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mercoledì 1 aprile 2009

Sospetto diffuso

Saremo dei professionisti della demagogia, diremo sempre "no" a tutto, non proporremo mai niente, ma una piccola proposta la lanciamo con tutte le nostre energie.
Dopo che, nell'ultimo consiglio comunale è stato approvato il bilancio di previsione con 10.000€ per disoccupati e cassintegrati e 290.000 per la progettazione del Piano Strutturale e soprattutto
DOPO CHE IL SINDACO C'HA CANDIDAMENTE SPIEGATO COME ANCHE I SOLDI PER INCARICHI A PROFESSIONISTI ESTERNI SIANO CONTRO LA CRISI: SONO PUR SEMPRE SOLDI CHE RILANCIANO L'ECONOMIA FINENDO NELLE TASCHE DI QUALCUNO ...

... ci siamo sentiti in dovere di proporre questo ordine del giorno:

Oggetto: implementazione fondo di sostegno a cassintegrati e disoccupati.

Visto il bilancio di previsione 2009;

Considerata l’esiguità del fondo destinato al sostegno a cassintegrati e disoccupati che ammonta solo a 10.000 €;

Visto che le risorse disponibili nel bilancio permettono all’Amministrazione di prevedere 290.000 € per la progettazione del nuovo piano strutturale;

Viste le risorse disponibili per gli incarichi relativi alla certificazione EMAS;

Viste le risorse disponibili per mantenere all’interno della struttura comunale quattro dirigenti e cinque posizioni organizzative;

Il Consiglio Comunale

Impegna l’Amministrazione ad incrementare seriamente i fondi a sostegno di cassintegrati e disoccupati tagliando anche sui capitoli sopra richiamati;

Impegna l’Amministrazione Comunale ad attivare le procedure necessarie per creare prospettive lavorative temporanee per i disoccupati.

E mi viene il sospetto che non siamo noi ad essere quelli poco seri, quelli del no, quelli lontani dalle esigenze della cittadinanza, i demagoghi, gli ideologizzati. Se questo sospetto si diffondesse?

BerN

martedì 24 marzo 2009

Chiamiamo le cose con il loro nome.

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Mentre i commenti al post precedente esondano obbligandomi a ricordare a tutti che è sempre bene non cedere alle provocazioni, mentre ricordo che domani pomeriggio ci vediamo alla Sala Multimediale per organizzare il nostro lavoro e portare avanti il programma, ecco un ordine del giorno "birbante" per il prossimo Consiglio Comunale.
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Oggetto: modifica del nome del paese in "Città di San Vincenzo Sales"
Considerato il ruolo svolto dalla società Sales quale propulsore dell'economia locale, in particolare attraverso la costruzione e gestione del nuovo porto turistico;
Considerato l'esemplare sinergia registrata in tanti anni tra la società Sales, soggetto privato, e l'Amministrazione comunale di San Vincenzo, soggetto pubblico;
Vista la trasformazione irreversibile della fisionomia urbanistica e più estesamente del contesto ambientale, già attuata, che lega l'immagine del paese a tali scelte e alla loro realizzazione per omnia saecula saeculorum;
Dato che nella Provincia di Livorno esiste un illustre precedernte di toponomastica aziendale: il Comune di Rosignano Marittimo che ha completato il nome della propria frazione con il cognome del fondatore della omonima società Solvay;
Assodata la convergenza delle finalità amministrative del soggetto pubblico, l'A.C., con quelle del soggetto privato, la Società Sales sempre, naturalemente in vista del bene della comunità tutta;
Visto l'ordinamento del sistema delle autonomie anche per ciò che attiene alla concessione del titolo di città;
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Il Consiglio Comunela impegna l'A.C.
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ad intraprendere sollecitamente l'iter necessario ad inoltrare alla Regione Toscana la richiesta di modifica del nome del paese aggiungendo al nome del santo patrono quello di Sales, sentità la società omonima;
a sollecitare il ministero dell'interno perché predisponga la proposta necessaria al DPR per l'attribuzione del titolo di Città trovando motivazione nel raggiungimento dell'attuale status di Comune insigne per ricordi, monumenti storici e, soprattutto, per grado di importanza.
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BerN
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mercoledì 12 novembre 2008

