mercoledì 12 novembre 2008

La Scuola consiglia

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Affollato il Consiglio Comunale aperto di ieri sulla Scuola.
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Molti i cittadini che hanno preso parte al dibattito con interventi (tutti contrari ai tagli Tremonti Gelmini) che hanno arricchito di contenuti e di esperienza la discussione.
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Occorre però registrare che il fronte dei contrari è tutt'altro che coeso. Se il Sindaco ha aperto il Consiglio dicendo che le proteste di queste settimane hanno già ottenuto alcuni risultati (ma quali?) per poi concludere, dopo le pesanti sollecitazioni sia del gruppo del Forum sia dei cittadini intervenuti, con un sostegno un po’ stentato al referendum abrogativo, l’area socialista, che pure ha basato la campagna elettorale 2008 sulla difesa della scuola pubblica, invita all’ONOREVOLE COMPROMESSO.
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In che cosa possa sostanziarsi “l’onorevole compromesso” nessuno l’ha specificato. L’espressione rimane quindi assai misteriosa: sarà un malizioso riferimento alla quantità di indagati e condannati presenti in Parlamento? Per altri “onorevoli compromessi” in Italia non c’è proprio spazio.
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Mentre una maggioranza schiacciante legifera la cancellazione de facto della scuola pubblica appare incredibile l’idea di scendere a patti. A chi giova una tattica di dialogo e confronto, rilanciata dal PD per bocca di Veltroni e ricordata da Camerini nel suo intervento di ieri? Il Vicesindaco, dopo una lucida analisi dei tagli, si è augurato che l’iniziativa del segretario nazionale PD – che si concretizza nella richiesta del congelamento del provvedimento e riapertura del dialogo con le parti sociali – abbia successo. Da qui le domande: a cosa si mira realmente con questo patteggiamento al ribasso? Cosa si spera d’ottenere?
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È l’impianto della “riforma” che deve essere rigettato nella sua totalità senza esitazioni e tentennamenti perché determina una subalternità della scuola pubblica alla scuola privata, perché favorisce i cittadini abbienti a discapito degli altri, perché ghettizza i figli dei migranti, perché penalizza i diversamente abili, perché si ispira ad un disegno di società classista, razzista e fortemente autoritario, un disegno in sintesi che non può essere emendato.
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L’unica via “onorevole” in questo momento per i partiti che vogliano dimostrare di avere davvero a cuore la Pubblica Istruzione – magari facendo più di un passo indietro dalla riforma Berlinguer – è quella di sostenere la lotta generosa di studenti, insegnati, genitori contro il provvedimento reazionario ed autoritario della Gelmini e viaggiare speditamente verso il referendum abrogativo. Referendum che possiamo e dobbiamo vincere come abbiamo vinto due anni fa quello sulla “riforma” della Costituzione del centrodestra.
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Per indire il referendum bastano le classiche 500.000 firme e/o 5 consigli regionali. Quindi, pur facendo la raccolta di firme anche per motivare e cementare l’opinione pubblica attorno alle ragioni del fronte contrario alla Gelmini, basterebbe che 5 dei 14 Consigli regionali del PD si esprimessero e il referendum sarebbe realtà. Cosa stanno aspettando?
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Allora, ma allora soltanto, con la vittoria del referendum in tasca e la legge 137 abrogata, sarebbe possibile, da una posizione di forza conquistata con la lotta, fare pressione sul governo affinché cessi la scandalosa pratica anticostituzionale dei finanziamenti pubblici alle scuole private e perché nuove risorse vengano investite sulla scuola pubblica di ogni grado per le retribuzioni dei docenti, la stabilizzazione dei precari, l’edilizia scolastica, le attività di laboratorio, la ricerca universitaria …
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Quello diventerebbe un onorevole compromesso o meglio, sarebbe un onorevole modo di fare politica. Il resto è invece uno schifoso tentativo di far sembrare un po’ più dolce l’amaro calice perché, più o meno, pur non potendolo dire apertamente, si condividono molte delle strategie della “riforma”.
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BerN
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A proposito, sarebbe auspicabile che una partecipazione come quella di ieri sera ci fosse, ogni tanto, anche per i Consigli comunali ordinari. Capisco che sia frustrante a seconda di quel che si ascolta, dover mantenere il silenzio, ma gli argomenti in discussione riguardano tutti ed è bene non dare al Consiglio l’impressione che possa deliberare sulle cose di tutti nell’indifferenza generale.
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30 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito della possibilità (preferenza?) della Giunta di deliberare sulle cose di tutti nell’indifferenza e nell'ignoranza generale, resta tuttora non risolta e non spiegata la censura operata dal sito internet del Comune sulle tre Delibere di CONSIGLIO per le quali non viene mostrato (al contrario di tutte le altre 84) il "documento originale" e cioè la delibera completa (in formato pdf)

Le tre delibere del 26/9/2008 censurate sono:
* la 78/2008 (Comunicazioni del Sindaco e della Giunta),
* la 81/2008 (Variante al PRG per i sottosistemi ambientali A1 e A2 tenuta di Rimigliano – Approvazione), e
* la 83/2008 (Alienazione sottosuolo in diritto di superficie per la realizzazione parcheggi interrati – Atti di indirizzo)

Mancano anche (chissà perché) le tre Delibere di GIUNTA (n. 206, 207, 208, del 13/10/2008, mentre sono invece presenti e complete quelle successive del 20 e 28 ottobre.

Sappiamo bene che tutte le delibere sono consultabili presso la segreteria, andandoci di persona, richiedendole, aspettando che vengano trovate, consultandole in modo scomodo e macchinoso. Ma ormai tutti gli Enti Pubblici garantiscono la trasparenza dei propri atti, pubblicandoli on-line.
Spero proprio che il Comune di San Vincenzo non voglia fare come i gamberi e tornare, per ostruzionismo, al cartaceo.

Nicola, ti sarei davvero grato se tu ci potessi dire qualcosa in merito a questa strana viceda.

Anonimo ha detto...

