domenica 13 luglio 2008

BUCO



Oggi il Tirreno dedica giustamente un’intera pagina alla questione cave di Campiglia.
La lettura è molto interessante per chi voglia farsi un’idea dei profitti che vengono realizzati col saccheggio programmato del territorio.

Sbaglieremmo di grosso a pensare che le stesse considerazioni non valgono per San Vincenzo, non solamente perché il territorio della Cava sul Monte Calvi ricade anche nel Comune di San Vincenzo, ma anche perché la cava di San Carlo non costituisce un danno minore per il paesaggio (si vedano le dimensioni delle due cave nell’immagine riportata).

Ormai, lo abbiamo detto più volte, il ritorno occupazionale della cava di San Carlo è assai poca cosa, trattasi infatti di 46 dipendenti di cui molti esterni alla Solvay e, con l’eliminazione della teleferica si sono persi 20 posti di lavoro ma la dimensione della voragine a est di San Carlo aumenterà con velocità crescente.

In compenso il treno a gasolio che passerà sulla ferrovia che ha finito di sbudellare una valle, dopo la realizzazione negli anni ’80 della pista camionabile che condusse ad inchieste giudiziarie nei confronti degli Amministratori d’allora, permetterà alla Solvay di portare via più materiali con meno manodopera impiegata.

Solo una concezione che veda nella risorsa ambientale un qualcosa di illimitato ed asservibile ad interessi particolari e speculativi può spiegare tale condotta. Tuttavia nessuno è particolarmente turbato dalla continua e crescente sottrazione di risorse ambientali e di strategie per la riconversione delle attività estrattive non se ne parla neppure per scherzo.

A San Vincenzo, d’altra parte, c’è da parlare molto della speculazione edilizia. Eppure le dimensioni della voragine parlano da sole, e in certi casi le dimensioni contano eccome.

Ber N

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nicola ammiro la tua determinazione ma i sanvincenzini,
nemmeno se tu usassi il "luvico figurato", riuscirebbero a svegliarsi e a capire che hai ragione e che questa giunta comunale è aspra e chioccia!

Anonimo ha detto...

PISTA CICLABILE...............
Nel commento del 9 giugno avevo lanciato un allarme sulla pista ciclabile a quell’epoca in costruzione. Con la pista ormai completata quel grido di dolore è stato sorpassato da una realtà che neanche la fantasia più perversa avrebbe potuto immaginare.
Ora che la stagione è arrivata ho quindi fatto nell’ultima settimana alcuni collaudi, di cui passo a riferire, lasciando per ultimo il problema più tragico.
Ecco cosa succede a un ciclista medio veloce che DA RIMIGLIANO torna VERSO SAN VINCENZO.

FINO ALL'INGRESSO 1 - la strada è rimasta come prima e quindi ci sono da scansare solo gli idioti che parcheggiano sul lato est della Principessa con la macchina che sporge dalla linea bianca continua anche di un metro. Nonostante la estrema pericolosità di tali soste che obbligano i ciclisti a deviare nel mezzo della strada con il rischio di essere travolti, mai visto, non dico rimuovere con il carro attrezzi, come sarebbe doveroso, ma nemmeno fare una multa……. (sai poi i turisti potrebbero sdegnarsi) Invece d’inverno ai residenti giù multe per le soste in banchina………….. Bella roba.
Un consiglio cattivo… almeno nei casi più criminali, spaccare passando un po’ di specchietti, tanto per educazione stradale (visto che i vigili se ne fregano)

