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sabato 7 agosto 2010

PROPOSTE RESPINTE AL MITTENTE




Sarebbe anche l’ora di sfatare e smontare un luogo comune di questo paese, e cioè che siano le minoranze sempre pronte a dire NO. Qui è regolarmente la Maggioranza che dice no alle proposte che vengono dalle minoranze! Ma poi si è bravi, mediaticamente a rigirare la frittata, come avviene un po’ in tutti i paesi con questo tipo di amministrazioni.

Parcheggi
Casualità vuole che nel penultimo consiglio comunale il FORUM avesse presentato un Odg per chiedere la gratuità di tutti i parcheggi del centro in tutto il periodo invernale, e almeno il 50% nel periodo estivo. Oltre all’individuazione di più posti da destinarsi agli utenti degli studi medici e della farmacia. Rigettando la richiesta, dicendo che il Comune stava comunque rispettando gli obblighi derivanti dalle leggi vigenti, abbiamo poi visto come questa amministrazione abbia dato poi esecuzione a provvedimenti di realizzazione di ulteriori parcheggi “blu” in piazza della “posta”. Salvo poi tornare indietro dopo le veementi proteste di cittadini e turisti. Smontando poi anche l’ipotesi di realizzarne altri (sempre a pagamento) in via della Stazione e in via Alliata. Ci vuole sempre una protesta “forte” da parte dei cittadini affinché questa amministrazione ..... AMMINISTRI nell’interesse pubblico.
Intanto……l’assessore al bilancio GUIDONI afferma che “le disposizioni atte a togliere questa previsione di parcheggi a pagamento sono valide per 12 mesi, l’anno prossimo si vedrà!


Bioedilizia, bioarchitettura, energie rinnovabili


Ci si sciacqua tanto la bocca con queste parolone, ma poi che si fa? Tanto si era detto, da una parte e dall’altra, in campagna elettorale, ma di cose concrete neanche l’ombra.. Sempre nell’ultimo CC il FORUM aveva presentato una proposta per l’individuazione di aree da adibire all’installazione di impianti di energie alternative, e in special modo il fotovoltaico. Anche e soprattutto, secondo gli esempi già realizzati in altre località italiane, di fotovoltaico collettivo. Ovvero realizzare impianti fotovoltaici in aree assolutamente non produttive, quali i tetti di capannoni della Zona industriale e artigianale e degli spazi marginali interclusi, attraverso la partecipazione delle persone, con quote tipiche dell’azionariato popolare. Permettendo così, anche a chi non può installarli (chi sta in condominio ad esempio, o per chi la spesa totale sarebbe stata troppo elevata) di beneficiare di tali possibilità, potendo investire (perché nel tempo avrebbe un sicuro ritorno) anch’egli nelle energie rinnovabili. Proposta rigettata dall’amministrazione rimandando il tutto all’adozione del piano strutturale in discussione, quindi fino ad almeno metà del 2011.


Asilo nido

L’asilo nido deve diventare un servizio universale, disponibile per chiunque abbia bisogno. Vogliamo rafforzarlo, puntando ad azzerare le liste di attesa e sperimentando nuovi servizi come quello del micronido o del nido domiciliare.
L’obiettivo è rendere i servizi all’infanzia più flessibili, per venire incontro alle esigenze delle famiglie, allungando i tempi di apertura durante il giorno e nei periodi estivi, consolidando anche l’ottima esperienza del nido estivo e dei campi solari.


Questo è quello che testualmente si legge nel programma elettorale della lista che ha vinto le elezioni del 2009. Belle parole, bei propositi, ma quanto rispettati?
Il cardine della critica sta nel servizio di nido estivo per l'anno 2010, ben lungi dal rispettare il proposito dell'azzeramento delle liste di attesa che, sebbene riferito al servizio “invernale”, nulla osta affinché non venga esteso anche a quello estivo.
Facciamo un passo indietro. Per l'asilo nido estivo nell'anno 2009, anno di elezioni, venne presa la decisione di ammettere i bambini di tutte le famiglie che avessero fatto richiesta.
Quest'anno la musica era un po' cambiata e aggrappandosi a delle lamentele sul servizio dell'anno scorso, adducendo giustificazioni per dei lavori da fare alla Scuola Materna (sede del Nido Estivo dell'anno precedente) e quindi quest'anno le attività si sarebbero spostate al Nido “lo Scarabocchio” che però è una struttura che ha un certo limite di capienza, rincarando con il fatto che il budget previsto per il servizio copriva solo per arrivare ad un certo numero di bambini, la lista d'attesa era tutt'altro che azzerata. Rimanevano fuori dalla graduatoria un sostanzioso numero di famiglie i cui bambini avevano già frequentato sia il nido estivo dell'anno precedente che l'asilo nido dell'anno in corso.
Grazie anche all'intervento di queste famiglie alla fine è stato ottenuto (mediando con i Tecnici comunali e l’assessore alla pubblica istruzione e vicesindaco CAMERINI) di accettare tutte le richieste presentate anche se, visto che dovevano essere aperte due strutture, doveva essere fatta un'integrazione dell'offerta da parte della cooperativa appaltatrice per coprire questi nuovi costi e questa variazione di budget doveva essere approvata dalla Giunta.
Fin qui la cronaca. Fermandosi qui sarebbe comunque apprezzabile il comportamento dell'Amministrazione che ha accolto delle lamentele cercando una soluzione che accontentasse tutti.
Il giudizio sulla loro lungimiranza però è un po' diverso se valutato alla luce di due ulteriori cose. La prima è che tutto questo è avvenuto i primi di Maggio, dopo le graduatorie. Quindi dopo che era un po' che le domande di ammissione venivano consegnate. Il Forum di Centrosinistra due mesi prima, a inizio Marzo, in fase di approvazione di bilancio preventivo, presentava un emendamento, puntualmente bocciato, che in una sua parte riportava testualmente:

Cap 22214 “Spese asilo nido estivo”
+12.500€ (messe a preventivo dal comune)

"Si propone di aumentare lo stanziamento per il 2010 a quota 77.500€ in modo da coprire una maggiore spesa contribuendo maggiormente ad un servizio importante per molte famiglie. L’attuale documento PEG prevede una riduzione di oltre 4.000€ rispetto all’anno 2009 (69.383 diminuito a 65.000 nel 2010)."

Probabilmente, preparandosi un po' meglio, facendo una stima delle possibili domande basandosi sull'anno precedente e sui frequentanti dei servizi invernali in corso, il problema economico poteva essere ampiamente prevenuto, visto che era stato anche affrontato in sede di bilancio, senza dover poi dare l'impressione di andare a raschiare il fondo del barile e rispettando il proposito del potenziamento di questi servizi per andare incontro alle famiglie.

La seconda cosa, sta nel fatto che il vicesindaco pochi giorni dopo la “mediazione” avvenuta anche alla presenza di un legale intervenuto a difesa dei diritti di quelle famiglie, si è presentato “minaccioso” alla riunione con i genitori fatta alla Vigilia della partenza del servizio del nido estivo, e rivolgendosi a babbi e mamme che si erano lamentati, ha voluto far presente che ...però così non va bene. Il metodo che era stato utilizzato per ottenere questa cosa non era piaciuto al comune e a lui personalmente. E soprattutto che si era messo il Comune alle strette e questo non andava bene....

Dichiarazioni fatte in una riunione pubblica mentre Camerini ricopriva un ruolo istituzionale…


LA REDAZIONE

domenica 25 luglio 2010

SAN GIOVANNI........'UN VOLE INGANNI!




Tralasciammo qualche mese addietro la descrizione di una delibera di CC sull’UT San Giovanni. La riprendiamo oggi, alla luce degli ultimi avvenimenti e speriamo, nella maniera più comprensibile a tutti, ripercorrendo l’iter di questo delicato atto fin dai primi anni 2000.

-1998: Approvazione Piano Strutturale dove all’interno viene chiaramente detto "duemila metri quadri più 30% se l’intervento viene fatto entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento urbanistico"

-2000: Approvazione Regolamento Urbanistico (Se l’intervento edilizio nella UT San Giovanni viene realizzato entro 3 anni da ora, si può aggiungervi un +30% di metratura in più)

-2003:
Amministrazione proroga l’incentivo del 30%. Ma c’era un parere discorde. Un parere della Provincia di Livorno che fa una osservazione e dice,riguardo al 30%, “infine non sembra ammissibile applicare un ampliamento del 30% della SLP – nel 2003 lo dice l’architetto Parigi – visto che la norma permette tale modalità solo se l’intervento di sostituzione edilizia è realizzato entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento urbanistico e questo è entrato in vigore nel marzo 2000, quindi tale opportunità non è applicabile. Mauro Parigi dirigente del Settore 6 della Provincia di Livorno” L’interpretazione data dai tecnici comunali fu che, REALIZZATO era un termine ambiguo e che secondo la loro interpretazione poteva voler dire aver presentato una istanza, un disegno, una INTENZIONE DI, in Comune…..per dedurre come realizzato l’intervento. Questa controdeduzione (rispetto al parere della Provincia) narrava le seguenti parole:” È ammissibile applicare un ampliamento del 30% della SLP, visto che la norma permette tale l’intervento di sostituzione edilizia nelle modalità del piano attuativo approvato e redatto entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento urbanistico e questo è entrato in vigore nel marzo 2000 quindi, tale opportunità non è applicabile” ?????
(Non sono fesserie, avete letto bene, e se non avete capito rileggete bene, e se non capite ancora…….E’ NORMALE!)