Ho partecipato ieri sera al consiglio dove si è discusso della 133. Vorrei proporre ai commentatori anche un'altra questione spinosa e complicata ed anche se può sembrare un po' "controcorrente" mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate. La questione è quella della "MERITOCRAZIA"; nell'affrontare questo argomento vorrei proporre qui di seguito un articolo che avevo pubblicato -due anni or sono- quando ero un liceale proprio su questo argomento. Eccolo qui di seguito:
"Si parla molto in questi ultimi tempi del ruolo che la scuola deve avere nella società: tutti dicono la loro, chi pontifica, chi aggiunge, chi rettifica, chi critica, chi appoggia, chi assicura, insomma ognuno ha un’opinione. Ed è giusto che sia così. Poco tempo fa mi è capitato di leggere una lettera di un preside di una scuola americana sopravvissuto ad un campo di concentramento e riporto qui di seguito le testuali parole: “Sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: (…)bambini uccisi con veleno da medici ben formati; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e università. Diffido –quindi- dell’educazione. La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.” Naturalmente queste parole vanno inserite in un contesto ben preciso ma hanno alla base una fondamentale lezione per studenti e professori: l’educazione non deve essere mai finalizzata e pensata per fini materiali pieni di nozionismo spicciolo, ma deve essere cifra di crescita collettiva e individuale ed al tempo stesso formare una mente aperta e soprattutto umana. La scuola non deve ‘fabbricare’ in nessun modo rodomonti laureati che spampanano con un sorriso da carta d’identità il loro grande voto, la loro completa riuscita, il loro successo sempiterno. La cultura per prima cosa è umiltà. Non voglio addentrarmi in un discorso troppo cavilloso e difficile per me ma, dal momento che sono studente, vorrei cercare di affrontare la questione nel modo più semplice possibile. Indubbiamente, oggi, quando si pensa alla scuola, si pensa non soltanto ad un momento di crescita e di socializzazione con altri ragazzi, di nuove conoscenze, di nuovi incontri ma, da un punto di vista materiale, ciò che desta maggiore preoccupazione sono le valutazioni che all’interno di questa istituzione vengono assegnate e che determineranno l’eventuale promozione o bocciatura di un alunno. Detto questo è bene chiederci che cosa sia il voto, questo terribile ‘mostro’ che da sempre ha spaventato generazioni su generazioni. Il voto è un giudizio che un insegnante dà ad una prova od ad una interrogazione eseguita da un alunno; l’alunno volente o nolente è costretto ad accettare questo giudizio, almeno apparentemente. In separata sede e con i compagni scoppiano poi guerre verbose dove si critica l’operato dell’insegnante perché “non sa mettere i voti”, perché è un incapace e buono a nulla, frustrato dalla vita e dal lavoro. I più onesti si dicono che forse per quella data interrogazione non si erano proprio “ammazzati” di studio anche se pure gli insegnanti, in quanto esseri umani, si possono sbagliare. Il fatto più inaudito –ma ormai attualissimo- è quando si vede gente che non è capace di accettare il voto che ha preso e prova invidia nei confronti dell’amico/a che ha preso di più! A me personalmente ha sempre dato enormemente fastidio questo atteggiamento, questo orpello anodino, questa meritocrazia fasulla, inutile, vigliacca e infruttuosa che non può che creare un arrivismo insaziabile che lascia il tempo che trova. Ho sempre considerato il voto come un numero, un numero e basta. Per paradosso, per quanto riguarda la mia esperienza, non sono gli insegnanti (almeno nella maggior parte dei casi) a creare questa “caccia ai voti”, ma gli studenti che molto spesso ‘fanno la posta’ agli angoli dei corridoi per elemosinare, con gli occhi tutti questuanti e compassionevoli, un voto più alto rispetto a quello che hanno ricevuto. E’ necessario dare il giusto peso ad una valutazione. Anche se può sembrare un discorso banale, non potremo sempre giustificarci davanti alla vita con una sequela di numeri che lasciano il tempo che trovano. Ma che cos’è che ha creato quest’arrivismo? Com’è possibile ridurre lo studio di Omero, Lucrezio, Dante, Leopardi ad un voto? Com’è possibile che lo studio DELLA STORIA sia un voto? E’ inaccettabile il trinomio Storia=voto= 9,8,7,6 (metterei anche 6=,poi qualcuno un giorno mi dovrà spiegare che razza di voto è 6=!),5,4,3,2,1 e perché no, anche 0. Questo schema molto spesso è deleterio per l’apprendimento in quanto noi studenti tendiamo a cancellare ciò che abbiamo dovuto imparare per avere il nostro numeretto bel bello scritto sul libretto. Per quello che mi riguarda considero questa “corsa a chi prende di più” un atteggiamento che non può che deturpare lo studio in quanto tale; un atteggiamento da detronizzare e da analizzare con i diretti interessati. L’effetto più grave che può creare questo comportamento è che la Scuola rischia di formare ‘automi’ con un foglio di carta in mano dove si certifica che il signor Tal dei Tali ha conseguito la maturità presso l’Istituto etc.; questi ‘automi’ asseriranno tutto ciò che in futuro ci sarà da asserire e creeranno, probabilmente, società incartapecorite dalla burocrazia e inaridite da Weltanschauung ottuse, non riflessive e unicamente calcolatrici. E’ inutile nascondersi dietro usurati usberghi che si ostinano a non vedere il fatto così come esso si presenta; è utile, invece a mio avviso, cozzare apertamente con questo problema e sforzarsi di venirne a capo. Non bisogna essere ostaggio dei voti. Il voto non deve essere né un ossivoro che squarcia e che rode l’alunno, né uno spauracchio con le dita d’inchiostro da cui far dipendere la propria esperienza scolastica. Vorrei spendere due parole anche su un altro fatto latore di questa fatidica “corsa ai voti”: molto spesso sono anche i genitori ad imporre ai propri figli il “massimo” e secondo me (ma questo non ha nessuna pretesa né di essere una verità assoluta, né una sentenza arbitraria e inappellabile) questo è il più grande errore che un genitore può fare nei confronti di un figlio in quanto quest’ultimo può reagire in due modi diversi: o, risentendosi di aver deluso il padre con la sua superficialità e la sua dabbenaggine (dal punto di vista del genitore, ovviamente), si butta “a capofitto” nello studio e si impegna fino a che non vedrà scritto sul libretto il 9 che ha preso PER il padre; o, fregandosene altamente del giudizio e dell’autorità (perché in questo caso si tratta di autorità e non di autorevolezza) parentali, abbandona lo studio pur continuando a frequentare la scuola. Non è mia intenzione giudicare i comportamenti familiari né tanto meno dare dritte e direttive ai genitori –in quanto, si sa, il “mestiere” dei genitori come quello dei figli non si impara sui libri di testo; io non sono né un pedagogista né uno psicologo, però è indubbio che questi comportamenti si verificano quotidianamente. Non so dire quando questa meritocrazia qualunquista sia arrivata sui banchi di scuola, o forse c’è sempre stata; credo però che il voto avveleni lo studio e che sia obbligatoria una seria riflessione da parte di studenti, professori e genitori su questo tema. Non ho mai creduto una persona intelligente perché ha la media del 9 o del 10 e non comincerò certo a crederlo adesso. E’ necessario combattere questo modo di pensare, ma non soltanto parlandone durante le ore scolastiche, ma anche prendendo decisioni ferme, decise e risolute che impediscano ad un alunno di considerare una materia solo ed unicamente in base al voto. Nel canto V del Paradiso (versi 41-42), Dante ha scritto: “non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso.” E noi?"
Quello che mi preoccupava allora come liceale -ed oggi più che mai come universitario- era proprio il paradosso che la scuola e lo studio stesso contenevano: il verbo italiano "studiare" deriva dal latino "studère" che significa: "sforzarsi di fare, sollecitare" ed ha una sua derivanza un po' più antica che è quella di "bramare". Da qui nasce tutto il paradosso: se una cosa si brama come può risultare imposta? In tempi come questi, dove -giustamente e ahimé- i temi della lotta sono altri, non bisogna dimenticarci di quelle crepe che rischiano di espandersi e di formare una ferita profonda...