INGRESSO 1, Inizio pista ciclabile – I ciclisti veloci proseguono sulla destra, come loro diritto, ma a loro rischio e pericolo, vista la ristrettezza estrema delle corsie e la mancanza di un limite di velocità adeguato alla ristrettezza della carreggiata (max 50 kmh).
Gli altri che vogliono imboccare la pista ciclabile sulla sinistra devono tagliare tutta la strada, con ovvi pericoli. Ci vorrebbe perlomeno un attraversamento pedonale. Figuriamoci !!
Abbiamo finalmente imboccato la pista ciclabile e ora finalmente possiamo viaggiare tranquilli e beati… Niente di più sbagliato.
Si inizia cercando di far scansare a suon di urli tutti quelli che parcheggiano accanto e usano la pista per depositare comodamente borse. Ombrelloni. Sdraio, frigo, bambini, cani ecc.
Una volta raccolte le salmerie, i gitanti usano la pista come comodo marciapiede per spostarsi in su e giù, ostruendola completamente.
Naturalmente nessun avvertimento chiaro che si tratta di una pista ciclabile e che va lasciata sgombra.
In pratica quasi impossibile pedalare e quel poco, a rischio di collisioni, di vaffanculi, se non di vere e proprie risse.
In più si comincia a incrociare anche ciclisti che vengono dal paese, affiancati per chiacchierare e che non si scansano, quasi stupiti da quegli altri ciclisti che arrivano in contromano. Anche qui urli, improperi, rischio di collisioni.
Un inferno…………………………
Basterebbe una riga centrale di mezzeria e ogni tanto due frecce con il senso di marcia, e tutti capirebbero anche i più idioti, categoria che purtroppo statisticamente sono una notevole massa, e che un funzionario deve tenere sempre in considerazione quando fa un’opera pubblica.

DAL GARDEN IN POI – Masse di pedoni che vanno a Riva degli Etruschi a prendere il giornale o la brioscina, affiancati e voltando le spalle. Urlacci, offese reciproche, urti, fermate obbligate, accidenti e così via, con altri ciclisti che ti incrociano a destra o sinistra come capita.
Bellissimo……
A Riva degli Etruschi le macchine che escono e sono in attesa di entrare sulla Principessa, occupano interamente la pista ciclalbile e, se vuoi passare devi slargare nella sede stradale, rischiando la vita. Altrimenti ti fermi e aspetti anche qualche minuto, facendo gestacci al guidatore che ricambia.
Più in avanti entrando nell’abitato, con decine di strade che si immettono dal mare, tutto si moltiplica per dieci…………
Pedoni rimbecilliti, podisti che trovano più comodo correre sulla pista anziché sul marciapiede, ciclisti affiancati in contromano, macchine che sbucano dal mare e che neanche si sognano di rispettare la pista ciclabile, buche a trappola con le griglie stradali. Un vero e proprio PARADISO DEI CICLISTI………….
(a fare lo stesso percorso ci vuole circa il triplo dell’anno scorso) Grande progresso…………

PER ULTIMO lascio lo scandalo criminale dei BLOCCHETTI di cemento di delimitazione della pista.
Non credo si potesse escogitare qualcosa di più pericoloso al mondo. I motivi:
1)Gialli, messi su riga gialla in modo da renderli poco visibili di giorno e invisibili di notte.
2)Con la coda dell’occhio appare solo una riga gialla continua, che inconsciamente qualcuno può credere si possa anche impunemente schiacciare.
3)In caso di urto accidentale da parte di un ciclista questi farà una rovinosa caduta, quasi certamente nella strada, con rischi mortali.
4)In caso di leggero slargo sulla destra da parte di una macchina, i blocchetti NON LASCIANO SCAMPO. La macchina sfascia immediatamente l’avantreno, e rischia di intraversarsi senza più controllo, con rischi mortali
5)In caso di urto da parte di una macchina i blocchetti di 20 Kg vengono proiettati verso gli eventuali ciclisti con esiti anche mortali.

E pensare che sarebbe bastato installare gli appositi cupolotti catarifrangenti (visibilissimi di notte) smussati, di 3 cm. di altezza, fissati nell’asfalto ogni 50 cm, per assicurare un efficace effetto dissuasorio nei confronti delle automobili.
Le auto quando li pestano vengono subito assoggettate ad un energico e insopportabile scuotimento, ma restano in grado di sterzare e tornare sulla giusta carreggiata, senza sfasciarsi e andare in testacoda.
Oltretutto si sarebbe speso un terzo. Ma soprattutto non ci si troverebbe con un manufatto incomprensibilmente pericoloso, che espone ciclisti ed automobilisti a gravissimi rischi e Comune e funzionari a gravi responsabilità penali e civili.
CHE FOLLIA. pregate per tutti i ciclisti di San Vincenzo !