-2006: Sulla pressoché identica delibera approvata a Marzo 2010 (che dopo vedremo) si consumarono vari strappi all’interno della maggioranza: una seduta del Consiglio Comunale annullata per mancanza del numero legale(grazie all’abbandono dell’aula dell’allora consigliere di minoranza di destra Massimo Nannelli), un Assessore si allontanò per fatti personali dalla seduta e non votò l’atto, un consigliere si dimise e non venne più per motivi di lavoro…..una delibera che probabilmente faceva paura a molti, anche a causa dell’esposto alla Procura preannunciato e poi inoltrato. Una delibera che intendeva, ancora una volta, estendere il diritto a costruire un +30% su quell’area ben oltre i 3 anni dall’approvazione del Regolamento urbanistico, e ulteriormente rispetto alla proroga data dall’amministrazione nel 2003 (nonostante il parere discorde della Provincia, come visto).

-2010: in data 11 Marzo, viene approvata in consiglio comunale questa nuova Variante al Piano Attuativo di San Giovanni, con cui si concede (nel 2010) di realizzare quel 30% in più nonostante siano trascorsi 10 anni dall’approvazione del Regolamento Urbanistico. Se ripercorrete…..l’intervento doveva essere REALIZZATO entro 3 anni dall’adozione di tale RU……fate le vostre deduzioni, ma….Molti sono i consiglieri nuovi, “vergini” in questo consiglio comunale, e nonostante le rimostranze fatte dalle opposizioni (anche dal Gruppo LERA) e gli avvertimenti a non votare un atto palesemente fuori dalle norme, si è dunque proceduto alla votazione dell’atto, coi voti favorevoli dei consiglieri di Maggioranza, senza che nessuno chiedesse chiarimenti. Eppure le opposizioni avevano messo a disposizione tutti i documenti del caso, anche in Commissione, affinché ci si potesse rendere conto di ciò che si andava a votare. Ricordiamo che in generale, la responsabilità di far passare una delibera in CC è dei consiglieri stessi, e non della Giunta (gli assessori). Durante gli interventi, fu ribadito che l’esposto alla Procura sarebbe stato aggiornato in seguito a questa delibera.

-2010: 01 LUGLIO, i privati “costruttori” chiedono INCREDIBILMENTE di rinunciare a costruire quel 30% in più! Ora, se il privato voleva costruire meno di quanto concessogli, poteva farlo senza passare dal Consiglio Comunale, ma guarda caso si passa dal CC per far passare una delibera che avesse tutti i crismi di legalità e legittimità. In poche parole si è fatto in modo che il privato si accollasse la responsabilità di far rientrare nella legalità questo atto. Alla fine giungendo a ciò che il Forum da 7 anni diceva. Il Privato si trova ad avere promesse da parte dell’amministrazione, di poter costruire TOT, promesse che l’Amministrazione non può mantenere in quanto male interpreta il Piano Strutturale vigente e i RU successivi. E alla fine deve intervenire in primis per “ripulire” ben bene chi quell’atto, fuori dalle norme, l’aveva approvato…. Per lo stesso LERA “è vergognoso venire in Consiglio Comunale per far approvare un atto completamente opposto a quello approvato tre mesi prima. Un atto approvato per totale alzata di mano da tutti i Consiglieri di Maggioranza, senza nessun intervento in merito, né prima né dopo. E’ ora lampante la paura che l’approvazione di un atto di questo tipo genera nei consiglieri e in questa amministrazione: e cioè che quella delibera non fosse buona, non fosse a posto!”

Fate vobis.


LA REDAZIONE

sabato 19 giugno 2010

Novantotto percento



Un post sull’inaugurazione del Porto non era nelle nostre iniziali intenzioni……perché tanto si sa, per l’inaugurazione di un’opera E’ TUTTO BELLO, TUTTO GIUSTO……e quindi un qualcosa di critico, seppur ponderato e moderato, sarebbe apparso come il solito commento dei rompicoglioni.
Come però si è potuto notare su questo Blog, i commenti riguardo a questo evento sono fioccati, e tra questi abbiamo individuato (a nostro giudizio) degli stimoli ad affrontare comunque l’argomento. Sicuramente in maniera un po’ differente rispetto a quanto avevamo pensato prima dell’inaugurazione, ma forse, raccogliendo certe richieste che tutti abbiamo letto, anche più esaustivamente..
Partiamo dall’inaugurazione vera e propria. Guidoni disse che il Porto sarebbe stato pronto per il 98% entro il 13 Giugno……alla faccia ! Quel 2 % forse è bene vederlo espresso in scala logaritmica!
La nuova Piazza sul lato NORD presenta molti NEI: moltissimi pezzi di recinzione sono mancanti (causa errore nell’ordinativo fatto) e per l’occasione sono stati rimpiazzati da tavoloni di legno legati con le fascette o fil di ferro. Dalla foto si possono notare anche le mancanze di betonelle nei dintorni di tutti i montanti delle recinzioni stesse (ma son tutte rifiniture….)



La scalinata che introdurrà sotto la piazza, verso la banchina e i garages sottostanti è chiusa e inagibile, e vi invitiamo a guardarla attentamente da vicino per vedere la “qualità” del montaggio degli scalini e delle cimase “passamano”…..
Dalle due successive foto vediamo la scala suddetta e il particolare della parte prospiciente i garages (quelli praticamente ultimati): lì nulla è stato fatto. Sarà un caso, ma quella è la parte che dovrebbe essere soggetta a variante (richiesta da SALES) per convertire superficie adibita a posteggi in area commerciale... I famosi negozi in più che SALES richiede di fare e che per ora il Comune dice di non consentire……..però intanto quell’area è allo stato ZERO…..alle volte la variante venisse concessa…..non c'è da buttar giù nulla.










Sempre lato NORD, questo sotto è il marciapiede che si trova davanti la gente che voglia accedere in piazza da sotto il Number One (bello, fra l'altro il capannone che si staglia sullo sfondo!). Come i tombini scoperti e gli impianti elettrici in bella vista in decine di punti. Tutto in sicurezza insomma.














I negozi sulla banchina portuale, nelle vicinanze di piazza del Kimera, hanno un bel fossato di sassi davanti, ma si può accedervi perché di fronte alle porte, comunque , il passaggio è consentito. Ma a giudicare dalla struttura in divenire tra due file di esercizi commerciali (forse una fontana) magari si pensa a qualcosa in “faccia vista”….
Anche qui, opera inaugurata con marciapiedi nelle condizioni che vedete (e che sapete!) , con transenne per terra qua e là……ferri e buche dappertutto, c’inciampasse qualcuno……sarebbero c…i……














A macchia di Leopardo anche la piastrellatura dei marciapiedi nei dintorni e sopra piazza del Kimera. Piazza che esteticamente non presenta davvero nulla di partciolare, ma ha secondo noi il pregio di garantire (col disegno del nuovo aggetto, rispetto alla precedente) una bella veduta del litorale lato sud, e comunque sempre una bella fetta di mare. Una domanda, di relativo interesse, ci viene in mente: ma il monumento ai caduti che c’era prima verrà ri-piazzato in qualche modo?



Da fuori tutto sembrerebbe bello, le facciate danno l’idea di “terminato”, ma se ci si affaccia e si nota un po’ meglio il tutto…..i locali di sgombero lato sud, non sono assolutamente neanche approcciati al loro interno, e appena al di sotto della ex-caserma dei CC il cantiere fa bella vista di se.











Intanto i locali che dovrebbero ospitare anche il mini COOP (si, perché per chi non lo sapesse anche sul Porto sorgerà un mini market IN-COOP, per la gioia de IL CACITO e di FILIPPO) sono anch’essi allo “scheletro”. Anche la piazzetta prospiciente non sarebbe agibile visti i tombini scoperti e il marciapiede non in condizioni di sicurezza…..ma tant’è…..




La passeggiata sulla diga foranea, che doveva e dovrà essere un plus per i visitatori di San Vincenzo e del porto stesso è nello stato che vedete sotto











…..e non inganni l’ultima foto. La passeggiata dovrà essere piastrellata e illuminata da lampioncini di cui si scorge solo la futura destinazione ma che ancora non sono presenti: anzi i punti luce vedono la presenza dei corrugati ma non ancora dei cavi……ma anche queste sono rifiniture.


Andando oltre come non notare la banchina centrale, quella rimasta come un tempo, che per la sua totalità dovrà essere piastrellata con le betonelle usate per le altre due piazze……un lavoro da una settimana ( se ci sarà presenza di 85 operai in subappalto, un po’ di più se vedremo i soli sparuti 5 SALES dei due anni precedenti)....




Da non scordare che dovrà essere rifatto anche viale Marconi nella parte più a NORD, e che già attualmente, l’area di fronte alla nuova piazza, deve essere completamente asfaltata, col riposizionamento delle palme in vasi-aiuola di previsione, non quei tronchi di tubi fognari, utilizzati all'uopo per l’inaugurazione.
Insomma, riteniamo anche giusto che si dovesse aprire al pubblico una gran parte di queste aree, ma si fosse preso tutto per tempo magari sarebbero state rifinite un po' meglio. Ma soprattutto non facciamo passare questa inaugurazione per la FINE DEI LAVORI perchè davvero questo è prendere in giro la gente.

Terminata la “passeggiata” fotografica, vogliamo affrontare l’argomento anche da altri punti di vista cari ai sanvincenzini, che sono anche intervenuti nello scorso post.
Intanto la nautica sociale. Tanti anni fa, l’ex Sindaco Roventini garantì, in un incontro, che il Porto sarebbe stato Pubblico e non Privato….. Tutti i pescatori andarono “dietro” al sindaco, che garantiva la nautica sociale, dal poter rimanere quasi in toto nel nuovo porto. Ma era anche comprensibile da un certo punto di vista: “lo dice il Sindaco, quindi”. Oggi la realtà ci dice che il Porto è in concessione per 30 anni ad un privato a cui si sono concesse varianti a proprio uso e consumo stabilendo, di fatto, variazioni postume al bando di gara iniziale…….e la nautica sociale è relegata a quest’unica banchina:



Ma a quegli stessi pescatori, qualcuno andò a fargli vedere le carte….e loro non vollero neanche guardarle....questo è il risultato.