Anonimo ha detto...

COMPROMESSO? Mettiamo il caso che questo "onorevole cpompromesso" - ossimoro più che evidente -, o meglio, questa convergenza parallela, vada in porto, che cosa dirà un padre di famiglia che ha votato il Pd quando il figlio verrà a chiedergli 1000 euro al mese per pagare la retta universitaria? Gli verrà in mente che tutto questo è stato frutto anche del compromesso del suo partito; immaginate che orgoglio! Quello che rammarica di più è che il motivo per cui il Pd vuole il compromesso è perché pensa che la scuola sia un settore dove si possa continuare a fare dei tagli indiscriminati. La riforma Berlinguer finanziava le scuole private contravvenendo all'articolo 33 della Costituzione; il ministro Fioroni ha aperto la strada ai tagli di Tremonti e della Gelmini. Il progetto è identico e i cittadini continuano ad essere presi in giro: la destra almeno è sempre stata sincera nei suoi intenti, il Pd (per appartenenza politica mi rifiuto di definirlo la sinistra) inganna ancora di più i suoi elettori perché in campagna elettorale promette e poi al governo non mantiene. I soldi che mancano vanno ritrovati tagliando gli stipendi dei politici e conducendo la lotta all'evasione fiscale.

Anonimo ha detto...

Sì, il solito compromesso che per lo sarebbe: we take in hass but with the condom! e' questo il refrain di questa pseudo opposizione. Ma via!

Nicola Bertini ha detto...

Per "censurato"

A proposito delle tre delibere mi assicurano essere stato disguido tecnico.
Assicurano inoltre che "quanto prima" saranno regolarmente visionabili.
Mi permetto di aggiungere per il pieno godimento di tutti.

BerN

Anonimo ha detto...

La caduta di Berlusconi non è e non sarà una caduta qualunque.
La psiche decisamente eccedente di questo singolare condottiero riassume, infatti, tutti o quasi gli archetipi della pazzia del potere, almeno quelli fin qui noti:
siede su una montagna d'oro,
costruisce mausolei,
scava cunicoli,
vuole farsi seppellire con i suoi schiavi,
si è fatto imbalsamare da vivo,
suona la cetra,
dichiara guerra all'Oriente,
nomina senatore il suo cavallo,
ride senza motivo,
telefona a Mimun.
A parte il ratto delle vergini, l'allergia alla kriptonite e la creazione di una Chiesa scismatica, la casistica è completa, e riunisce mirabilmente, in un solo uomo e in un solo secolo, l'antropologia del superpotere monocratico così come è stata classificata dalle scienze sociali e da quelle psichiatriche.
Dove sta, dunque, la novità?
Rinserrato in una delle sue cento dimore con i suoi più stretti collaboratori, Berlusconi sta studiando il modo di passare davvero alla storia, progettando una maniera inedita, unica e spettacolare di uscire di scena.
Secondo l'ipotesi più accreditata, e suffragata dalla cronaca recente, Berlusconi assumerebbe ad interim tutti i ministeri, unificandoli in un solo grande Ministero dei Ministeri, la cui sede è una copia fedele del Machu Pichu già in costruzione in una località segreta.
Qui, in piedi sulla pietra più alta del luogo sacro, in costume da sacerdote inca, con un enorme copricapo di penne di pappagallo e un perizoma di anaconda, svelerà di essere giunto sulla Terra 15 mila anni fa da un'altra galassia, e di volervi fare ritorno.
Quindi salirà su un'astronave e sparirà nel cosmo, dal quale in ogni modo continuerà a rompere i coglioni facendosi intervistare da “Radio anch'io” ogni lunedì.
Tornerà solo per le vacanze in Sardegna con i suoi amici capi di Stato:
Gnork, imperatore del pianeta Kubik, con due nasi entrambi rifatti dal chirurgo;
Krudelia, regina della Nebulosa del Male, in viaggio di lavoro in Italia per studiare le riforme istituzionali del professor Panebianco;
Pork, re di Ork, che porta in regalo 20 veline alte cento metri, con un ristorante panoramico in mezzo alle tette, e il suo libro di barzellette sui peti e sui rutti;
e George Bush, presidente degli Stati Uniti d'America.