La Scuola consiglia

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Affollato il Consiglio Comunale aperto di ieri sulla Scuola.
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Molti i cittadini che hanno preso parte al dibattito con interventi (tutti contrari ai tagli Tremonti Gelmini) che hanno arricchito di contenuti e di esperienza la discussione.
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Occorre però registrare che il fronte dei contrari è tutt'altro che coeso. Se il Sindaco ha aperto il Consiglio dicendo che le proteste di queste settimane hanno già ottenuto alcuni risultati (ma quali?) per poi concludere, dopo le pesanti sollecitazioni sia del gruppo del Forum sia dei cittadini intervenuti, con un sostegno un po’ stentato al referendum abrogativo, l’area socialista, che pure ha basato la campagna elettorale 2008 sulla difesa della scuola pubblica, invita all’ONOREVOLE COMPROMESSO.
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In che cosa possa sostanziarsi “l’onorevole compromesso” nessuno l’ha specificato. L’espressione rimane quindi assai misteriosa: sarà un malizioso riferimento alla quantità di indagati e condannati presenti in Parlamento? Per altri “onorevoli compromessi” in Italia non c’è proprio spazio.
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Mentre una maggioranza schiacciante legifera la cancellazione de facto della scuola pubblica appare incredibile l’idea di scendere a patti. A chi giova una tattica di dialogo e confronto, rilanciata dal PD per bocca di Veltroni e ricordata da Camerini nel suo intervento di ieri? Il Vicesindaco, dopo una lucida analisi dei tagli, si è augurato che l’iniziativa del segretario nazionale PD – che si concretizza nella richiesta del congelamento del provvedimento e riapertura del dialogo con le parti sociali – abbia successo. Da qui le domande: a cosa si mira realmente con questo patteggiamento al ribasso? Cosa si spera d’ottenere?
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È l’impianto della “riforma” che deve essere rigettato nella sua totalità senza esitazioni e tentennamenti perché determina una subalternità della scuola pubblica alla scuola privata, perché favorisce i cittadini abbienti a discapito degli altri, perché ghettizza i figli dei migranti, perché penalizza i diversamente abili, perché si ispira ad un disegno di società classista, razzista e fortemente autoritario, un disegno in sintesi che non può essere emendato.
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L’unica via “onorevole” in questo momento per i partiti che vogliano dimostrare di avere davvero a cuore la Pubblica Istruzione – magari facendo più di un passo indietro dalla riforma Berlinguer – è quella di sostenere la lotta generosa di studenti, insegnati, genitori contro il provvedimento reazionario ed autoritario della Gelmini e viaggiare speditamente verso il referendum abrogativo. Referendum che possiamo e dobbiamo vincere come abbiamo vinto due anni fa quello sulla “riforma” della Costituzione del centrodestra.
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Per indire il referendum bastano le classiche 500.000 firme e/o 5 consigli regionali. Quindi, pur facendo la raccolta di firme anche per motivare e cementare l’opinione pubblica attorno alle ragioni del fronte contrario alla Gelmini, basterebbe che 5 dei 14 Consigli regionali del PD si esprimessero e il referendum sarebbe realtà. Cosa stanno aspettando?
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Allora, ma allora soltanto, con la vittoria del referendum in tasca e la legge 137 abrogata, sarebbe possibile, da una posizione di forza conquistata con la lotta, fare pressione sul governo affinché cessi la scandalosa pratica anticostituzionale dei finanziamenti pubblici alle scuole private e perché nuove risorse vengano investite sulla scuola pubblica di ogni grado per le retribuzioni dei docenti, la stabilizzazione dei precari, l’edilizia scolastica, le attività di laboratorio, la ricerca universitaria …
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Quello diventerebbe un onorevole compromesso o meglio, sarebbe un onorevole modo di fare politica. Il resto è invece uno schifoso tentativo di far sembrare un po’ più dolce l’amaro calice perché, più o meno, pur non potendolo dire apertamente, si condividono molte delle strategie della “riforma”.
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BerN
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A proposito, sarebbe auspicabile che una partecipazione come quella di ieri sera ci fosse, ogni tanto, anche per i Consigli comunali ordinari. Capisco che sia frustrante a seconda di quel che si ascolta, dover mantenere il silenzio, ma gli argomenti in discussione riguardano tutti ed è bene non dare al Consiglio l’impressione che possa deliberare sulle cose di tutti nell’indifferenza generale.
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martedì 4 novembre 2008