Lo stesso Roventini in questi ultimi giorni, a mezzo stampa, ci fa sapere che probabilmente il cantiere-Porto vedrà il suo termine per l’estate 2011……e a voi pare normale che gli si abbuonino, con qualsiasi mezzo e discorso, le penali giustamente dovute per i ritardi? Non è una domanda fatta ai critici di quest’opera, ma a coloro che invece l’hanno sempre sponsorizzata…..a voi non vi girerebbero le palle se una ditta vi dicesse che l’unico bagno di casa vostra, che vi stanno ristrutturando, ve lo potrnno consegnare solo due mesi dopo il previsto, e che probabilmente il Water e il Bidet non potranno montarveli che tra 15gg? Li paghereste lo stesso? O vorreste i danni?

E vogliamo anche rivolgerci ai commercianti della zona blu. Sugli alimentari abbiamo già detto sopra……ma per il resto: un ulteriore Bar è ora stato previsto (dai 2-3 che già c’erano) e i negozi che sorgono e sorgeranno pare non abbiano le caratteristiche di unicità e diversità che tutti si aspettavano. Caratteristiche importantissime, crediamo noi, visto che se questi nascenti esercizi commerciali andranno a fare concorrenza a quelli del Corso, ci domandiamo se ci sarà da mangiare per tutti….. Dovevano sorgere negozi di qualità e di marche molto differenti rispetto al centro, quali ad esempio FERRAGAMO, LAURA BIAGIOTTI ecc…. Ma non vorremmo, dalle notizie che ci arrivano, che alla fine l’offerta “portuale” diventi dello stesso identico tipo di quella fatta dai commercianti della zona blu. E speriamo pure che il “privato” non faccia il giochino di attirare i negozianti del centro verso i fondi del Porto, lusingandoli con affitti più bassi….perchè si vitalizzerebbe SI l’approdo turistico, ma si svuoterebbe la zona blu. E che volano sarebbe se non portasse nuove attività ma si riducesse solamente ad un “poggio e buca fa pari”? Il Porto è stato costruito, è lì e nessuno lo può negare, ma al di là del fatto in se che sarebbe davvero qualunquistico, crediamo che una forza politica e ogni singolo cittadino debba assumersi la responsabilità di vagliare i risvolti che questo possa comportare per il futuro di San Vincenzo; porsi domande ed esporre dubbi, quandunque se ne presentasse l’occasione. Perché solo così si può sperare che questa struttura possa dare un qualche risultato.

Anche al nostro interno ci sono persone totalmente contrarie ad un nuovo Porto, ma anche molti per cui era necessario migliorare quello precedente, seppur non in un modo così impattante, e soprattutto con l’iter che ci ha portato all’attuale opera e che tutt’ora si costella di atti davvero poco chiari e pochissimo improntati alle pari opportunità.

Ma non è tutto bello o tutto brutto. Ad esempio, la piazza a NORD, quella nuova, dal punto di vista “naturale” non è certo un granchè, e come fatto notare da alcuni, avere un capannone come vista lo è ancora meno. Però quando ci sei sopra e ti giri spalle al mare a guardare verso le case, ti da un’idea di essere tutt’uno con quelle. Certo, è una piazza sul mare (oddio…proprio così non è….) e il fine dovrebbe essere altro, però questa cosa l’abbiamo notata in più d’uno. Così, come abbiamo sopra detto, della vista che si ha da piazza del KIMERA. E la passeggiata sulla diga foranea, quando sarà terminata, crediamo che si presterà ad essere percorsa più che volentieri: la vista non cambia un granchè rispetto a prima, però visto che già si ventilava l’ipotesi di non farla neanche…..
Il MARINAIO poi….artisticamente non possiamo davvero dire nulla, chi meglio di un’artista può? Lo scopo di TALANI è sicuramente nobile, e un’opera d’arte di qualità e di quelle dimensioni quantomeno caratterizza San Vincenzo. Un bravo all’artista va anche da parte nostra.

Vogliamo terminare questa lunga disamina col prendere in considerazione gli obiettivi dichiarati, implicitamente o non, con quest’opera.

Primo obiettivo dichiarato: aumento dei posti barca. A fronte di una occupazione di spiaggia e mare enorme, l’aumento del numero dei posti barca è stato di 14 da 272 a 286. In compenso la flotta tipo e le tariffe hanno fatto sì che oggi i sanvincenzini siano relegati in un fazzoletto d’acqua che certo non contiene 272 barche.

Secondo obiettivo dichiarato: un vantaggio economico diretto per le casse comunali. Secondo noi assolutamente fallito.E illustriamo in dettaglio il perchè. Gli introiti che il vecchio porto garantiva al comune si aggiravano attorno ai 160.000€ l’anno. Oggi il canone è di 440.000 che, sottratte le concessioni demaniali e le imposte si riducono a 360.000€ circa. Solo nei primi quattro anni per gli interventi di lotta all’erosione dell’arenile e per la “pulizia” dai sassi si sono spesi circa 1.500.000€ ovvero una media di 375.000€ l’anno. Fate questi due veloci conti, e guardando al futuro...il Comune avrà si un'opera del tutto Pubblica fra 30 anni, ma in che stato di usura e "attualità"? Ricordiamo che l'ultima "revisione" dell'approdo sanvincenzino fu fatta proprio 30 anni fa.....se tanto ci da tanto fra 30 anni dovremo rifarne uno nuovo forse.....

Terzo obiettivo dichiarato: vantaggio economico per gli esercenti privati. Non è mai stato un obiettivo verosimile; sfortunatamente gli esempi che ci circondano (porti di Salivoli o Rosignano) dimostrano l’insussistenza di questo argomento. Uno “scherzo” che gli amministratori (e il privato) fanno a commercianti e imprese per assicurarsene il consenso. Ma abbiamo già detto poco sopra al riguardo, e sospendiamo dunque il giudizio nella speranza che i nostri timori vengano smentiti da copiosi affari per tutti quanti.

Quarto obiettivo dichiarato: sostituire il passaggio a livello con un attraversamento che permettesse il comodo accesso delle imbarcazioni. Fallito. Una progettazione irrazionale ha portato il nostro Comune ad avere due sottopassaggi esattamente delle stesse dimensioni cosicché i soldi spesi (indirettamente) dai cittadini per realizzare quest’opera sono stati gettati al vento. Chissà come mai il cantiere che può depositare le barche direttamente, senza dover passare la Ferrovia o il centro urbano in chissà che modo, è da ascriversi a SALES….

E le penali? Probabilmente non verranno fatte pagare, il trend storico sanvincenzino è quello, ma addurre a motivazione le pause estive…….come ha fatto il Geometra Comunale FILIPPI, è almeno scorretto. Per due motivazioni: la prima è politica, perché chi è delegato a rispondere su queste cose è l’assessore competente o eventualmente il sindaco, non un Tecnico Comunale.
La seconda motivazione è oggettiva e specifica.
Nel “programma generale si prevede l’ultimazione dei lavori (TUTTI) nell’arco temporale di 36 mesi “, pause estive che erano già state comprese. Nel “ cronoprogramma dei lavori di 1° stralcio, relativo alle opere marittime foranee….viceversa si prevede l’ultimazione in circa 12 mesi”. Questo sta a significare che per tutto il Porto, 36 mesi erano necessari e sufficienti per eseguire tutti i lavori, diga foranea inclusa, pause estive incluse e previste. Nel primo stralcio, in specifico, si prevede l’esecuzione, per la sola diga foranea, in un tempo di 12 mesi. E fin qui tutto ok.
Ora, andando avanti, tutti ricorderanno che i lavori “a mare” si sono fermati solo nell’estate 2007 : probabilmente solo ad Agosto, ma niente di ufficiale è reperibile, se non nella nostra e vostra memoria; ma volendo concedere i benefici del dubbio, e cioè che ci si sia fermati da Giugno ad Agosto, nulla comunque va ad incidere riguardo alla previsione dei 36 mesi sopra vista. Anzi, andiamo fino in fondo, e diamo un’occhiata ai dati ufficiali che sono reperibili.
La variante di inizi 2007, concessa dalla nostra amministrazione, ha allegato un nuovo schema del cronoprogramma



che prolunga di fatto i lavori alle opere marittime di almeno altri 16 mesi (!) e come potete vedere, addirittura non comprendendo alcuna pausa estiva (difatti poi non eseguita nell’estate 2008). Cioè, sintetizzando, i 36 mesi erano necessari per i lavori di tutto il Porto. Dai Cronoprogrammi risulta sempre che i lavori alla diga foranea (quelli oggetto di pause estive) durano 12 o 18 mesi e sono i primi lavori da eseguire ed eseguiti. Mai, quindi, anche in caso di pause estive, si andrà ad intaccare la conclusione dei lavori allo scadere dei 36 mesi!

Al di là della contrapposizione politica, noi speriamo che chi ha voluto vedere una forma di sviluppo in quest’opera ( a scapito delle libertà, piccole o grandi che le si consideri, che lo stesso PAESANO elencava in un suo commento del 09 Giugno scorso) davvero abbia visto lungo. Perché a noi non interessa aver ragione, interessa che i CITTADINI di San Vincenzo, TUTTI, possano guadagnare da un atto di questo tipo. Intanto cerchiamo ulteriori vie e modi per informarli. Certamente, e vorremmo che gli stessi cittadini cominciassero a rendersene conto, molte rimostranze fatte dal Forum o da Alternativa nel passato, non erano assolutamente campate in aria. A volte basterebbe spogliarsi di qualche pregiudizio, e ascoltare quello che viene detto……..anche solo per ricordarsene nel futuro…….e dire, “toh, quei puzzoni ce lo avevano detto 10 anni fa….”.

P.S. Le foto scattate da un semplice cellulare non sono un granchè, ma se ci cliccate sopra potete vederle a grandezza naturale, tranne un paio.