Anonimo ha detto...

ABBRONZATI
C’è qualcuno che ricorda ancora chi era Cheikh Sarr ?
Forse pochi di voi ancora lo ricordano.
Era quel giovane immigrato senegalese che la vigilia di Ferragosto del 2004 annegò per salvare la vita di un italiano. Il presidente Ciampi gli assegnò alla memoria, la medaglia d' oro al merito civile.
Accadde qui vicino, sul litorale di Marina di Castagneto, a pochi passi dalle invisibili ville della nobiltà toscana incastonate in una delle pinete più protette e intatte d' Italia.
Il mare era cattivo, gonfiato da una furente libecciata, e in poche ore, su quella costa, ne portò via quattro, incauti o sfortunati.
Il quarto è stato Cheikh, ma avrebbe dovuto essere un altro: lo sconosciuto italiano salvato dal gesto generoso e istintivo di un venditore ambulante nero.
La storia, a dispetto della sua moralità quasi didascalica (il nero che salva il bianco) ebbe però una coda acida, sgradevole: il salvato, mentre il salvatore moriva, se ne è andato senza un grazie, e di lui non si è conosciuto più niente, né il nome né lo stato d' animo.
Avremmo voluto chiedergli una ragione del suo comportamento, che in assenza di spiegazioni ci appare, adesso, l' altra faccia della medaglia di Cheikh: demerito civile.
Sarebbe stato bello, e forse importante, che il vivo si fosse fatto vivo, appunto, dando un significato meno desolante alla sua storia, e al gesto di Cheikh. Il panico, lo choc, perfino l' imbarazzo, sono attenuanti forti, comprensibili.
Nessuno può sindacare più di tanto sugli attimi stravolgenti che spostano in un fiato vita e morte, nessuno è certo, in quei frangenti tempestosi, di sapere come ci si deve comportare. Ma dopo, vuotati i polmoni e sfumata l' angoscia, tornati alla propria casa e alle proprie persone, saputo (perché è impossibile non saperlo) che qualcuno ha regalato per te la propria vita: com' è possibile, dopo, che questo nostro connazionale (tale lo definiscono, con certezza, i testimoni) abbia continuato a scappare?
Nell' intreccio spietato dei due destini, tra l' altro, oggi è il senegalese a rappresentare la vita, ed è l' italiano il vero annegato, sparito tra i flutti di un' insensibilità che ci appare insopportabile.
Davanti a quel litorale, si cercò per giornate intere, in elicottero, in barca, scrutando la risacca dalla spiaggia, di ritrovare i quattro morti, uno per uno, perché è civile dare sepoltura, e consolante.
L' unico corpo mai ritrovato, fin qui, è quello del vivo. Sarebbe bastata una lettera, una telefonata, un segno di avere capito che cosa è accaduto il 14 agosto a Marina di Castagneto, giorno di salvataggio, ma giorno di salvezza solo se il ragazzo nero Cheikh, sepolto in Senegal con la sua medaglia d' oro, avesse potuto ricevere il "grazie" che contava più di tutti, quello dell' uomo al quale ha voluto lasciare il suo posto sulla Terra.

Anonimo ha detto...

Il problema è un problema generale. Io non mi stancherò di dirlo: noi dobbiamo combattere il mondo della televisione che in sè e per sè è un'apparenza, un'illusione: dobbiamo convincere i nostri figli a leggere i libri e là dove sia possibile a concedere loro delle alternative valide contro la televisione. In Italia e solo in Italia, a così alti livelli, esiste un'infatuazione per questa scatola dove la maggior parte degli utenti crede di riconoscersi. Se poi vai a dire loro che il mondo reale è un altro allora ti guardano come se tu fossi un catastrofista. La televisione è riuscita in vent'anni a rovinare e a collettivizzare per quelli che erano i suoi fini, concetti altissimi come i valori (anche se a chi scrive questa parola non piace), il sesso, le conoscenze cioè si è praticamente sostiutita alla figura dell'educatore: la maestra-Televisione alleva i suoi pargoli, dà loro il latte (le notizie) a cui la prole si attacca, e questi fanciulli vengono su convinti di un mondo che in linea di principio e in linea di fatto non esiste. Gli antagonisti a questo sistema mediatico vengono messi all'angolo e/o censurati. NON E' UN PROBLEMA DA SOTTOVALUTARE, anche perchè qui è in gioco stesso la possibilità individuale di crescere i nostri figli; è quasi come se il Sistema ti dicesse: tu lavora e ammazzati di lavoro e accontentati del tuo salario senza protestare, a crescere tuo figlio ci penso io. Questa questione affonda le radici in un terreno pantagruelico che non ha confini: alla radice prima del problema c'è sicuramente un aspetto linguistico che pochi hanno voglia di svellere perchè verrebbero fuori delle realtà che, mi dispiace dirlo ma è così, chi non ha un minimo di cultura non riuscirebbe a sopportare. Riprendendo la metafora materna di poco sopra, bisognerebbe dire a questi figli caduchi: tuo madre è una mentitrice, una spudorata che ha figliato la peggiore generazione di automi possibili (facendo uso di eufemismi). Riuscirebbero a sopportare questa cosa? Un poeta inglese, W.H. Auden, definì il periodo tra le due guerre mondiali "the age of anxiety", l'età dell'angoscia, dell'ansia, della desolazione. Oggi anche la desolazione e l'angoscia in Italia sono vilipese e maltrattate: là dove un politico, quando gli viene fatto notare da un comune cittadino, che le opinioni che sostiene oltre ad avere offeso questo cittadino il quale, di rimando, gli dice: "Mi vergogno io per quello che Lei ha detto", offendono anche moltissime altre persone, questo politico risponde: "La cosa non mi riguarda affatto" (la cosa si riferisce ad un fatto realmente accaduto proprio in questo ultimo consiglio comunale dove si è affrontato il problema della scuola), be' io penso che questa risposta sia esattamente la fotocopia del senso del potere oggi. Ai politici, nazionali, regionali, provinciali, comunali, non interessa affatto quello che pensa la gente perchè loro hanno il Potere. Se la "cosa" (potremmo qui vezzeggiare su questa parola e tradurla più in generale come la "cosa pubblica")non riguarda i politici è evidente che, fuori da ogni maleodorante interpretazione che potrebbe distogliere il senso generale,fatto salvo il proprio stipendio, ai rappresentanti del popolo, interessa solo di loro. Per questo anche noi del Forum non dobbiamo arrenderci. Insomma nella maggior parte dei casi la gente che ci rappresenta anche qui a San Vincenzo non ha un minimo di cultura e questo è grave. I politici appunto non si vergognano. Alcuni politici soffrono di coprolalia ma non si vergonano. Cioè quello che voglio dire è che un politico, e non a livello ideale ma a livello reale, non dovrebbe permettersi di dire menzogne (come è stato fatto anche in quest'ultimo consiglio comunale)e poi si sentono offesi se qualcuno gli fa notare appunto la loro coprolalia, appunto. Ma dove siamo arrivati? Eppure il così detto popolo avrebbe gli strumenti democratici per abbattere questa vergogna. Ma i giovani, o meglio la maggior parte di loro, sono stati plagiati dal Grande Fratello e da Madre Televisione. Non abbiamo opposizione in Italia, l'unica opposizione è Di Pietro che, in Parlamento è arrivato ad essere, non so se suo malgrado, la "sinistra radicale". Noi come sinistra comunista etc. dobbiamo ritornare veramente fra la gente e per quanto arduo e difficoltoso possa essere dobbiamo affrontare anche questi temi sulla Televisione etc. perchè è lì la radicalità, cioè la radice del problema.