IDEE D'A SILO

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Il silo Solvay fa discutere. Finalmente. Oggi una risposta di Guidoni (PD) al dibattito dei giorni scorsi.
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La domanda sintetizzata dal giornale è: dove trovare i soldi? Più che altro, leggendo l’articolo a firma di uno dei massimi esponenti del PD nel nostro comune la domanda sembra: dove trovare le idee?
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Per chi ha fatto dell’era post - ideologica un dogma, è spiegabile che si arrivi al dunque e, senza un privato che abbia intenti speculativi che “suggerisca” l’idea, non si sappia assolutamente dove sbattere la testa. Così può persino sembrare normale che i politici chiedano le idee politiche ai tecnici.
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Pensare che, in questo caso, si tratterebbe semplicemente di osservare la realtà sanvincenzina, registrarne i bisogni, e non chiedersi dove trovare i soldi.
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Il quesito economico è, è stato e temiamo sarà un alibi. L’Amministrazione da anni getta al vento milioni di euro in consulenze e incarichi a professionisti esterni (pensiamo al mezzo miliardo di vecchie lire per la sola Variante di Rimigliano), progetta opere inutili e costose e non si accorge, o fa finta di non accorgersi, delle opportunità di riuso che esistono sul territorio.
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Pur sorvolando sul fatto che un restauro del silo poteva, anzi doveva, essere preteso dalla Solvay in cambio dell’oscena concessione per il prolungamento e l’accrescimento dell’escavazione, pur sorvolando sull’altalena politicamente inqualificabile che ha visto la maggioranza prima considerare il silo una sorta di rottame, poi un monumento, poi ancora un rottame e così via, pur sorvolando su tutto ciò, crediamo che oggi, le possibilità di usare socialmente il silo ci siano tutte e siano da cogliere.
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Se è vero che la soluzione museale appare di difficile realizzazione è altrettanto vero che l’edificio si presta ad essere usato dalla comunità come spazio libero ed aperto per l’uso dei cittadini e delle associazioni. Perché spendere 800.000€ in una cittadella delle associazioni, occupando territorio e mangiando campagna, quando abbiamo una struttura come quella del silo Solvay che con piccoli e “leggeri” accorgimenti potrebbe funzionare benissimo allo scopo?
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Centrale, ben raggiungibile, vicino – quando sarà realizzato – al Cinema Verdi, adatto a collegare e rianimare zone oggi piuttosto isolate dal paese come l’Acquaviva, la Piana e l’Acquedotto, il silo collegato con un paio di percorsi pedonali potrebbe diventare il cuore pulsante della vita associativa e culturale del paese, potrebbe costituire un luogo unico per iniziative artistiche o di valenza didattica.
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E ancora, oltre alle associazioni, è crescente la domanda di spazi da “autogestire”. Perché non investire di questa responsabilità i ragazzi e le ragazze del nostro comune facendo loro gestire uno spazio per scopi sociali? Penso ad esempio ad un vero e proprio cantiere di scambio interculturale. Un centro culturale e sociale insomma di cui una comunità giovane come quella sanvincenzina ha massimamente bisogno e che permetterebbe al Comune di tutelare il patrimonio in questione. Questa è solo un'ipotesi che varrebbe tutavia la pena di considerare e discutere.
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Il fatto che non sia stato ancora progettato nulla di tutto ciò non dipende certamente dai soldi: il Comune chiude i bilanci ogni anno con attivi di oltre un milione di euro ed ha dimostrato grande disinvoltura a spendere. Per fare un solo esempio, ha buttato via l’anno scorso 860.000€ dei sanvincenzini e 500.000€ dei cittadini UE per rifare la staccionata a Rimigliano, mettervi le docce a pagamento, nuovi cessi e illuminazione pubblica con pali di 12 metri neppure a risparmio energetico.
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Dunque, a quanto pare, i soldi sono l’ultimo dei problemi dei nostri amministratori (casomai sono un problema dei sanvincenzini). Come al solito è la volontà politica che è mancata. Anche in questo caso è necessario un cambio politico. Altrimenti, se tutto va bene, il risultato sarà un triste deserto come quello della Torre Galoppini, restaurata senza un progetto preciso e ora scandalosamente sottoutilizzata.
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Giusto per dare concretezza al dibattito ricordiamo che se va male, e vengono realizzate le soluzioni progettuali degli attuali strumenti urbanistici, al posto del silo ci sarà la TESTATA NORD, un’oscena piattaforma di ettari di cemento – munita di torre sulla sommità – con parcheggi interrati, negozi (che non vivono certo un bel momento), ristoranti …
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Un monumento al consumismo anziché alla socialità quello che hanno rivendicato gli amministratori anche quando s’è trattato di stralciare quest’oscenità dal Piano Strutturale, una nostra proposta astutamente e decisamente bocciata dalla Giunta Biagi.
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D’altronde, la maggior parte dei componenti dell’attuale maggioranza ha fatto parte della precedente ed ha partorito la TESTATA NORD. Speriamo che abbiano cambiato idea … come vedete, si tratta di avere idee o di non avere idea di cosa si sta facendo e del perché.
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BerN
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domenica 26 ottobre 2008