LA REDAZIONE

giovedì 20 maggio 2010

Pillole dal Consiglio. #1



MOZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE FORUM DEL CENTROSINISTRA PER SAN VINCENZO: POLITICHE URBANISTICHE Qui

Attraverso questa mozione, il FORUM, chiedeva alla amministrazione una decisa svolta nella politica economica e programmatica , verso la parziale conversione dell’attività edilizia (attualmente verso la quasi sola espansione) alla ristrutturazione urbanistica tendente al risparmio energetico e di risorse. Quindi bioedilizia , bioarchitettura e risparmio energetico, con l’introduzione di contributi per chi ristrutturasse in tal senso. Contributi che ovviamente dovevano servire proprio da volano per le ditte edili che troverebbero lavoro (e quindi possibilità occupazionali) in questa nuova risorsa. Le risposte da parte della maggioranza, sono state del tipo “Questa tipologia di approccio bloccherebbe l’economia edilizia, secondo noi, e per quanto riguarda i contributi, già la regione prevede l’erogazione di questi. Sarebbe dunque inutile e anche improponibile un’ulteriore esborso da parte Comunale. Inoltre ci parrebbe scorretto nei confronti dei cittadini che stiamo consultando attraverso il percorso partecipativo, tendere verso una possibile linea politica edilizia che magari si discosterebbe da quello che loro stanno chiedendo attraverso quegli incontri.” Salvo poi smentirsi ribadendo che “nella redazione del Piano Strutturale seguiremo gli indirizzi che ABBIAMO GIA’ approvato nell’avvio al procedimento al PS”. Per quel che riguarda gli incentivi, GIOMMETTI, ha detto che “Lui e i tecnici comunali si sono divertiti a fare un conto della serva di quanto andrebbe messo a bilancio per questa eventuale voce. Senza voler fare propaganda ma conti oggettivi, mettendo in conto un numero di 50 interventi, in cui i contributi agevolativi fossero il 10% della spesa di ristrutturazione, andrebbe messa a bilancio una spesa di 1,5-2 milioni di euro”(ndr Varrebbe a dire che il 10% di ogni intervento medio equivarrebbe a 30.000 euro, ovvero ogni intervento di ristrutturazione ammonterebbe, per GIOMMETTI e i Tecnici Comunali, a 300.000 euro…….fate voi….). DAVIDE LERA e MORANDINI, sono intervenuti dunque per dire che “Gli interventi di GIOMMETTI e maggioranza in generale, ci preoccupano perché dimostrano la totale mancanza di pianificazione: ci venite a dire che non sapete quanto, come e dove costruirete.Vi invitiamo a ricordare che nel programma elettorale avevate delle idee ben chiare in proposito, mentre oggi vi tenete tutto lo spazio disponibile per dire tutto e il contrario di tutto. A noi preoccupa questo tipo di approccio: avevamo già detto in un punto precedente di questa mancanza di conoscenza rispetto agli obiettivi che avreste dovuto prefissarvi. Anche seguendo i dettami del vostro programma elettorale”. Il Sindaco BIAGI intervenendo nel dibattito ha auspicato “la partecipazione degli stessi consiglieri e dei cittadini ai laboratori sul Piano Strutturale, per arrivare ad un qualcosa di più condiviso possibile.” Nella replica del relatore, BERTINI ha subito voluto porre l’attenzione “sul fatto che quando fate due conti con i tecnici chiamate anche noi, almeno ci divertiamo in di più. Perché i conti che avete fatto sono davvero una scemenza: mica abbiamo chiesto ristrutturazione totale di un appartamento o un edificio! Intendevamo anche singoli interventi atti al risparmio energetico quali ad esempio il rifacimento di intonaci con il famoso cappottino termico, o della facciata di un condominio. Interventi che singolarmente costerebbero al cittadino complessivamente 8-10 mila euro, non di più. Così come non potete tirare in ballo i tecnici e i cittadini, da aspettare per redigere un piano strutturale: mica li avete aspettati quando avete fatto e votato gli indirizzi del PS, che stabiliscono le linee guida di quello che poi verrà redatto. Tirate in ballo i tecnici che stanno approntando il piano conoscitivo sui dati del consumo di suolo e di risorse…….ma i dati ce li avete già, ce li ho io: +25% consumo acqua in più, +20% di rifiuti in 7 anni….lo avete scritto voi nei documenti di certificazione ambientale. Come è già venuto fuori negli interventi, anche in altri punti del CC, mica aspettate il parere dei tecnici e dei sanvincenzini per spostare l’area feste. La spostate, certo perché ci sono dei problemi rispetto alle abitazioni lì intorno, ma soprattutto perché nei campi prospicienti è già stato deciso che ci sarà una edificazione massiccia: la SALES ha acquisito da tempo la quasi totalità di quei terreni…..così come la LAZZI i campi di fronte al Guardamare! E lì sapete benissimo che passerà un indirizzo edificativi ben preciso.Ci fa piacere che vi diverta una iniziativa del genere atta a riconvertire parzialmente una attività che sul mercato è in crisi acuta.Ma bisognerebbe almeno dare atto della fattibilità di questa mozione, assumendovi la responsabilità della scelta politica di non essere d’accordo. Ma non lo fate.”

Vogliamo, a margine, far notare un fatto, se volete curioso, ma secondo noi molto indicativo. In questi giorni si sta svolgendo il Forum PA (un forum sulle pubbliche amministrazioni, che tenda a coinvolgere amministrazioni centrali e locali, imprese e cittadini sui temi chiave dell'innovazione) manifestazione a cui è stato dato risalto sui giornali e sullo stesso TELEVIDEO RAI. Ebbene l’argomento principale è stato che, nell’attuale congiuntura di crisi, si intensifichi il dibattito sulla green economy e sulla sua capacità di guidare un nuova fase di crescita dell’economia. Si legge che “lo scopo del convegno è quello di aprire una riflessione sul modello possibile di partecipazione del nostro Paese alla riconversione in senso ambientale dell’economia. Dal punto di vista occupazionale, l’impatto prevalente riguarda la metamorfosi di ruoli e professioni tradizionali, oppure si sta creando una domanda di professionalità contraddistinte del tutto nuove ed originali? Tra gli elementi incentivanti, quale ruolo sta giocando e quale potrà giocare in prospettiva la pubblica amministrazione centrale e locale? Quello che è certo è che la capacità della green economy di trasformare la sfida climatica in crescita economica e occupazionale dipenderà fortemente dalle politiche messe in atto per accompagnarne lo sviluppo”. Marco Baldi, responsabile Territorio e Istituzioni periferiche del Censis, ha affermato che “L'economia verde è uno strumento utile non solo per tutelare l'ambiente e le generazioni future, ma anche un approccio per il rilancio del sistema produttivo e dell'occupazione. Il problema del nostro Paese -ha sottolineato Baldi- è che al momento l'occupazione è generata dalla green economy, soprattutto nel settore delle rinnovabili e, molto spesso, è un'occupazione temporanea legata all'installazione e alla produzione energetica da fonti rinnovabili. Quello che dovremo cercare di fare, in futuro, è sviluppare nuove tecnologie in questo settore, così da diventare protagonisti di questa torsione verde dell'economia".Lo stesso EPIFANI non più tardi di due settimane fa affermava “Andare verso un'economia green produrrebbe in tre anni 70.000 posti di lavoro, con una forte propensione negli anni a venire. Un piano di micro opere infrastrutturali da realizzare a livello comunale, tramite una flessione intelligente del Patto di stabilità interno, aggiungerebbe 150.000 posti di lavoro"


Ma purtroppo,a San Vincenzo è troppo difficile pensare di forzare la mano a quei poteri che sostengono l’amministrazione e ne determinano le scelte, chiedendogli di investire nello sviluppo e riconversione parziale della loro attività, quando è invece più facile e immediato accedere con i mezzi e le capacità attuali agli stessi guadagni ottenuti magari con accomodanti scelte d’indirizzo.