Anonimo ha detto...

Costa degli Etruschi
Ormai inarrestabile l'ascesa dei vini del Bolgherese.
Dopo Sassicaia e Ornellaia, apprezzatissimi perché nessuno è così idiota da parlare male di una bottiglia dopo averla pagata 120 euro, è il momento del Sudiciaia, del Corteccione e del Marronaia, raffinatissimi rossi a produzione molto limitata.
Li seleziona, nel fondo Le Nespole, il principe Metello Incisa Antinori Frescobaldi della Gherardesca, che raccoglie solo acini numerati e spremuti direttamente dalla moglie Ugucciona, a piedi scalzi, in piccoli cesti di palissandro intarsiato.
Inconfondibile il retrogusto di smalto per unghie o, ad anni alterni, di acetone.
Per limitare la produzione, anche quest'anno in Toscana si è deciso di lasciare un solo grappolo per ettaro, meglio se rosicchiato dai cinghiali.
Insuperabile Vincenzo Vincenzi della Vincenza, di San Vincenzo, che nel suo podere-orto Le Bandinelle, dieci metri quadrati in tutto, produce ogni anno solo una bottiglia di Impiccone.
Costa 17 mila euro e si chiama così perché in genere sa di tappo e l'acquirente si impicca.

Anonimo ha detto...

Il nostro piano di salvezza dell'Alitalia, ha sbalordito il mondo, soprattutto per il clima di concordia tra azienda e sindacato.
Ma vediamo, punto per punto, gli snodi principali del nostro Piano industriale.
Gli equipaggi sono stati ridotti a un pilota, una hostess e un esubero.
Il pilota guida l'aereo, la hostess prega che non gli succeda niente e gli rammenda in volo l'unica divisa in dotazione, l'esubero (un dipendente licenziato e con lo sfratto esecutivo) abiterà stabilmente sull'aereo e si renderà utile intrattenendo i passeggeri.
Sarà disponibile anche a piccoli lavori manuali e avrà il compito di estrarre a sorte, prima del decollo, l'unico posto a sedere.
Il resto dell'aereo, per aumentare la capienza, avrà solo posti in piedi, con comodi mancorrenti (tariffa Autobus) oppure senza (tariffa Adventure), nel qual caso i passeggeri dovranno reggersi tenendosi per mano l'uno con l'altro.
Un'unica enorme cintura di sicurezza legherà tutti i passeggeri in un solo grande mazzo, simbolo del ritrovato spirito di solidarietà nazionale.
Prima del decollo e dopo l'atterraggio i passeggeri canteranno insieme l'Inno di Mameli, tenendosi per mano e masticando chewing-gum, come i calciatori della Nazionale.
Il chewing-gum (uno a testa) è anche il piatto unico servito a bordo, tratte intercontinentali comprese.
All'uopo, sono state riciclate con successo le scorte rimanenti di arrosto di vitello, la cui consistenza elastica è stata a lungo studiata dalla Goodyear.
L'esubero farà passare alcuni bottiglioni di acqua minerale gassata.
Aboliti i biccheri (costosissimi), si berrà a collo, avendo cura di pulire la bottiglia con la manica del pullover prima di passarla al vicino.
Il problema delle turbolenze interne all'aereo, innescate dai rutti, è in questo momento allo studio degli esperti.
Le informazioni di volo fornite dal comandante sono abolite, perché un solo pilota non è in grado di guidare l'aereo, consolare la hostess, cambiare le marce, pulire la toilette e parlare anche ai passeggeri.
Per la Toilette: si pagherà un ticket di 5 euro per fare pipì e di 10 per fare la cacca.
L'esubero, sempre presente nella toilette, avrà il compito di controllare che il passeggero non imbrogli

Anonimo ha detto...

Carlo Giuliano purtroppo finirà nel dimenticatoio come prima di lui Serantini e Pinelli. Oggi mi vergogno di essere italiano.

Anonimo ha detto...

Dopo la sentenza sui fatti di Genova mi ha preso un profondo sconforto: i mandanti non pagano mai! Vergogna ai vari De Gennaro e compagnia fascisti!

Anonimo ha detto...

