
Un paio di mesi fa, in un post che pubblicammo su questo blog...
( http://forumsanvincenzo.blogspot.com/2009/06/asilo-nido-una-necessita-sempre-piu.html )
...cercammo di porre l’attenzione dell’opinione pubblica, ma ancora di più della nostra amministrazione, sul problema delle liste d’attesa all’asilo nido. Liste d’attesa che da un paio d’anni sono in aumento, con la conseguenza che molte famiglie che tirano avanti lavorando, non hanno la possibilità di “parcheggiare” il proprio piccolo nell’asilo, perché questo non ha posti disponibili.
Durante il primo consiglio comunale, il sindaco Michele Biagi, al primo punto di dibattito, mise proprio il problema Asilo, esponendo il proprio desiderio di trovare una soluzione o per l’inizio dell’anno scolastico, o al più tardi entro l’ultima parte del 2009.
E’ di questi giorni l’affermazione dell’assessore CAMERINI che il Comune stanzierà fondi per l’erogazione di bonus per quelle famiglie i cui bebè non sono rientrati nei posti per l’asilo, e che dovranno giocoforza ricorrere a servizi di babysitter.
L’articolo apparso sul Tirreno il giorno 21 a firma Cecilia Cecchi, infatti riporta testualmente:
“….Passo avanti sul fronte della qualità, con l’istituzione di un albo educatori. «Sono opportunità in più sul fronte dei servizi per l’infanzia che intende offrire il Comune di San Vincenzo» spiega Fabio Camerini. Delibere in approvazione nel prossimo consiglio, martedì. Una settantina i piccoli “ospitati” tra nido e micronido (in attività solo dallo scorso anno). Prosegue l’assessore alla pubblica istruzione: «Già la Regione assicura un contributo economico a queste famiglie, ma è parziale». «Noi - sottolinea - aggiungeremo un importo per arrivare alla spesa massima, a quanto si spenderebbe per la frequenza di un bambino al nido». Insomma fino alla copertura di 270 euro al mese. Tra i requisiti di questa Mary Poppins domiciliare, che la sua presenza copra almeno cinque giorni alla settimana, per tre ore giornaliere. «Perché - spiega Camerini - è il servizio minimo di un piccino che va al nido o al micronido. Vorremmo equiparare lo stesso tipo di sostegno». Certo conta lo stipendio annuo dei cittadini che vogliono assicurarsi l’aiuto e che non deve superare i 24mila euro. In contemporanea si è pensato di organizzare l’albo degli educatori. «Sarà all’ufficio scuola - prosegue Camerini - Qui è previsto anche un corso di formazione con attività teoriche e pratiche con esame finale per chi vuole iscriversi. Il contributo sarà legato anche alla scelta del personale proprio in questo elenco.”
Cercando di capire l’entità e le caratteristiche di questa proposta, ci pare di poter dire che in gran parte sono cose condivisibili: l’istituzione di un albo educatori con possibilità di diventarlo tramite corsi organizzati ( e crediamo finanziati in toto da contributi regionali o europei, che sono già ampiamente previsti…..) è già di per se una opportunità anche lavorativa. Il bonus di circa 300€ mensili, riteniamo sia congruo con le aspettative, e pienamente rapportabile a quelle che sono le richieste dell’asilo (fra l’altro se giriamo su internet vediamo che altri comuni che hanno istituito tale tipo di bonus, rimangono spesso al di sotto di tale cifra).
Ma su un punto non siamo d’accordo, e su questo vorremo si focalizzasse l’attenzione, perché a nostro parere è davvero importante. Se il vincolo che permetterà l’accesso a tale bonus, è uno stipendio lordo, perchè a quello ci si deve rapportare, inferiore a 24000 euro, ci chiediamo: che tipo di famiglia riuscirà ad accedervi, allora?
Intanto, quale caratteristica ha una famiglia che richiede, con necessità, di mettere un figlio all’asilo? Generalmente si sceglie di usufruire dei servizi del Nido perché lavorano entrambi i genitori, e se essi non sono a casa, il figlio chi lo guarda?
Uno stipendio lordo di 24000 euro corrisponde ad una mensilità netta di 1300 euro circa: ma questa (non in tutti i casi ovviamente) non è già la paga mensile media di una persona? Mettiamo che lavorino in due (appunto) non si supererebbe quella cifra facilmente? Ma poniamoci in un caso peggiore: lo stipendio del capo famiglia è di sole 900€, e la moglie lavora anch’essa per rimpinguare le casse familiari, part-time…….e percepisce 500€ mensili. Non mi pare siano cifre enormi e fuori dalla realtà, ma consentirebbero di superare ampiamente la soglia dei 24000 euro.
A chi andrebbe quindi il bonus? A quelle famiglie fortemente disagiate, magari con un solo stipendio molto basso: la madre è sì a casa, e potrebbe badare al figlio, ma se avesse l’opportunità di avere tempo a disposizione da dedicare al lavoro, allora magari potrebbe migliorare il bilancio familiare. Quindi in questo caso si può essere d’accordo con la proposta. Ma come abbiamo visto molte altre famiglie (le più) si troverebbero tagliate fuori da questa proposta.
Chi altro potrà beneficiarne? Quei lavoratori indipendenti che, furbescamente, hanno dichiarato introiti irrisori nella dichiarazione dei redditi: lo abbiamo visto durante lo scorso inverno con le dichiarazioni “strabilianti” di nostri concittadini, che magari hanno ville e 2 SUV, però guadagnano 8000 euro l’anno (fanno 550€ mensili…..)! Tutto a discapito, non solo di quei lavoratori dipendenti che per obbligo dichiarano TUTTO, ma anche di quelle persone oneste che troviamo tra i nostri artigiani locali che lavorano tutto l’anno, barcamenandosi tra una stagione invernale pigra, e una estiva sempre in calo, e poi magari si sentono dire che Tizio che ha due palazzi può usufruire del bonus e lui che ha anche un mutuo sul groppone si deve in sostanza “ciucciare i diti” e frugarsi!
Noi chiediamo che siano meglio discussi e approfonditi i parametri per l’erogazione dei bonus, non fermandosi alla semplice dichiarazione dei redditi(o ISEE che sia). Aspettiamo il consiglio comunale e la completa stesura della proposta per valutarla ancora meglio e ci auguriamo che l’amministrazione non sia sorda ai suggerimenti e alle migliorie che potrebbero pervenirgli da più fronti, specialmente su un problema che tocca così da vicino il Nostro futuro.