LA REDAZIONE

martedì 30 giugno 2009

Bandiera nera 2009

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Colgo diversi elementi fuorvianti nella discussione sulla bandiera nera che si è sviluppata in coda al post precedente.
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In primo luogo se si potesse superare la polemica sulla sconfitta e sul “rinnovamento” sarebbe magnifico. L’ho scritto chiaramente nell’articolo post elettorale: il Forum del centrosinistra ha ottenuto un risultato allo stesso tempo deludente e comunque importante (andare a rileggere il passaggio, è abbondantemente motivato).
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COME SEMPRE, nessuna preclusione al rinnovamento anzi, l’importante è non imboccare la deriva “giovanilistica” da altri intrapresa. Se si parla di contenuti (e sarebbe bene), ci sono sempre più numerosi segnali, più e meno tangibili, che indicano in modo inconfutabile come la nostra analisi del contesto socio economico sanvincenzino fosse più che esatta. Avanti dunque tenendo ben saldi a noi i nostri valori.
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Comunque, come sempre, qualche lettore del blog cerca di creare scontri su un evento che non può crearne affatto. Legambiente assegna per la terza volta la bandiera nera alla nostra Amministrazione. Questo ci deve dividere in tifosi della bandiera nera e non? Semplicemente questo dovrebbe far riflettere coloro che si sono ostinati a raccontare che l’Amministrazione vuol solo riqualificare e fare case per le giovani coppie.
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Forse Amministratori in carica e non, dovrebbero riflettere sulla filosofia di “sviluppo” sin qui adottata e sulle politiche urbanistiche approvate. Naturalmente tutto ciò richiederebbe uno sforzo che non so se gli amici del PD sarebbero pronti a sostenere: elaborare una nuova linea politica, un’altra concezione di “sviluppo”.
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Molto meglio scagliarsi contro chi, politicamente, rappresenta e condivide le critiche espresse da Legambiente, ovvero il Forum del Centrosinistra. Meglio urlare contro una forza coerente di opposizione che non nasconde certo di condividere pienamente le motivazioni di Legambiente ma che, come la stessa associazione ambientalista peraltro, non è affatto contenta della terza assegnazione a San Vincenzo della Bandiera nera.
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Questo vessillo è un simbolo, è un sintomo. Significa che, a parere di alcuni sprovveduti come il Forum del Centrosinistra, Vezio de Lucia, Asor Rosa, Salvatore Settis, Legambiente … San Vincenzo sta correndo velocemente verso l’esaurimento delle risorse fondamentali: acqua e suolo su tutte.
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A dimostrazione di questo si rimanda alla lettura dei dati circa produzione di rifiuti, consumi di acqua, energia e gas, contenuti nella dichiarazione ambientale con cui San Vincenzo ha incredibilmente ottenuto la certificazione Emas. Se qualcuno avesse voglia, anziché interpretare oggi l’elettorato di Biagi, ieri quello di Lera domani quello del Forum, di rispondere sui dati, farebbe cosa gradita.
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Nel frattempo, ringraziamo Legambiente che, con il suo lavoro di monitoraggio e controllo agisce da Istituzione e può svolgere un importante ruolo di sensibilizzazione della cittadinanza oggi troppo attenta ad altro per accorgersi che stiamo parlando del futuro e del presente di tutti e di ciascuno.
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Per quanto riguarda poi le dichiarazioni comparse sulla stampa, col loro guazzabuglio di contraddizioni e non sensi, sarebbe meglio soprassedere. Diciamo solo a Biagi che se si afferma nel primo paragrafo che Legambiente non è informata bene su Rimigliano e tre righe sotto che c’è stato un tavolo e Legambiente è perfettamente informata, si cade in contraddizione. Diciamo agli operatori turistici che prendersela con Legambiente, che ha giustamente sanzionato una previsione urbanistica sciagurata, accusandola di compromettere la nostra risorsa turistica è un po’ come accusare di omicidio il Tenente Colombo perché ha trovato il cadavere e vi conduce delle indagini.
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Chi compromette le nostre risorse è colui che pianifica il territorio in modo sciagurato. Legambiente attraverso la sua attività cerca di sensibilizzare i cittadini su questo punto fondamentale a tutela delle risorse e dell’economia. Mi pare cha ancora una volta si guardi il dito che indica la luna. Qualcuno lo fa per abitudine, altri perché non hanno voglia di rispondere nel merito e scelgono una posizione di comodo, altri ancora perché l’importante è che il privato di turno ci guadagni.
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BerN
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venerdì 19 giugno 2009

La politica del fare (come ci pare)

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In un lungo articolo del Tirreno Biagi ritorna a polemizzare con Settis che aveva osato sollevare (in modo elegante) il problema della cementificazione della costa ed in particolare di San Vincenzo.
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Non potendo rispondere sui dati, che sono impressionanti e confermano l’enorme consumo di suolo, risponde con LA POLITICA DEL FARE. Ma che cos’è la politica del fare?
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Non lo saprei dire e temo che neppure chi la rivendica a sé ne abbia idea. O meglio è un concetto astratto sufficientemente ampio da potersi dimostrare permissivo nei confronti di qualsiasi piano presentato al Comune.
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Per politica del fare si intende quel preciso filone politico che intende la trasformazione come il bene a prescindere dal giudizio di merito da dare alla stessa trasformazione. Non importa se una speculazione edilizia in una Tenuta agricola che dovrebbe essere parco naturale sia un danno per il territorio, il paesaggio, la collettività o un bene. L’importante è fare … poi si vedrà.
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Riportato ad un contesto domestico è come se il vostro/la vostra convivente vi proponesse di mettere un bidet in cucina. Ma che ci fate col bidet in cucina? Se vi ponete questa domanda siete antichi, comunisti e volete affamare i vostri cittadini. Avanti la politica del fare! E avanti la retorica del fare (discorsi).
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Ovviamente parliamo di un preciso pensiero FUNZIONALE ad esigenze amministrative molto particolari. Ovviamente parliamo di percorsi amministrativi che GENERANO CONSENSO.
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Ma chi ce l’ha il copyright della politica del fare? Leggete una delle tante citazioni che ho trovato:
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"... Ripulire Napoli dai rifiuti, salvare la nostra compagnia di bandiera, assicurare la sicurezza dei cittadini, regolare l' immigrazione, ridurre la spesa pubblica e gli sprechi, premiare il merito nella pubblica amministrazione, tornare al rigore negli studi, non è un format fondato sulla semplificazione. è semplicemente una politica del fare, che risponde alle esigenze e alle preoccupazioni della stragrande maggioranza dei cittadini: di destra e di sinistra. Quando lo capiranno non soltanto gli intellettuali o i brillanti editorialisti di Repubblica, ma soprattutto gli esponenti politici della sinistra, avremo sbarazzato il terreno da pericolosi equivoci e facili illusioni, e fatto un passo avanti sul terreno del confronto utile."
-->SANDRO BONDI
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Sandro Bondi ringrazia Michele Biagi per aver accettato supinamente di attribuire alle ideologie della destra l’egemonia culturale anche nelle amministrazioni cosiddette di centrosinistra (continuiamo così, facciamoci del male).
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La politica del fare è stato da sempre il cavallo di battaglia del Presidente del Consiglio. C’è chi afferma sulla stampa che se invece di Biagi fosse stato Sindaco il Prof Settis, San Vincenzo avrebbe rischiato di passare al centrodestra. Questo non è dimostrabile, inutile soffermarcisi.
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Il dato che emerge è però che, come sempre, nonostante la crescita nazionale e la campagna elettorale aggressiva del centrodestra di Lera, Biagi ha vinto con tanti voti di destra. Tanti davvero.
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Questo perché le politiche del fare che persegue Biagi sono politiche di destra. C’è chi pensa che le etichette destra – sinistra siano superate. Oramai si deve guardare solo al bene dei cittadini. Questa ovvietà glissa sul fatto che ci siano vari modi di interpretare il bene della società.
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Comunque se vogliamo evitare l’etichetta di destra, fermiamoci a dire che questa politica del fare (condivisa, propugnata ed esaltata da Silvio Berlusconi e dal Sindaco Michele Biagi) intercetta, non a caso, molti voti di cittadini che alle europee hanno messo la croce sul PDL e sulla Lega. Insomma San Vincenzo non può rischiare di avere una amministrazione di centrodestra. San Vincenzo ce l’ha un’Amministrazione di centrodestra, da diversi anni. Un'Amministrazione che nel pianificare le scelte territoriali fa fare un po' quel che capita.
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Come si possa poi tenere insieme senza scivolare nel ridicolo, ulteriori espansioni delle urbanizzazioni a San Vincenzo con la tutela dell’ambiente e del paesaggio come dichiara di voler fare il rieletto Sindaco è mistero che sfida le leggi della fisica. Biagi sa bene che per tutelare l’ambiente la prima cosa da fare è quella di eliminare l’avvio di Piano regolatore approvato dalla sua stessa maggioranza alcuni mesi fa e di formularne un altro improntato al consumo di suolo zero.
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Conoscendo tuttavia la composizione della giunta, possiamo legittimamente disperare in cambiamenti di tale natura. Continuerà la politica del fare (come ci pare) e la retorica del fare (chiacchiere fumose).

BerN

Alla citazione di Sandro Bondi, si potrebbe contrapporre un altro testo, ci perdoni il Ministro poeta, di maggior eleganza:
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« ... lo conosciamo bene il vostro finto progresso, il vostro comandamento "ama il consumo come te stesso"..e se voi lo avete osservato fino ad assolvere chi ci ha sparato verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte: voi non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo.»
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martedì 2 giugno 2009

Settis e De Lucia ci copiano!

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Visto un commento al precedente post preciso che non crediamo né che Report ci copi né che il prof. Settis e il prof. De Lucia si ispirino all’attività politica del Forum del Centrosinistra per San Vincenzo quando esprimono le loro opinioni sulla stampa.
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Tuttavia quando si registra una sintonia tale tra ciò che andiamo asserendo da anni e le prese di posizione di importanti esponenti del mondo della cultura, non si può che evidenziarla con un pizzico d’orgoglio.
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Ieri sera a Venturina, in una sala comunale strapiena, i due ospiti, moderati da Rossano Pazzagli hanno ben inquadrato la questione del consumo di suolo e della distruzione del paesaggio mettendola in correlazione con la crisi economica globale e del settore edile in particolare.
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Alcuni dati che dimostrano che la pianificazione pubblica è ormai del tutto sottomessa agli interessi particolari, ci vengono dalle previsioni dei piani regolatori di tutt’Italia (a partire da Roma, dove l’ultimo atto di Veltroni prima di dimettersi, è stato quello di approvare un Piano che prevede 15.000 ettari di consumo di suolo con ben 70.000.000 di metri cubi di edificazioni) e dal moltiplicarsi di infrastrutture di cui molto spesso non si riesce a capire la pubblica utilità.
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Il territorio non più considerato come bene pubblico dunque ma come merce per soddisfare appetiti economici che divorano le campagne ma non danno casa a chi né ha bisogno, distruggono coste e luoghi di interesse storico, ma non creano opportunità di lavoro …
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Sono stati evocati, come lontani e sbiaditi esempi di un’altra concezione politica del bene pubblico, gli esempi del Parco di Rimigliano (progetto anni ’70 quando vennero stralciati 300.000mc di edificazioni dalla Tenuta), degli espropri alla Sterpaia, dello stralcio del milione e ottocentomila mc di edificazioni dal promontorio di Populonia …
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Scelte che sono lontanissime da una pratica urbanistica accondiscendente con interessi particolari di ogni sorta. Unico neo della serata, l’assenza di tutti, DICO TUTTI, i sindaci uscenti, l’assenza del Segretario Val Di Cornia del PD Matteo Tortolini, l’assenza degli assessori all’urbanistica uscenti …
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Insomma due personaggi come Settis e De Lucia parlano in pubblica assemblea e le maggioranze uscenti, vedono bene di non andare a sentire quello che dicono. Peccato, la presenza di molti di loro avrebbe sicuramente contribuito a spiegare a queste persone che hanno idee “piccole, rancorose, conservatrici” qual è il modo giusto di gestire il territorio e quali meravigliose prospettive per la collettività le ricette messe in atto dai sindaci della Val di Cornia offrano.
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Tortolini & C, insegnateci! Non siamo cattivi, magari ci mancano le conoscenze giuste.
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BerN
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lunedì 1 giugno 2009