I Valori Morali e Religiosi, dopo lunghi anni di crisi causati dal divorzio, dalla droga, dall'ateismo, dal comunismo e dal culo di Nadia Cassini, sono tornati i protagonisti indiscussi della scena politica italiana ed in particolare di quella padana, costringendo il nostro paese a interrogarsi.
Delegazioni di politici e intellettuali arrivate da ogni angolo della Terra si addentrano nei Comuni del nord-est, e non appena vedono un obeso con la camicia verde e la doppietta, che scende da un pick-up con la scritta “Roma ladrona” e spara sulle prostitute, lo intervistano a lungo per avere preziose indicazioni sul futuro dell'Italia.
Una mappa completa delle nuove associazioni NeoTeologiche conservatrici che costituiscono le vere radici ed il cuore profondo della nazione padana non è ancora disponibile.
Limitiamoci ai fenomeni più significativi.

Lega dei Neovergini
I neovergini sono studenti che combattono il clima di promiscuità sessuale.
Sostengono l'illegittimità dei rapporti prematrimoniali e trascorrono tutti i week-end cercando di convincere le coppiette appartate a rivestirsi e a recitare con loro la Bibbia.
Hanno già il loro primo martire, un diciottenne di Pontida che aveva interrotto con una frustata sulle natiche un pregiudicato, campione locale di wrestling, durante un rapporto sessuale con una candidata a Miss Padania.
Il crescente numero dei neovergini ha spinto numerose aziende a lanciare prodotti appositi: dalle automobili con i sedili non reclinabili ai profumi respingenti (all'aglio, alla cimice e alla scarpa da tennis)

Lega dei NeoGay
È l'associazione patriottica, regolarmente omologata da Borghezio, che raccoglie gli omosessuali leghisti.
Considerano l'omosessualità un peccato mortale e hanno votato in massa contro le unioni gay.
Spesso organizzano spedizioni punitive al loro interno, picchiandosi per intere serate al grido di "maledetto culattone".
La procura ha aperto un fascicolo sul leader del gruppo, un omosessuale tradizionalista di Giussano sospettato di avere ucciso i genitori perché non lo avevano soppresso da piccolo.

Anonimo ha detto...

Anche ieri 14 Novembre l'Onda ha travolto Roma. Purtroppo anch'io penso,anche se mi auguro che non sia così, come Galapagos scrive oggi su "il manifesto", che vedere ritirata questa legge 133 rimarrà solo una speranza. Il PD ieri era assente dal corteo e lontano dagli studenti. Si dovrebbero vergongare. Mi auguro che l'Onda mareggi e affoghi ogni rassegnazione da parte degli studenti.

Anonimo ha detto...

ok.il blog è per definizione uno spazio libero.Però......Nicola si sforza per trovare argomenti sui quali poter esprimere opinioni,o per meglio dire,si sforza poco visto che di argomenti l'Amm.sanvincenzina,il Gov.,le Opposizioni non nè fanno certo mancare.Ma fateci il favore:seguite un ordine logico e commentate il "post originale". "Il Cittadino" appare diventato uno sfogatoio,dove "studenti di filosofia" grafomani si esibiscono convinti di spargere cultura come fosse letame,Oracoli,che sembrano voler sceneggiare dei film di fantascienza,insomma, sono pochissimi quelli che seguono un filo logico,sono invece molti quelli che utilizzano questo spazio per fini personali. Và bene così? Certo!! Per quello che conta!! Ora cercate qualche errore grammaticale,almeno uno c'è,a chi lo trova "un PANETTONE"
FiRmAtO= L'IgNoRaNtE

Anonimo ha detto...

Mi autodenuncio: uso questo blog per fare propaganda di filosofia. Ma anche se fosse, ignorante, che male c'è? Tutto sommato le persone che commentano usano ironia e qualche volta una forma audace di satira che non può far altro che far crescere il blog...

Anonimo ha detto...

e comunque ignorante/ sappi che il signifato non è il significante!

Anonimo ha detto...

La straordinaria vitalità del capitalismo è sotto gli occhi di tutti:
La Borsa è l'unica realizzazione dell'uomo in grado di crollare anche dopo essere appena crollata. Pochi minuti dopo la catastrofe, eccola già pronta per un nuovo collasso, in una catena senza fine che ha quasi del prodigioso.
Qui di seguito pubblichiamo le tappe del famoso Diagramma di Wolfenstein, uno studioso di buchi neri che recentemente ha deciso di occuparsi di economia
*Il Dow Jones tocca quote così basse che si possono osservare solo su speciali schermi verticali che scendono fino al pavimento.
*Calano i consumi, le industrie licenziano, i padri picchiano i bambini, si rammendano calzini e tornano malattie debellate come lo scorbuto e la pellagra. Le banche non prestano più denaro.
*La Borsa, ormai prossima alla quota zero, intacca anche i future e va a sputtanarseli a Las Vegas con un paio di bagasce.
*Le industrie chiudono, i campi diventano sterili, i fiumi si prosciugano, le eclissi di Luna, con grande sorpresa degli astronomi, diventano quasi quotidiane.
*Le banche chiedono in prestito denaro ai clienti, minacciandoli.
*La Borsa italiana viene completamente azzerata (a Piazza Affari spariscono dal cassetto di un'impiegata anche un paio di biglietti per il concerto di Ligabue),
*Le altre Borse mondiali cominciano a sgretolarsi lentamente e vengono invase da liane e pipistrelli.
*Scomparso il denaro, si paga in natura qualunque prestazione o servizio, e in breve il pianeta è disseminato di gente che copula ovunque, per strada, nei negozi, negli uffici comunali. Molti cominciano a prenderci gusto. Il papa condanna duramente il diffondersi di pratiche immorali ma nessuno viene a saperlo perché non c'è più la televisione.
*Si torna al lavoro nei campi.
*Rinasce il blues.
*Finalmente si capisce a cosa servivano i Suv: a tirare l'aratro.
*Le banche investono i loro clienti nel traffico degli organi e nella tratta delle bianche.
*Finisce la benzina. Si va a piedi.
*Il linguaggio torna rudimentale, un insieme di grugniti e di rozza mimica. Molto a loro agio i ministri del governo Berlusconi.
……………………..
D’altra parte è pressoché generale la previsione che nel lungo periodo sia la Borsa che l’Economia si risolleveranno brillantemente. Tale positiva previsione è però controbilanciata dal fatto negativo che di sicuro nel lungo periodo noi saremo tutti morti.

