambiato direzione.
A compiere il miracolo non è stata una delle solite archistar, ma il Pd e il suo sindaco Marco Filippeschi, noto dai tempi del liceo col nomignolo di Filippescu. E in effetti il griogiore della nomenklatura tardo sovietica è tutto quello che rimane del suo passato da militante comunista.

L’ultima battaglia si chiama Rebeldia. E’ questo il nome che si è dato il cartello di 30 associazioni che 5 anni fa è entrato, col consenso del comune, in un megadeposito in stato di degrado avanzato dell’azienda dei trasporti locali e l’ha trasformato nel luogo più vivace di tutta la città. Dal mercatino del GAS alla parete per le arrampicate, dai corsi di italiano per stranieri ai laboratori di informatica, passando per cineforum, biblioteche, sale concerti e chi più ne ha più ne metta, a Pisa non c’è attività sana per il corpo e per la mente che non passi di qua. E il tutto, ovviamente, a costo zero per l’amministrazione locale.

Per Pisa, città rossa in cerca di nuova identità, una manna dal cielo. Ma Filippescu al cielo non c’ha mai creduto, e così deve aver pensato che quella roba lì era troppo bella per essere vera. Molto meglio pensare a cose più concrete, e così al posto del centro sociale sorgerà (con i soldi di chi, non si sa) una palazzina di 7 piani da 2.000 metri quadrati l’uno, tutta a disposizione degli uffici pubblici più svariati.
Il processo per cacciare fuori Rebeldia doveva iniziare a settembre. Ma a settembre la città è piena, e la città è tutta con Rebeldia. Ecco allora che Filippescu decide di combattere la sua battaglia dell’estate: anticipare il processo di un paio di mesi per arrivare allo sgombero forzato in agosto, quando a difendere Rebeldia ci saranno soltanto i turisti low-cost della Ryan Air che approdano a migliaia al locale aeroporto Galilei, l’unico al mondo pensato e costruito proprio in mezzo alla città, alla faccia dell’inquinamento acustico.

E’ l’ennesima dimostrazione dell’amore smisurato che l’amminsitrazione prova per il cemento. Una passione che è diventata amore incondizionato quando in città è sbarcato il costruttore siciliano Andrea Bulgarella. Report lo aveva intervistato qualche anno fa per chiedergli perché, nonostante avesse numerosi cantieri in quel di Trapani, dal 2000 avesse smesso di comprare il cemento dalla Ericina, il cementificio locale sequestrato alla mafia, rimesso in piedi sotto lo stretto controllo dello stato e boicottato da tutti i costruttori della provincia.

A Pisa Bulgarella ha trovato l’eldorado: i 120 mila metri quadrati del centralissimo ospedale Santa Chiara da trasformare in villaggio residenziale di lusso, le caserme in via di dismissione da trasformare in centri commerciali e alberghi, il contestatissimo porto commerciale da costruire sulla foce dell’arno e anche una nuova torre ipertecnologica nella periferia meridionale della città. Il tutto in una città dove su 100.000 abitanti scarsi si contano quasi 5.000 appartamenti sfitti, 150 dei quali di proprietà del costruttore locale Giuseppe Pampana. Sono di proprietà di Pampana, ad esempio, gli appartamenti di via Marsala che a marzo 8 famiglie ridotte alla disperazione dall’emergenza casa e dalla crisi hanno deciso di occupare. Poco male, visto che erano stati ultimati nel lontano 2002 e da allora erano rimasti inutilizzati. Eppure, appena due mesi dopo ecco il blitz di una settantina di agenti in tenuta antisommossa.

Le famiglie allora, con tanto di figli al seguito, si accampano con le tende in una piazza del centro, e danno inizio a un lungo sciopero della fame. Ma Filippescu in quei giorni ha altro a cui pensare. La città si sta preparando all’arrivo del ministro Maroni. Missione: firmare il “patto per la sicurezza” che prevede la realizzazione di un piano di videosorveglianza, il contrasto all’abusivismo commerciale e l’emanazione di ordinanze più efficaci nella lotta ai comportamenti “anti decoro”. Il tutto in una città dove i reati, da anni, sono costantemente in calo.

E visto che la migliore difesa è l’attacco, proprio mentre il sindaco flirta con la lega e abbandona le famiglie al loro destino, a scombinare le carte in tavola ci pensa il vero uomo forte del Pd locale, Paolo Fontanelli, ex-sindaco e responsabile nazionale del partito per il settore sanità. “Ciò che sta avvenendo a Pisa in queste settimane – scrive sul suo blog subito ripreso dalla stampa locale – riporta al centro una certa sinistra che preferisce che governi la destra anziché il centrosinistra”. Un capolavoro di retorica politichese, nella speranza che l’uso copioso dei termini “centro”, “sinistra”, “destra” e “centrosinistra” ovvino alla totale assenza di contenuti. Secondo Fontanelli a “seminare per la destra” sono le 8 famiglie accampate, le 30 associazioni di Rebeldia, le varie testate locali di controinformazione che da anni si battono contro il partito del cemento, e le forze politiche che condividono queste battaglie. Maroni invece è un interlocutore affidabile.

Da allora è passato oltre un mese, le tende sono state sgomberate a suon di calci dai vigili urbani, Rebeldia si prepara a resistere all’ormai scontato sgombero agostino, e si dice che Filippescu si sia fatto scortare dai vigili anche per andare a vedere la recita di fine anno di sua figlia. I tempi di Luigi Bulleri, storico sindaco comunista famoso per aver requisito centinaia di appartamenti sfitti per destinarli alle famiglie in difficoltà sembrano tramontati per sempre, e sulla città incombe l’ombra di una torre che ormai pende sempre più a destra.


P.S. Il gran Caldo e gli impegni personali ci tengono spesso lontani dal PC. In attesa di riprendere la pubblicazione "originale" vi lasciamo un articolo di siucro interese, per chiunque non l'avesse letto. Una buona estate calda a tutti.

LA REDAZIONE