Forum copiato

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Una domenica sera davanti alla televisione e l’inquietante scoperta: “Report” ci copia!
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Sabato sera il Forum ha promosso un’iniziativa elettorale sul territorio e l’ambiente (invece di offrire cene …) in cui si sono messe in evidenza le opportunità tecniche per edificare e ristrutturare secondo i criteri di bioedilizia e bioarchitettura.
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Marco Mantovani con la sua esperienza pratica, e Damiano Bianchi con una interessante carrellata su materiali e tecniche possibili per il risparmio energetico e una migliore qualità della vita, hanno dimostrato abbondantemente la fattibilità e l’importanza di tali iniziative.
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Volevamo argomentare un punto essenziale del nostro programma: sarebbe vantaggioso per la collettività se anziché procedere a nuove edificazioni distruggendo aree agricole e paesaggio e consumando una risorsa limitata come il territorio, si ristrutturassero, accogliendo le tecniche di bioedilizia, gli immobili esistenti.
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Ha concluso Rossano Pazzagli che ha esteso il discorso alla qualità della pianificazione e al rapporto tra interesse pubblico e privato.
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Infatti questa è la radice dei nostri problemi: l’urbanistica contrattata col privato, quella che Lera e Biagi invocano e praticano per Rimigliano, un metodo che anziché far derivare dalle necessità della collettività la gestione del territorio, subordina la tutela di una risorsa esauribile alla rendita di qualche soggetto privato.
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Praticamente quello che abbiamo potuto ascoltare ieri sera dall’autorevole trasmissione “Report”. Chi se la fosse persa può andare sul sito e notare come la nostra piccola realtà sia affetta dagli stessi enormi problemi di Roma, di Milano ecc …
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E mai come in questo caso è stato distante dalla realtà il detto “mal comune mezzo gaudio”.
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BerN
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venerdì 29 maggio 2009

GALLERIA SOTTO LE STELLE

Presentato il progetto di copertura della zona blu.
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Alla fine del dibattito e dopo le molte domande, ecco le molte - confuse e contraddittorie - risposte. Si parla di fare del centro urbano un centro commerciale con una lunga passeggiata coperta ma trasparente eliminando gli attuali gazebo che, ora che siamo sotto elezioni, non piacciono più né a Biagi né a Lera (che ha in lista Morandini, assessore anche ai gazebo fino a due anni fa).
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Dunque per togliere i gazebo si fa una galleria d’alluminio apribile e chiudibile di ben 350 metri e dal costo su cui i tecnici non hanno voluto nemmeno tentare una stima di massima.
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Ci vuole coraggio, bisogna innovare, è un progetto coraggioso, è una realizzazione innovativa, va nel segno della qualità … Ci sarà anche lavoro perché è stato spiegato che tutta la struttura va pulita una volta al mese (immaginate la sabbia e la salsedine cui sarebbe esposta con lo scirocco e con il vento di mare).
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Sempre la stessa solfa con tanto di definizione di “grande opera” e di ammicco al volano dell’economia. Archiviata la pratica porto serve un altro mastodontico progetto fuori scala e in grado di divorarsi un altro pezzo di caratteri architettonici identitari per la nostra comunità.
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La copertura sarebbe una lunga galleria stile aeroporto molto bassa e soffocante (nel centro 2,5 metri) tutta in vetro che se non venisse oscurato (come da disegni) produrrà un effetto serra che renderà invivibile il corso da maggio a ottobre. Se venisse oscurato con tessuti particolari, come ventilato ad un certo punto della presentazione, la dizione “galleria sotto le stelle” diverrà una colossale scemenza. Infine se venisse oscurato con pannelli fotovoltaici, come ventilato in un altro momento della presentazione, sarà un luogo molto freddo d’inverno e decisamente poco piacevole per i residenti nelle case del corso.
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Si è presentato insomma un progetto che, per raccogliere i consensi di tutti, è tutto e il contrario di tutto: passeggiata centrale (usando lo spazio liberato dai gazebo) ma anche spazio destinato ai tavolini che oggi sono sotto i gazebo (e allora dove si passeggia?), tetto trasparente per vedere le stelle e perché da sopra si veda la via, ma anche tetto coperto per fare ombra o per produrre energia …
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Un progetto “d’impatto, invasivo, pesante” come è stato definito dagli stessi progettisti. Un progetto che è stato avallato senza esitazione da Biagi e su cui Lera non si è voluto esprimere. Dopo tutti i chiarimenti me la sento di prendere un impegno preciso e semplice.
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SE DOVESSIMO VINCERE LE ELEZIONI UN SIMILE PROGETTO NON SAREBBE PORTATO AVANTI DALLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
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Non se ne ravvisa infatti la necessità, la ragione economica e la possibilità di integrazione nel contesto urbano. Il corso d’inverno è deserto perché mancano iniziative in grado di richiamare turisti e residenti nella zona pedonale e non perché ogni tanto piove. Se così fosse nelle giornate serene in inverno sarebbe affollato di turisti. Invece...
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Un investimento di tali proporzioni perché i gabbiotti sono brutti è insensato. Esistono soluzioni leggere ed amovibili per eliminare l’impatto estetico dei gazebo e liberare l’area pedonale. Inoltre le vere emergenze, come la scarsa sicurezza della zona blu, dove transitare coi mezzi di soccorso è decisamente problematico, non vengono risolte da un simile progetto che, anzi, le aggrava.
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E dopo tale infernale discussione uscimmo a riveder le stelle.
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BerN
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venerdì 15 maggio 2009

NO AL PIANO CASA, Sì AL PIANO LAVORO

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In risposta a quanto comparso sul Blog del candidato Lera e sul Tirreno.
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Come agire su un territorio colpito dalla speculazione edilizia che ha cancellato attrattive e qualità del paesaggio? Innanzi tutto chi, come fa il candidato Sindaco Davide Lera, si dice favorevole al “piano casa” di Berlusconi ma contrario alla speculazione edilizia, è già in grave contraddizione. Il Piano casa deriva dall’idea che ampliando e costruendo si fa reddito a prescindere dal perché, dal come o dal cosa si costruisce.
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Quest’errore c’ha portati sull’orlo di una gravissima crisi. A San Vincenzo si sono costruite centinaia di seconde case e ciò ha prodotto rendita per pochi, l’impossibilità di trovar casa per i giovani, e un territorio cementificato e dequalificato.
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Pensiamo ai dati ISTAT riportati dal Prof. Settis sul Tirreno: negli ultimi 15 anni in Trentino Alto Adige il consumo di suolo è aumentato del 2,7% contro il 26,1% della Calabria. Se quello che affermano Berlusconi e i suoi discepoli locali fosse vero, in Trentino si dovrebbe fare la fame mentre la Calabria dovrebbe essere una delle regioni più ricche d’Europa. Così non è, ci pare.
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Adesso la crisi internazionale OBBLIGA ad una transizione che può determinare spaventose conseguenze sociali ed economiche. Le case si vendono con difficoltà. Quel mercato che alcuni hanno voluto immaginare come perennemente in ascesa, è in crisi. In un momento come questo, il piano casa compromette le risorse territoriali residue ed è economicamente dannoso.
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A San Vincenzo Biagi e Lera vogliono costruire persino a Rimigliano, una grande risorsa per il Comune dove il Sindaco uscente vuol realizzare 250 seconde case e un albergone di 7.000 mq mentre lo sfidante di destra, sostenuto da diversi ex assessori come Morandini, Dani e Sergio Giomi, propone di realizzare alberghi e abitazioni di “qualità” VICINE AL MARE. Questi progetti erano già superati negli anni ’70.
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La nostra proposta di pieno recupero di ciò che c’è nella tenuta (12.500mq) da destinarsi ad attività alberghiera e parallelo potenziamento dell’attività agricola, è più che remunerativa per il privato e rappresenta una forte opportunità per l’interesse collettivo.
E ancora, Biagi e Lera pensano di buttar giù mezzo palazzo comunale per farci un albergo e Biagi vuol buttar giù le scuole per costruirci appartamenti!
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Oggi occorre puntare tutto sul recupero dell’esistente e sul restauro del patrimonio edilizio. Occorre mettere a disposizione risorse per le ristrutturazioni con recepimento delle tecniche di bioedilizia e bioarchitettura. Così facendo il settore dell’edilizia manterrebbe gli attuali livelli di lavoro non occupando nuovo suolo ma migliorando l’efficienza degli edifici esistenti. Si creerebbero inoltre nuovi posti di lavoro, ANCHE QUALIFICATI, nell’indotto.
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Ci vogliono aziende che producano pannelli isolanti, infissi, pannelli fotovoltaici e termici… Un’enorme opportunità che parte dalle esigenze dei cittadini, poco esposta alle crisi finanziarie, in grado di generare un circolo virtuoso di progresso sociale, economico e ambientale.
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Gli interventi da realizzare al più presto sono quelli dell’edilizia popolare visto che la speculazione ha negato il diritto alla casa soprattutto ai giovani.
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Da parte nostra non c’è nessuna “paura” dell’urbanistica. Noi abbiamo un piano pubblico innovativo per tutelare le nostre risorse territoriali ed identitarie e sappiamo come applicarlo con misure concrete e semplici. Per uscire da questa grave crisi gli stessi discorsi e le stesse ricette di cinque anni fa, non sono più buone. Ci vuole una nuova classe politica con idee adatte ad un nuovo scenario che presenta grandi rischi ed offre, a chi saprà dare risposte adeguate, grandi possibilità.
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BerN
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martedì 28 aprile 2009