Anonimo ha detto...

Un altro ristorante imperdibile
della Costa Etrusca é:
LE PETIT BANDON
Per chi ama la rigorosa applicazione del concetto di cucina territoriale.
Ecco il piccolo capolavoro dello chef Massimo Coppoloni, alla periferia di Riotorto.
Al Petit Bandon si cucina solo con ingredienti prodotti nell'arco di 50 metri.
Una capra, munta ogni mattina dalla figlia di Coppoloni, fornisce il latte fresco.
Un piccolo orto di cavolfiori e erbe aromatiche provvede al resto.
Le specialità sono
- cavolfiore alle erbe aromatiche,
- cavolfiore al latte,
- ristretto di latte alle erbe aromatiche con frittura di cavolfiore,
- tagliata di cavolfiore alla spuma di latte,
- trionfo di erbe aromatiche con julienne di cavolfiore e panna acida di latte di capra
- assortimento di sorbetti: al fioridilatte o al fiordicavolo.
Cooppoloni non accetta compromessi: vuole che i suoi clienti trovino nel piatto la pura e incontaminata espressione del suo territorio.
Vale la pena rinunciare a pane, carne, pesce, frutta, verdura, vino, acqua potabile, tavolo e sedie, in cambio di un'esperienza assolutamente unica per intensità e rigore.

Anonimo ha detto...

A Grafomane...
Signifato ?????
Ma parla come magni!

Anonimo ha detto...

Gli onorevoli Gasparri e Cicchitto appaiono quasi ogni sera, da mesi, nei telegiornali di ogni ordine e grado.
Con una costanza non eguagliata da altri stakanovisti della dichiarazioncina serale: neppure dal lugubre e gastritico Capezzone, che a volte salta il giro suppongo per ragioni di turn-over.
Non ho alcun rilievo da muovere a quanto dicono, per il semplice fatto che li sento ma non li ascolto.
Il suono prodotto dalle loro voci, nonché la familiarità dei loro volti espressivi, hanno assunto nel tempo una funzione di puro arredo domestico.
Come la pentola che geme sul fuoco, il gatto che fa le fusa, il rumore ovattato del traffico, anche Gasparri e Cicchitto riempiono le nostre stanze quotidiane e accompagnano i nostri umili gesti, confondendosi con le usate abitudini.
Il borbottio strascicato e sputazzante del primo, l’anonima versione governativa sibilata a labbra strette dal secondo, non appartengono più all’agitata dimensione pubblica, ma alla sopita, cara atmosfera di casa. Con qualcosa di pascoliano, reminiscenze d’infanzia quando le chiacchiere delle donne di casa filtravano dalla camera accanto, voci indistinte che salgono dal villaggio globale così come dai borghi di una volta, e cicì e cicià, e pissi pissi, e bla bla, con il sibilo delle "esse" che fruscia, le palatali che schioccano appena.
Chissà che cosa dicono, e perché sono lì. Chissà se sanno che il loro solenne impegno istituzionale diventa, nelle nostre case, appena un rumore di fondo, che ci accompagna al riposo serale.

Anonimo ha detto...

A proposito di commenti in numero eccessivo o non coerenti con l'argomento del Post.
Per curiosità, mi sono riguardato i primi Post di questo Blog e ho visto che i primi 57 Post (salvo tre insulti) non hanno avuto neppure un commento.
Mi pare che Nicola abbia avuto una bella costanza e una gran fiducia.
Se ora i commenti abbondano o addirittura debordano, ben vengano.
Quelli inutili, sgradevoli o semplicemente pallosi, uno li può saltare a pié pari. Che problema c'é?
Mi pare invece che, anche se in modo un po' caotico, siano venute fuori diverse cose interessanti e costruttive che credo torneranno utili in vista delle ormai prossime elezioni.
In fondo a San Vincenzo non è che ci sia un'altro spazio nel quale poter discutere liberamente in modo interattivo, come in questo Blog.
E poi, anche se il numero di chi interviene con commenti non credo superi per ora le dieci-quindici persone, è invece assai più elevato il numero di sanvincenzini che giornalmente ci butta un'occhiata, magari con lo scopo maligno di apprendere quale ultima castroneria ha combinato il Comune.
E' indubbio infatti che il maggior propagandista di questo Blog è stato proprio il Comune, a partire dalla sentenza del Tar, per finire alla Vicenda di Rimigliano con l'interminabile telenovela delle pubblicazioni sbagliate e risbagliate.
Ormai il blog del Forum fa le veci delle Telelibera degli anni 70, dove la gente fa una capatina per sapere l'ultima.
Quindi avanti così e speriamo che i commenti e sopratutto le discussioni sulle prospettive per le prossime elezioni possano ancora incrementarsi.

Anonimo ha detto...

a ignorante: scusami volevo scrivere significato. ho solo sbagliato a digitare

Anonimo ha detto...

Sempre a ignorante: io mangio poco e parlo poco: sono un ossimo di una immagine acustica.

Nicola Bertini ha detto...