ASCIATZIONI ASSOCIATE

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Dunque riassumiamo gli eventi e vediamo se qualcuno sa venire a capo della questione.
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Alcuni mesi or sono l’Amministrazione, per favorire una maggior SINERGIA (parolina magica dell’era Biagi) tra le associazioni, organizza un pachidermico comitato, diretta emanazione del Comune, di cui il Sindaco indica un triumvirato dirigente che può rimuovere a piacimento e che si occuperà un po’ di tutto.
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I contributi il Comune li darà prioritariamente alle associazioni confluite nel Comitato, poi – forse – agli altri. Tale organismo non può avere soci per scelta della stessa amministrazione che prima li prevede nel regolamento poi, all’ultimo tuffo, li fa sparire in commissione.
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Per fare ‘sta cosa qui viene sciolto “manu militari” il vecchio Comitato Gemellaggi che più o meno funzionava così:
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Presidente nominato dal Sindaco
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Gruppi consiliari soci di diritto
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I cittadini possono diventare SOCI del Comitato
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Nel corso della sua breve vita il super Comitato ha collezionato un fallimento dietro l’altro per giungere al coronamento d’avere quattro feste di gemellaggio anziché due. Le Associazioni hanno mantenuto le loro autonomie (legittimamente) e il Comitato Gemellaggi s’è ricostituito in un’Associazione non riconosciuta né accettata dalla maggioranza che ha spinto per un doppione.
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Giovedì in Consiglio ci sarà una modifica al regolamento del Comitato per la valorizzazione di San Vincenzo di questa natura: Comitato che si occuperà di TUTTO, avrà soci, triunviro nominato dal Sindaco che sceglierà altri tre dirigenti, altro dirigente in rappresentanza della Giunta (3+3+1=7) e sei nominati dall’assemblea.
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Democrazia totale, peccato che i soci possano eleggere 6 dirigenti su 13.
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Perché tutto ciò? Perché sciogliere il Comitato gemellaggi sei mesi fa e farne una brutta copia ingigantita oggi?
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Rispondete prego.