COLPO IN PRIMA

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Il Tirreno di oggi riporta in prima pagina con rimando a pag 11 un intervento del Forum circa la gestione del territorio a San Vincenzo. Per tutti quelli che non hanno letto il giornale ecco il testo integrale.
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"L’appello del professor Settis per bloccare l’ondata di cemento che ha invaso San Vincenzo costituisce un monito per chi governa il Comune e la Regione. Quello che è accaduto a San Vincenzo, come in altre realtà della Toscana, dovrebbe far riflettere. Come dimostra puntualmente il professor Settis, nessun rapporto è rintracciabile tra crescita demografica, domanda di nuovi alloggi e quantità di case realizzate. L’assessore Conti conferma il giudizio.
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Conti ammette infatti che «San Vincenzo non è soltanto una realtà troppo edificata, ma non è neanche una bellezza!». A difendere gli esiti di questo cedimento alla rendita resta solo il sindaco di San Vincenzo, Michele Biagi, il quale, davvero goffamente, continua a chiamare “riqualificazione urbana” lo scempio del territorio. Senza nulla togliere ai demeriti di Biagi, bisogna dire che quei risultati, oggi tanto deprecati, sono il frutto di decisioni condivise proprio dalla Regione e dall’assessore Conti.
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Gli effetti sono stati devastanti, soprattutto per il territorio rurale invaso da seconde case e capannoni sparsi che cancellano il confine tra città, paesi e campagne. San Vincenzo è un paradigma di questo modello distruttivo, che non ha risparmiato neppure le stupende colline che dal mare risalgono verso S. Carlo. Biagi e Conti hanno previsto la stessa sorte anche per la tenuta di Rimigliano con una variante che prevede alberghi e seconde case in quello che, un tempo, veniva ritenuto un parco naturale.
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Ma il fenomeno è ben più vasto. Osservando la Toscana dall’alto ci accorgiamo che, con la sola esclusione di Grosseto e in parte di Siena, la tendenza è alla saldatura dei capoluoghi di Provincia. Viaggiando sulle strade toscane, con l’esclusione della Maremma e delle colline senesi, si attraversano territori nei quali si ha la percezione di una continuità costruttiva, dove piccoli campi si alternano a sempre maggiori nuclei edificati. In gioco è l’identità stessa della regione e la possibilità di rilanciare la sua economia.
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Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che la speculazione finanziaria legata alla crescita dei valori immobiliari, è stata una delle cause della crisi mondiale che ha travolto l’economia reale. Come dovrebbe essere chiaro che l’edilizia, di per sé, non garantisce sviluppo e benessere duraturo.
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Occorre tornare ad investire sull’edilizia popolare per evitare la fuga dei residenti che oggi si verifica dalle realtà turistiche e puntare tutto sull’adeguamento ai criteri di bioedilizia del patrimonio immobiliare pubblico e privato. Viceversa saranno compromesse irrimediabilmente le risorse fondamentali che costituiscono il futuro di una comunità. La replica del sindaco Biagi è distante anni luce da queste riflessioni. Ci chiediamo se, dopo il giudizio così gravemente negativo, l’assessore Conti senta il bisogno di fare qualche autocritica e di dire al sindaco come deve cambiare l’urbanistica a San Vincenzo e nelle molte altre realtà toscane che presentano gli stessi problemi.
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Noi proponiamo una soluzione semplice: una nuova amministrazione che separi gli interessi della comunità da quelli dei gruppi affaristici che la condizionano. Si torni insomma a far politica nell’interesse dei cittadini."
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BerN

lunedì 23 febbraio 2009

La notte dei morti riviventi

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La vostra esistenza è un po’ vuota? Non vi pare che il mondo sia grigio, triste, noioso? L’Amministrazione pensa alla qualità della vita dei cittadini ed ecco subito il rimedio: ripassa in Consiglio comunale il documento degli indirizzi politici programmatici per la formazione del nuovo piano strutturale.
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Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?
Evidentemente è talmente gustoso da richiedere una seconda discussione pubblica. Un po’ come succede per il bis richiesto ad un artista. In questo caso però, noi eravamo abbastanza soddisfatti col primo passaggio e non avevamo invocato il bis. I consiglieri di maggioranza non hanno chiesto nulla e … sarete mica stati voi, stimati lettori, a volerci infliggere questo flagello?
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Ridiscutiamone alias replica d’una tragicommedia bella assai.
La ridiscussione di un documento come quello degli indirizzi politici per il piano strutturale è un’occasione di intrattenimento più unica che rara e un “ultimo appello” per chi si fosse lasciato sfuggire la prima.
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Peraltro vediamo confermati i nostri maligni sospetti sulla natura dell’atto. La domanda da noi posta fu: è corretto avviare un piano strutturale prima delle elezioni? Che si può anche spingere in una traduzione del tipo: Starete mica facendo campagna elettorale a spese del territorio?
Ecco che a tre mesi dalle elezioni l’Amministrazione ribadisce che, se avrete la cortesia di riconfermarla, ci sarà un’altra ondata di cemento degna del predecessore Roventini.
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E noi?
Rimane poco da dire: il documento sarà discusso e votato ma è solo una bozza senza alcun valore amministrativo. In realtà nella gran parte della cittadinanza, se conosciuto, questo imperdibile documento avrà l’effetto d’un boomerang perché -esclusi quei soggetti legati direttamente ai “poteri forti” che saranno tentati dall’offerta- la stragrande maggioranza dei cittadini avrà la prova scritta e controfirmata delle intenzioni calcinaie della prossima eventuale amministrazione
Biagi.
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La maggioranza sottovaluta gli effetti sociali e politici della crisi. Non è promettendo di far fare grandi affari ai soliti noti che si acquista consenso in tempi come questi. Un errore tattico molto grave in campagna elettorale che gioca a nostro favore e, se gli elettori ci daranno una mano, a favore del territorio e della cittadinanza.
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A favore di chi?
Già per le prossime amministrative non è ancora pronto il programma né tantomeno la lista. È dunque necessario continuare a lavorare e farlo, tanto per cambiare, in pubblica assemblea: VENERDì 27 ORE 21:00 sala multimediale.
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Siete attesi.
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BerN
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martedì 3 febbraio 2009

Errata Corrige

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Sono in debito di un paio di precisazioni a proposito del post "Progetti in crisi".
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Primo: la progettazione di via del Castelluccio non è stata affidata all’esterno, chi scrive aveva capito male, e chiede perdono, la cosa non toglie nulla alla sostanza del post scritto qualche giorno fa, altre opere si possono citare (Cinema Verdi, Sala polivalente ed altro).
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Secondo: il pezzo in questione ha una struttura e una “gerarchia” formale. Il problema che si solleva è l’uso e abuso della pratica di affidare a professionisti esterni incarichi e progettazioni che potrebbero essere tranquillamente svolte dal personale dell’ente.
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Che il succo fosse questo mi pareva chiaro, da qui deriva che il Forum del Centrosinistra, e chi scrive in particolare, non ritiene affatto che l’Area 1 sia affollata da “fannulloni” che non sanno come riempire la giornata. Al contrario pensiamo che l’Amministrazione compia regolarmente la scelta politica di non sfruttare le competenze che ci sono nell’ente pur di finanziare copiosamente alcuni professionisti esterni.
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Dunque colpa del personale se il livello politico sceglie di sperperare il denaro pubblico in questo modo? No, evidente. In particolare quando si è scritto che si mantengono i geometri e l’architetto inattivi si intendeva semplicemente polemizzare con un’Amministrazione che, pur avendo professionalità al suo interno va a cercare professionisti altrove con grave danno economico e con – immaginiamo – un mancato riconoscimento al personale stesso.
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L’inattività sta in relazione alle spese “milionarie” nella legislatura (che il livello politico sceglie di effettuare a danno dei cittadini e dei dipendenti) e che fanno venire i brividi. A causa di tale scelta e rispetto a tali progetti i dipendenti sono - loro malgrado - inattivi.
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Se il pezzo precedente era ambiguo su questo, chiedo scusa a chi possa esserne stato offeso, tuttavia a testimoniare che tale era l’interpretazione da dare al post non c’è solo il contesto chiaro ed inequivocabile in cui erano inserite alcune espressioni, c’è anche l’azione politica di questo gruppo dalla sua origine ad oggi.
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Bene ha fatto chi ci ha segnalato l’inesattezza e la possibile ambiguità. L’opposizione in Consiglio Comunale si attua mediante un duro lavoro di volontariato, se i cittadini danno una mano può venir fuori un buon lavoro, se i cittadini abbandonano i rappresentanti a loro stessi è del tutto evidente che tale lavoro può non tener conto di una moltitudine di punti di vista che rappresentano una ricchezza straordinaria.
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La ricchezza che cerchiamo con il primo incontro di VENERDì 6 ore 21:00 alla sala delle esposizioni, ripartendo da zero e ridefinendo insieme connotati del programma e delle candidature.
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Nicola Bertini
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martedì 20 gennaio 2009

