martedì 25 agosto 2009

ASILO NIDO 2: le necessità trovano risposte?


Un paio di mesi fa, in un post che pubblicammo su questo blog...

( http://forumsanvincenzo.blogspot.com/2009/06/asilo-nido-una-necessita-sempre-piu.html )

...cercammo di porre l’attenzione dell’opinione pubblica, ma ancora di più della nostra amministrazione, sul problema delle liste d’attesa all’asilo nido. Liste d’attesa che da un paio d’anni sono in aumento, con la conseguenza che molte famiglie che tirano avanti lavorando, non hanno la possibilità di “parcheggiare” il proprio piccolo nell’asilo, perché questo non ha posti disponibili.

Dicevamo anche, che dallo scorso anno, il Comune di San Vincenzo aveva approntato una prima soluzione, quella del Micronido, per venire incontro a queste esigenze, ma che questa soluzione, da sola, allo stato attuale delle cose (che a Giugno risultava essere di 22 bambini rimasti fuori dai posti disponibili) non poteva bastare.

Durante il primo consiglio comunale, il sindaco Michele Biagi, al primo punto di dibattito, mise proprio il problema Asilo, esponendo il proprio desiderio di trovare una soluzione o per l’inizio dell’anno scolastico, o al più tardi entro l’ultima parte del 2009.

E’ di questi giorni l’affermazione dell’assessore CAMERINI che il Comune stanzierà fondi per l’erogazione di bonus per quelle famiglie i cui bebè non sono rientrati nei posti per l’asilo, e che dovranno giocoforza ricorrere a servizi di babysitter.

L’articolo apparso sul Tirreno il giorno 21 a firma Cecilia Cecchi, infatti riporta testualmente:

“….Passo avanti sul fronte della qualità, con l’istituzione di un albo educatori. «Sono opportunità in più sul fronte dei servizi per l’infanzia che intende offrire il Comune di San Vincenzo» spiega Fabio Camerini. Delibere in approvazione nel prossimo consiglio, martedì. Una settantina i piccoli “ospitati” tra nido e micronido (in attività solo dallo scorso anno). Prosegue l’assessore alla pubblica istruzione: «Già la Regione assicura un contributo economico a queste famiglie, ma è parziale». «Noi - sottolinea - aggiungeremo un importo per arrivare alla spesa massima, a quanto si spenderebbe per la frequenza di un bambino al nido». Insomma fino alla copertura di 270 euro al mese. Tra i requisiti di questa Mary Poppins domiciliare, che la sua presenza copra almeno cinque giorni alla settimana, per tre ore giornaliere. «Perché - spiega Camerini - è il servizio minimo di un piccino che va al nido o al micronido. Vorremmo equiparare lo stesso tipo di sostegno». Certo conta lo stipendio annuo dei cittadini che vogliono assicurarsi l’aiuto e che non deve superare i 24mila euro. In contemporanea si è pensato di organizzare l’albo degli educatori. «Sarà all’ufficio scuola - prosegue Camerini - Qui è previsto anche un corso di formazione con attività teoriche e pratiche con esame finale per chi vuole iscriversi. Il contributo sarà legato anche alla scelta del personale proprio in questo elenco.”

Cercando di capire l’entità e le caratteristiche di questa proposta, ci pare di poter dire che in gran parte sono cose condivisibili: l’istituzione di un albo educatori con possibilità di diventarlo tramite corsi organizzati ( e crediamo finanziati in toto da contributi regionali o europei, che sono già ampiamente previsti…..) è già di per se una opportunità anche lavorativa. Il bonus di circa 300€ mensili, riteniamo sia congruo con le aspettative, e pienamente rapportabile a quelle che sono le richieste dell’asilo (fra l’altro se giriamo su internet vediamo che altri comuni che hanno istituito tale tipo di bonus, rimangono spesso al di sotto di tale cifra).