In effetti non mi dispiace che il blog diventi uno "sfogatoio".
Tutto sommato è l'indice della necessità per alcuni cittadini di esternare le loro opinioni (su qualsiasi tema) e la difficoltà di farlo attraverso altri canali.
L'argomento è serio e chiamerebbe in causa gli spazi di "socialità" della società dei consumi, l'individualismo e la pratica in via d'estinzione di ritrovarsi per parlare nella pubblica piazza.
Il suggerimento (piuttosto banale) che mi permetto di dare è quello cui ha già accennato perplesso. Il Commento che non si ritiene interessante non si legge, o se lo si è letto per sbaglio, non lo si tiene a mente.
Questo porta ad una tolleranza maggiore tra i vari commentatori e dovrebbe evitare diatribe abbastanza inutili.
Altrettanto ovvio è che i dibattiti sui temi locali alimentati dai commenti portano ad un arricchimento, ad un consolidamento politico che è quanto di più auspicabile si possa avere ed era è e sarà l'obiettivo primario di questo blog.
Lo strumento impersonale del commento anonimo, consente peraltro una libertà assoluta e un grado di audacia che permettono non solo l'assoluta intransigenza nei temi trattati ma permettono anche, o per meglio dire permetterebbeo, di muovere critiche auspicabili all'operato del Forum.
Finché leggo le mirabolanti invettive di messer poncho non riesco ad individuare gli errori che sicuramente faccio - facciamo nel condurre l'opposizione.
Se ci saranno critiche reali sull'operato saranno accolte con autentica gioia.
Inoltre tutto lo slancio democratico e attivo che viene dimostrato nel blog deve essere mantenuto nel mondo concreto, a partire dall'importantissimo appuntamento di Venerdì 28 quando il Forum del Centrosinitra si riunirà in pubblica assemblea per fare il riassunto dell'azione amministrativa e verificare la fattibilità di qualsiasi ipotesi per le prossime amministrative.

BerN

Anonimo ha detto...

LAVORO e GIUSTIZIA
Inserendo i morti sul lavoro tra i costi fisiologici da pagare al progresso, in fin dei conti il ministro Scajola non ha fatto che esplicitare un pensiero molto cinico ma molto corrente.
Si potrebbe addirittura convenire sulla sensatezza di questa opinione, non fosse che per un particolare: il famoso “prezzo da pagare” non è spalmato, come si dice oggi, su tutte le categorie sociali.
A lasciarci la pelle, precipitando da un’impalcatura o soffocando in miniera o bruciando in fabbrica o avvelenandosi con l’amianto, in genere non sono i manager, o i direttori dei lavori, o gli stati maggiori di ogni ordine e grado.
Sono gli operai, i minatori, i contadini, e questo dato non aiuta, diciamo così, a digerire più allegramente la cosa.
Ciò che rende inaccettabile questo “prezzo” non è tanto la sua quantità (comunque ingente), quanto la sua qualità: è un prezzo iniquo perché ricade, da sempre, sui deboli e i socialmente indifesi, sui disperati disposti a tutto pur di guadagnare qualcosa.
In margine alle commemorazioni – non discuto se sincere o ipocrite – sono poi signori generalmente pasciuti, e dalla vita sicura, che discettano sui “costi del progresso”. Ne pagassero una fettina pure loro, almeno ogni tanto, sarebbe meno fastidioso commuoversi al loro fianco.
Un morto sul lavoro non operaio fu invece Marco Biagi. Quando Biagi, minacciato telefonicamente e pedinato dalle Brigate rosse, rivolse numerosi e accorati appelli per una protezione, ai due politici committenti del suo lavoro, uno lo ignorò, l’altro, infastidito, lo tacciò di rompicoglioni.
Dopo che, rimasto inerme e indifeso, Biagi fu inevitabilmente assassinato, sia Sacconi che Scajola (sempre lui) sono stati prontamente premiati con la nomina a ministri del Lavoro e delle Attività produttive.
E poi si dice che al mondo non c’è giustizia.
M.S.

Anonimo ha detto...

leggo ora questo nuovo articolo e mi auguro che si possa fare ancora qualcosa per la scuola, anche se l'orizzonte che ci aspetta non è dei migliori.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, rilancio su un argomento che apparentemente non c'entra nulla.
A me pare che l'attenzione su Rimigliano stia svanendo. Avevate annunciato un ricorso al Tar sulla delibera pasticciata con i termini di pubblicazione non specificati ma non se ne è saputo più nulla.
Ma i termini per il ricorso sono già decaduti?
Avete forse deciso di non farne niente?

Anonimo ha detto...

Variante di Rimigliano
NO. Non preoccuparti, i termini non sono scaduti.
Non so cosa farà il Forum, ma in ogni caso alcuni cittadini (persone cavillose, attacchine, moleste, prive di coscienza civica e sabotatrici del prestigioso e radioso avvenire della nostra cittadina) stanno preparando azioni, trappole e ricorsi sui quali non posso scendere in dettagli per non dare vantaggi alle controparti.
Posso comunque garantirti che sia il Comune che la Proprietà, possono NON stare tranquilli.

Anonimo ha detto...

Acceso dibattito nel Popolo della Libertà

Per consolarsi dell’evanescenza della sinistra, aiuta molto misurarsi con la concretezza della destra.
Sul rotocalco rosa “Chi”
(divenuto, negli ultimi mesi, rivista di orientamento teorico del blocco berlusconiano, come fu ai suoi tempi Rinascita per il Pci),
la Gregoraci in Briatore prende posizione sul ventilato ingresso della Santanchè nel partito di Berlusconi.
Costei si era detta pentita delle sue notti al Billionaire, ed è su questa discriminante ideologica che la signora Briatore si schiera con decisione, accusando la rivale di “incoerenza politica”.
Nel frattempo il "coordinatore di Forza Italia", tal Verdini, apre alla Santanchè, pur non specificando se la ripulsa del Billionaire faccia curriculum oppure no.
Di contro si fa sentite Gasparri, dichiaratore tra i più assidui, accusando il Verdini di essere sensibile al fascino femminile della Santanchè, “più una questione ormonale che politica”.
Ora: non è indispensabile, per fare politica, discutere di dialettica hegeliana.
Non è nemmeno obbligatorio, però, cimentarsi in dibattiti così sdruciti, sputandosi addosso le olive del Martini.
Istantanee in costume da bagno corredano la discussione ai vertici.
Il PDL, partito che, secondo Berlusconi, si ispira a Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi (tanto sono morti) è diviso sul Billionaire.
Al prossimo congresso (dovranno pure farne uno, entro il Tremila) è attesa una mozione sulle infradito:
anche di sera, o solo in spiaggia?