BerN
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martedì 21 ottobre 2008

Consiglio di scuola

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Ecco il testo dell'odg sulla riforma Gelmini, depositato già una decina di giorni fa, che verrà discusso nel prossimo Consiglio Comunale.
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Visto il decreto del Ministro Gelmini;
Considerato l'effetto deleterio sulla scuola pubblica;
Date le risorse finanziarie pubbliche destinate alle scuole private;
Cosniderato l'espresso divieto costituzionale (ART 33) di finanziamento alla scuola privata;
Riconosciuta la logica autoritaria della riforma Gelmini come risulta, ad esempio, dalla reitroduzione delle sanzioni punitive della bella scuola prerepubblicana;
Evidenziato che il Governo nazionale tagliado risorse alla scuola pubblica non si pone altri obiettivi che quello di ridurre la spesa senza pensare alle implicazioni di carattere educativo;
Visto l'aumento delle spese militari;
Considerato l'impegno del Governo a soccorrere a suon di miliardi pubblivi i poveri banchieri inciampati nella crisi finanziaria per colpa dei piccoli risparmiatori
Il Consiglio Comunale di San Vincenzo
Riafferma l'importanza primaria del sistema educativo pubblico.
Chiede al Governo che, come previsto dalla Costituzione, l'intero impegno finanziario dello Stato raggiunga la scuola pubblica e non anche gli istituti privati;
Si esprime a favore del reperimento delle risorse necessarie al miglioramento della scuola pubblica sia nella riduzione delle spese militari sia nell'azzeramento del finanziamento, palesemente incostituzionale, della scuola privata.
Promuove e sostiene le iniziative di protesta nei confronti della riforma delineata dal ministro
Invia il presente ordine del giorno al Ministro della Pubblica Istruzione, alle Commissioni parlamentari competenti, al Presidente della REpubblica, al Preseidente el Consiglio dei Ministri.
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Potrete notare che l'odg in questione assume, in alcuni passaggi, le caratteristiche dell'invettiva. Ciò è dovuto all'indignazione che il tema suscita in chi ha scritto il documento.
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Probabilmente l'indignazione (stavolta nei confronti del Forum) ha mosso qualcuno a scrivere il seguente commento che merita di essere portato all'attenzione di tutti
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"E ci sarà anche,purtroppo,chi per altri 5 (V)(cinque)anni si divertirà a scrivere, a scrivere....!!! si fà per dire. Piuttosto a vomitare offese,scempiaggini,stupitaggini,bugie così talmente grosse che addirittura non fanno arrabbiare ma solo ridere.C'è anche chi sostiene che questo vostro blog sia stata unaprecisa terapia del vostro psichiatra. POVEROMO!!!!!!Nonostante gli sforzi enormi non riesce a venire a capo della vostra malattia. Non a ancora capito che per voi c'è solo un posto in manicomio!!! Ce ne fosse uno aperto disposto ad ospitarvi. Ciaoooooooooo. Vi voglio bene perche finche ci sarete voi questa maggioranza può stare tranquilla!!!Farete opposizione a vita. Ciaooooooooooo!"
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Stiino trancuilli i lor signori, che finche ci saremo la maggioranza non a nulla da temere!
Non è che abbiamo trovato un nuovo papabile Ministro dell'istruzione?
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Ber N
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Un ringraziamento sincero a chi commenta. In questo blog è ormai più interessante quello che scrivete voi nei commenti di quello che scrivo io nei post. Sarà un obiettivo da opposizione a vita ma è decisamente un obiettivo raggiunto.
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lunedì 13 ottobre 2008

Che c'entra?