Progetti in crisi

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Non è facile capire perché il Comune di San Vincenzo affidi valanghe di incarichi a professionisti esterni (soprattutto architetti e geometri) quando ha personale in abbondanza negli uffici del, tra poco ex, palazzo comunale.
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Sta di fatto che, se c’è da progettare la variante al piano strutturale per Rimigliano (prescindendo per un attimo dal merito della stessa), o il piano particolareggiato della spiaggia, oppure il semplice rifacimento di Via del Castelluccio, occorre affidare ad un professionista esterno il lavoro in questione.
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Ovviamente quando poi l’Amministrazione dichiara in Consiglio Comunale che tenere le scuole Fucini espone a forti spese di riscaldamento, si dimentica di dire che tenere inattivi dieci geometri e un architetto espone a spese milionarie (purtroppo in euro) nel corso di un mandato elettorale.
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Sapere che con i soldi dei cittadini si realizza un tale spreco fa venire freddo. Sarà per questo che il riscaldamento delle Fucini ha costi così insostenibili?
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Eppure dal 2000, anno di entrata in vigore del nuovo Regolamento Urbanistico che ha causato l’ondata di cemento che conosciamo, le Concessioni ediliezie, i permessi di costruire, i piani attuativi, sono sicuramente diminuiti drasticamente di numero (a memoria mi pare che il picco fosse attorno al 2002) e con queste è diminuito il lavoro degli Uffici.
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Visto che il vecchio Piano Strutturale ha già esaurito i suoi 500.000 e rotti metri cubi, per tornare a vomitare cemento sul territorio, l’Amministrazione ha già predisposto una sottospecie di documento per il prossimo PS.
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Nuovo Piano Strutturale che, siamo pronti a scommetterci, verrà realizzato col massimo apporto del lavoro di professionisti esterni e con il minimo contributo degli Uffici, dunque col massimo sperpero di denaro pubblico. Sempre, ovvio, che non cambi maggioranza.
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A tal proposito ecco pronta un’interrogazione – breve, breve – per il prossimo Consiglio Comunale:

In relazione al lavoro svolto dall’Area 1 – Servizi per il Territorio negli ultimi anni;

Si chiede
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Il numero di concessioni edilizie, permessi di costruire e DIA, rilasciate, ogni anno a partire dal 2000;
Le somme spese per consulenze esterne e incarichi a professionisti esterni (e comunque tutte le spese per incarichi a professionisti esterni per progetti, collaudi e quant’altro), con dettaglio annuale a partire dal 2000;

Sarà mica che pensionati cassintegrati, operai, precari devono tutti insieme sacrificarsi per garantire un reddito, in questo drammatico momento di crisi ai liberi professionisti?
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BerN
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martedì 9 dicembre 2008

Comune addio.

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Tra feste e comunicati stampa grondanti entusiasmo è stato pubblicato il “programma triennale dei lavori pubblici”. Ci sarebbe molto da dire e molto diremo su questo riassuntino di come verranno spesi i soldi nel Biagi bis (sempre che Biagi bis ci sia) ma intendo mettere a fuoco solo la pag 9: “elenco degli immobili da trasferire”.
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Certo, elenco degli immobili da vendere sarebbe stato di cattivo gusto, sarebbe stato sincero, ma di cattivo gusto. Così è più civile, è più digeribile per tutti. Vendiamo le ex Scuole Fucini potrebbe dar fastidio a qualcuno mentre “trasferiamo le ex Scuole Fucini” è molto meglio.
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Già perché a pagina nove c’è scritta una sola cosa (per fortuna): ex scuole Renato Fucini. Non mi dilungo sul significato dei luoghi hanno avuto una funzione sociale fondamentale in passato per una comunità giovane come quella sanvincenzina. Mi interessano di più le parole: “ex scuole Renato Fucini”.
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C’è un’altra definizione per quell’edificio? Non è forse più logico chiamarlo “attuale palazzo comunale”? Infatti quell’immobile è sede di molti uffici del Comune ed è difficile immaginare un immobile più utilizzato di quello. Chiamandolo ex scuole Renato Fucini sembra quasi che nessuno stia usando il palazzo che invece è un brulicare di persone e di cui sono stati appena rinnovati gli ambienti interni: si sono imbiancati i muri, si sono spostati, riadattati aggiunti e tolti mobili …
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Nel 2009, cioè tra qualche mese, l’Amministrazione vuol “trasferire” l’attuale palazzo comunale e, almeno che non gli vogliano mettere le ruote, vuol dire che lo venderanno. Naturalmente ci sarà da chiedersi dove diavolo mettere gli uffici. Non nel palazzo Alliata, l’altro pezzo della sede comunale che ha particolari architettonici di pregio (pensiamo alla doppia scalinata) che impongono un rigoroso rispetto degli attuali ambienti interni e che pertanto risulta saturo. Forse a piano terra della biblioteca ma come? Con quali rinunce? A che prezzo?
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Si tratterebbe di rinunciare alla sala per riunioni più grande oggi a disposizione nel Comune. Si tratta di sbudellare un’altra volta il “palazzo della cultura”, oggetto di lavori appena due anni fa, si tratta di spenderci altri soldi per qualcosa che potrebbe essere semplicemente evitato.
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Basterebbe tenersi le ex Fucini ovvero l’attuale palazzo comunale. Le esigenze di spazio ci sono e impongono che l’Amministrazione si tenga ben stretto il patrimonio immobiliare che ha.
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Altrimenti qualche sciocco potrebbe pensare che ci sono interessi privati da garantire dietro a queste scelte, ancora una volta a discapito dell’interesse pubblico. E con l’aria che tira da Napoli a Firenze, non sarebbe proprio il caso di far balenare certi sospetti.
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BerN.
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martedì 4 novembre 2008

IDEE D'A SILO

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Il silo Solvay fa discutere. Finalmente. Oggi una risposta di Guidoni (PD) al dibattito dei giorni scorsi.
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La domanda sintetizzata dal giornale è: dove trovare i soldi? Più che altro, leggendo l’articolo a firma di uno dei massimi esponenti del PD nel nostro comune la domanda sembra: dove trovare le idee?
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Per chi ha fatto dell’era post - ideologica un dogma, è spiegabile che si arrivi al dunque e, senza un privato che abbia intenti speculativi che “suggerisca” l’idea, non si sappia assolutamente dove sbattere la testa. Così può persino sembrare normale che i politici chiedano le idee politiche ai tecnici.
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Pensare che, in questo caso, si tratterebbe semplicemente di osservare la realtà sanvincenzina, registrarne i bisogni, e non chiedersi dove trovare i soldi.
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Il quesito economico è, è stato e temiamo sarà un alibi. L’Amministrazione da anni getta al vento milioni di euro in consulenze e incarichi a professionisti esterni (pensiamo al mezzo miliardo di vecchie lire per la sola Variante di Rimigliano), progetta opere inutili e costose e non si accorge, o fa finta di non accorgersi, delle opportunità di riuso che esistono sul territorio.
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Pur sorvolando sul fatto che un restauro del silo poteva, anzi doveva, essere preteso dalla Solvay in cambio dell’oscena concessione per il prolungamento e l’accrescimento dell’escavazione, pur sorvolando sull’altalena politicamente inqualificabile che ha visto la maggioranza prima considerare il silo una sorta di rottame, poi un monumento, poi ancora un rottame e così via, pur sorvolando su tutto ciò, crediamo che oggi, le possibilità di usare socialmente il silo ci siano tutte e siano da cogliere.
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Se è vero che la soluzione museale appare di difficile realizzazione è altrettanto vero che l’edificio si presta ad essere usato dalla comunità come spazio libero ed aperto per l’uso dei cittadini e delle associazioni. Perché spendere 800.000€ in una cittadella delle associazioni, occupando territorio e mangiando campagna, quando abbiamo una struttura come quella del silo Solvay che con piccoli e “leggeri” accorgimenti potrebbe funzionare benissimo allo scopo?
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Centrale, ben raggiungibile, vicino – quando sarà realizzato – al Cinema Verdi, adatto a collegare e rianimare zone oggi piuttosto isolate dal paese come l’Acquaviva, la Piana e l’Acquedotto, il silo collegato con un paio di percorsi pedonali potrebbe diventare il cuore pulsante della vita associativa e culturale del paese, potrebbe costituire un luogo unico per iniziative artistiche o di valenza didattica.
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E ancora, oltre alle associazioni, è crescente la domanda di spazi da “autogestire”. Perché non investire di questa responsabilità i ragazzi e le ragazze del nostro comune facendo loro gestire uno spazio per scopi sociali? Penso ad esempio ad un vero e proprio cantiere di scambio interculturale. Un centro culturale e sociale insomma di cui una comunità giovane come quella sanvincenzina ha massimamente bisogno e che permetterebbe al Comune di tutelare il patrimonio in questione. Questa è solo un'ipotesi che varrebbe tutavia la pena di considerare e discutere.
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Il fatto che non sia stato ancora progettato nulla di tutto ciò non dipende certamente dai soldi: il Comune chiude i bilanci ogni anno con attivi di oltre un milione di euro ed ha dimostrato grande disinvoltura a spendere. Per fare un solo esempio, ha buttato via l’anno scorso 860.000€ dei sanvincenzini e 500.000€ dei cittadini UE per rifare la staccionata a Rimigliano, mettervi le docce a pagamento, nuovi cessi e illuminazione pubblica con pali di 12 metri neppure a risparmio energetico.
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Dunque, a quanto pare, i soldi sono l’ultimo dei problemi dei nostri amministratori (casomai sono un problema dei sanvincenzini). Come al solito è la volontà politica che è mancata. Anche in questo caso è necessario un cambio politico. Altrimenti, se tutto va bene, il risultato sarà un triste deserto come quello della Torre Galoppini, restaurata senza un progetto preciso e ora scandalosamente sottoutilizzata.
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Giusto per dare concretezza al dibattito ricordiamo che se va male, e vengono realizzate le soluzioni progettuali degli attuali strumenti urbanistici, al posto del silo ci sarà la TESTATA NORD, un’oscena piattaforma di ettari di cemento – munita di torre sulla sommità – con parcheggi interrati, negozi (che non vivono certo un bel momento), ristoranti …
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Un monumento al consumismo anziché alla socialità quello che hanno rivendicato gli amministratori anche quando s’è trattato di stralciare quest’oscenità dal Piano Strutturale, una nostra proposta astutamente e decisamente bocciata dalla Giunta Biagi.
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D’altronde, la maggior parte dei componenti dell’attuale maggioranza ha fatto parte della precedente ed ha partorito la TESTATA NORD. Speriamo che abbiano cambiato idea … come vedete, si tratta di avere idee o di non avere idea di cosa si sta facendo e del perché.
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BerN
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