Sicuramente neppure la stampa ha notizie sufficienti per fare chiarezza sulla vicenda, ma leggendo che l'Assessore provinciale all'Ambiente Rocco Garufo s'è dimesso, si rimane per lo meno perplessi.
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Di motivi per dimettersi dall'assessorato all'ambiente di una provincia come quella di Livorno ce ne sarebbero, di concreti e politici, a decine:
  • la forte erosione sugli arenili tra Rosignano e Cecina (naturalmente accelerata dai progetti umani)
  • la forte erosione a sud di Cecina provocata dalle urbanizzazioni che non verrà migliorata dal nuovo mega porto-canale
  • la contaminazione da CROMO ESAVALENTE dell'acqua usata nelle case di Cecina e Rosignano
  • il dilagare della pianificazione urbanistica affidata ai privati con la crescita esponenziale di urbanizzazioni scriteriate e antiestetiche
  • il consumo di suolo spaventoso in tutta la provincia per le nuove edificazioni
  • l'accordo per l'arrivo a Piombino dei fanghi di Bagnoli
  • la speculazione edilizia prossima ventura a Rimigliano
  • il nuovo porto turistico privato di San Vincenzo
  • la situazione delle spiagge di Salivoli e di tutto il parco della Sterpaia a Piombino
  • il dilagare delle cave soprattutto nei Comuni di Campiglia, dove in un caso non si procede neppure per il ripristino secondo i progetti approvati, e San Vincenzo
  • il metodo usato in più comuni per la cosiddetta pulizia delle spiagge (uso massiccio di trattori che deteriorano l'arenile)
  • la decadenza del trasporto pubblico a favore del privato
  • l'arretratezza nella tutela della salute dei cittadini in quanto a inquinamento acustico e atmosferico
  • la diffusione degli sprechi idrici e i consumi sempre crescenti
  • la diffusione degli sprechi energetici e il crescente problema dell'inquinamento luminoso
  • l'impiego minimo di tecnologie per il risparmio idrico ed energetico

E nonostante ne abbia scritti molti, ci sarebbero altri punti ancora.

Orbene, per cosa s'è dimesso Garufo? Perché gl'hanno rubato il computer. Avete letto bene. Garufo ha denunciato il furto di un computer e il ladro dell'oggetto ha speso (non so bene come) quasi quarantamila euro. Garufo s'è impegnato a pagare la bolletta ma rassegna le dimissioni.

Perché? Mi hanno sempre insegnato che chi viene derubato è una vittima, talvolta anche il ladro è vittima della società ecc, ma di sicuro chi viene derubato è vittima. Perché dunque, avendo denunciato il furto, oltre ad impegnarsi a risarcire il conto salatissimo, Garufo presenta le dimissioni?

Qualcuno nei commenti avanzi delle ipotesi perché io non capisco e quando non capisco sto male.

Grazie.

BerN

domenica 13 luglio 2008

BUCO



Oggi il Tirreno dedica giustamente un’intera pagina alla questione cave di Campiglia.
La lettura è molto interessante per chi voglia farsi un’idea dei profitti che vengono realizzati col saccheggio programmato del territorio.

Sbaglieremmo di grosso a pensare che le stesse considerazioni non valgono per San Vincenzo, non solamente perché il territorio della Cava sul Monte Calvi ricade anche nel Comune di San Vincenzo, ma anche perché la cava di San Carlo non costituisce un danno minore per il paesaggio (si vedano le dimensioni delle due cave nell’immagine riportata).

Ormai, lo abbiamo detto più volte, il ritorno occupazionale della cava di San Carlo è assai poca cosa, trattasi infatti di 46 dipendenti di cui molti esterni alla Solvay e, con l’eliminazione della teleferica si sono persi 20 posti di lavoro ma la dimensione della voragine a est di San Carlo aumenterà con velocità crescente.

In compenso il treno a gasolio che passerà sulla ferrovia che ha finito di sbudellare una valle, dopo la realizzazione negli anni ’80 della pista camionabile che condusse ad inchieste giudiziarie nei confronti degli Amministratori d’allora, permetterà alla Solvay di portare via più materiali con meno manodopera impiegata.

Solo una concezione che veda nella risorsa ambientale un qualcosa di illimitato ed asservibile ad interessi particolari e speculativi può spiegare tale condotta. Tuttavia nessuno è particolarmente turbato dalla continua e crescente sottrazione di risorse ambientali e di strategie per la riconversione delle attività estrattive non se ne parla neppure per scherzo.

A San Vincenzo, d’altra parte, c’è da parlare molto della speculazione edilizia. Eppure le dimensioni della voragine parlano da sole, e in certi casi le dimensioni contano eccome.

Ber N

venerdì 13 giugno 2008

giramenti di sole


Una rapida riflessione sui dati pubblicati da il Tirreno circa le denunce dei redditi di alcuni sanvincenzini.
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Il quotidiano registra un’economia in crisi esaminando i dati (frammentari ed insufficienti) dei contribuenti.

Assicuro a tutti i lettori che non c’è volontà polemica in ciò che sto per scrivere. Vorrei solo ricordare che non è sufficiente registrare il dato visibile di un fenomeno. Esempio: il sole tramonta, ergo il sole si muove e la terra sta ferma. Se ci si ferma all’apparenza il ragionamento fila e infatti ha filato per secoli.

Naturalmente c’è una bella differenza nelle considerazioni da fare circa i vari settori di cui sono stati pubblicati i dati. Una cosa è il commercio altra sono le agenzie immobiliari, tanto per fare un esempio.

Tuttavia qualcuno avrà la cortesia di spiegare all’impiegato medio (reddito lordo compreso tra 20 e 27 mila euro l’anno) come mai la media dei redditi pubblicati degli agenti immobiliari è di 16.813€ e 10 centesimi.

Tra l’altro è convincente l’analisi offerta da il Tirreno? I dati si riferiscono al 2005 e tutti sappiamo benissimo che, se il commercio al dettaglio è in crisi da molti anni, il 2005 è stata una delle annate più favorevoli per la compravendita di immobili.

Altro capitolo. Architetti e Geometri. Immediatamente tra i nomi pubblicati ci sono un paio di assenze rumorose, ma volendoci passar sopra, qualcuno mi spieghi, per cortesia, come mai la media dei redditi pubblicati denunciati da Geometri e Architetti nel 2005 è di € 24.397. Addirittura, se si tolgono le quattro anomalie statistiche (i due dati maggiori e i due minori) si ottiene una media di 23.590 €.

Non voglio mettere in dubbio che alcuni settori (NON QUELLI LEGATI DIRETTAMENTE AL MATTONE) siano stati in crisi nell’AD 2005, voglio semplicemente proporre una domanda. Com’è possibile che impiegati e operai denuncino in molti casi più di quanto non facciano molti altri lavoratori e tuttavia i primi viaggino con l’utilitaria e i secondi con un SUV che consuma sei litri di benzina solo per percorrere il vialino della villa?

In paese ci conosciamo più o meno tutti, nonostante l’Amministrazione si ostini a chiamare San Vincenzo una “Città”, e liquidare i dati con una considerazione sui settori in crisi è ingeneroso nei confronti dei lavoratori dipendenti. Il tenore di vita del nostro vicino di casa lo conosciamo sin troppo bene. Giova precisare nel dettaglio quali settori si possono ritenere in crisi.

Ber N

domenica 1 giugno 2008

ALTRI

Mi si dirà che quanto riporterò qui sotto non c’entra nulla con San Vincenzo. È vero solo in parte.
La cultura o subcultura o a-cultura, ciascuno si senta libero di chiamarla come vuole, dominante e diffusa, o forse semplicemente il “senso comune” che impera in tutt’Italia, non fa bene neppure a chi cerca di fare politica, seppure a livello locale, ispirandosi a determinati valori.
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Se non prestiamo attenzione alle metamorfosi della società e guardiamo soltanto alle inqualificabili azioni dell’Amministrazione Biagi diamo – innanzi tutto – troppa importanza a Biagi e i suoi, e rischiamo l’incomunicabilità con la cittadinanza.
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Ieri il giornalista (uomo) che ha condotto il TG5 delle 13:00, introducendo la notizia della scoperta di una tribù in Amazzonia, ha spiegato che questi indios non hanno mai visto un uomo”.
Avete letto bene. Quegli indios non hanno mai visto l’uomo… saranno tutte donne... e come hanno fatto a…
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Queste circostanze sono preziose perché permettono a noi, uomini, di capire quale proiezione culturale abbiamo della nostra cultura e società. In questi lapsus emerge chiaramente entro quali confini ricada la dialettica del confronto fra civiltà (e fra generi).
Penserete che questo indecoroso scivolone sia isolato. Errore.
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Ecco cosa si scrive nell’articolo dell’ANSA che potete leggere sullo stesso sito: “Si calcola che alle sorgenti del fiume Envira, nello stato brasiliano dell'Acre, vivano circa 250 indios che mai hanno avuto contatti con l'uomo bianco”.
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Per l’ANSA dunque questi indios avrebbero sì visto degli uomini ma mai bianchi. E neri? E gialli? È significativo che l’ANSA non pensi al fatto che una tribù che vive nell’Amazzonia non abbia mai visto un nigeriano piuttosto che un cinese o un guatemalteca. Si fa presente che non ha mai visto l’uomo bianco. Su cosa sia l’uomo bianco c’è e ci sarà ampio dibattito. Gioverà ricordare che, nella seconda metà dell’ottocento, negli USA, i migranti italiani non erano affatto considerati bianchi. Bianco non è un colore ma una definizione culturale in evoluzione che ha un radicamento ed una ragion d’essere solo in un modo razzista di spiegare la realtà e la diversità (razza bianca, razza rossa, razza nera…).
Insomma, se credere che gli indios non abbiano mai visto l’uomo è un buco, precisare che non hanno mai visto l’uomo bianco è una toppa peggiore del buco.
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Ma c’è di peggio. TGCOM titola senza pudore: “tribù lancia frecce ad un aereo”. Ecco spiattellato il mito, che si riteneva desueto, del selvaggio ingenuo (sorvoliamo sull’ingenuità di chi si ritrova Bondi Ministro della cultura o di chi ha creduto che il porto di San Vincenzo non avrebbe provocato erosione). Nell’articolo si ha poi la cortesia di precisare che “queste tribù vivono nei luoghi più remoti della terra, in regioni inesplorate, in cui la civiltà non è riuscita ad arrivare”.
Tribù e luoghi incivili dunque. Luoghi da rifuggire o, molto meglio, da INCIVILIRE.
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Infine in questa rassegna che mi sono sentito in dovere di offrirvi, non può mancare il magistrale pezzo di Repubblica.it.
Vediamo chi sono “loro” e chi siamo “noi” secondo un giornale di “sinistra”.
Noi saremmo gli “uomini industrializzati” (qualcuno mi spieghi cos'è un uomo industrializzato, per favore). Certamente mentre noi abbiamo bisogno di bravi psicoanalisti, la “tribù degli uomini rossi”, come la definisce il giornalista Bignami, può farne a meno.
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Loro sono… INDIANI. Indiani? Siamo sicuri? Di Calcutta? Di Bombay? Indiani di dove? Repubblica.it tuttavia ci tiene ad essere precisa e, dopo aver riportato la relazione della fondazione che ha fotografato la tribù che nota come gli "abitanti sono guerrieri forti e in buona salute” aggiunge quanto segue: In realtà in un'immagine si vedono dei giovani uomini completamente dipinti di rosso che lanciano frecce con dei grossi archi verso l'aereo, mentre altri stanno a guardare.”
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Insomma altro che guerrieri forti ed in buona salute! In realtà “loro” sono una tribù di sciocchi arcieri e fannulloni beoti. Invece “noi”, gli uomini bianchi, gli uomini industrializzati, i civili o più semplicemente gli uomini... Ma, a proposito, noi chi?