Ma su un punto non siamo d’accordo, e su questo vorremo si focalizzasse l’attenzione, perché a nostro parere è davvero importante. Se il vincolo che permetterà l’accesso a tale bonus, è uno stipendio lordo, perchè a quello ci si deve rapportare, inferiore a 24000 euro, ci chiediamo: che tipo di famiglia riuscirà ad accedervi, allora?

Intanto, quale caratteristica ha una famiglia che richiede, con necessità, di mettere un figlio all’asilo? Generalmente si sceglie di usufruire dei servizi del Nido perché lavorano entrambi i genitori, e se essi non sono a casa, il figlio chi lo guarda?

Uno stipendio lordo di 24000 euro corrisponde ad una mensilità netta di 1300 euro circa: ma questa (non in tutti i casi ovviamente) non è già la paga mensile media di una persona? Mettiamo che lavorino in due (appunto) non si supererebbe quella cifra facilmente? Ma poniamoci in un caso peggiore: lo stipendio del capo famiglia è di sole 900€, e la moglie lavora anch’essa per rimpinguare le casse familiari, part-time…….e percepisce 500€ mensili. Non mi pare siano cifre enormi e fuori dalla realtà, ma consentirebbero di superare ampiamente la soglia dei 24000 euro.

Quindi, in caso di necessità, perché non rientrati nei posti liberi al Nido/Micronido, niente bonus!

A chi andrebbe quindi il bonus? A quelle famiglie fortemente disagiate, magari con un solo stipendio molto basso: la madre è sì a casa, e potrebbe badare al figlio, ma se avesse l’opportunità di avere tempo a disposizione da dedicare al lavoro, allora magari potrebbe migliorare il bilancio familiare. Quindi in questo caso si può essere d’accordo con la proposta. Ma come abbiamo visto molte altre famiglie (le più) si troverebbero tagliate fuori da questa proposta.

Chi altro potrà beneficiarne? Quei lavoratori indipendenti che, furbescamente, hanno dichiarato introiti irrisori nella dichiarazione dei redditi: lo abbiamo visto durante lo scorso inverno con le dichiarazioni “strabilianti” di nostri concittadini, che magari hanno ville e 2 SUV, però guadagnano 8000 euro l’anno (fanno 550€ mensili…..)! Tutto a discapito, non solo di quei lavoratori dipendenti che per obbligo dichiarano TUTTO, ma anche di quelle persone oneste che troviamo tra i nostri artigiani locali che lavorano tutto l’anno, barcamenandosi tra una stagione invernale pigra, e una estiva sempre in calo, e poi magari si sentono dire che Tizio che ha due palazzi può usufruire del bonus e lui che ha anche un mutuo sul groppone si deve in sostanza “ciucciare i diti” e frugarsi!

Noi chiediamo che siano meglio discussi e approfonditi i parametri per l’erogazione dei bonus, non fermandosi alla semplice dichiarazione dei redditi(o ISEE che sia). Aspettiamo il consiglio comunale e la completa stesura della proposta per valutarla ancora meglio e ci auguriamo che l’amministrazione non sia sorda ai suggerimenti e alle migliorie che potrebbero pervenirgli da più fronti, specialmente su un problema che tocca così da vicino il Nostro futuro.
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LA REDAZIONE

giovedì 6 agosto 2009

Secondo Consiglio Comunale, il CINEMA VERDI....


Sempre nel secondo consiglio comunale è venuta fuori un’altra sorpresa, se così la vogliamo chiamare.
I tanti dubbi che i cittadini di San Vincenzo nutrivano sui lavori di ristrutturazione del Cinema Verdi sono finalmente stati chiariti dall’amministrazione per voce dell’assessore ai Lavori Pubblici Elisa Cecchini che, è bene premetterlo, ha ricevuto in dote questo “dicastero”, con annessi e connessi, da KETY PINI, che lo presiedeva nella precedente legislatura. Legislatura dove comunque la stessa Cecchini, allora assessore al turismo, ha partecipato attivamente alle decisioni prese dall’amministrazione comunale.

Ma torniamo, dopo questa premessa “tanto per chiarire il quadro istituzionale”, ai fatti sul Cinema Verdi. In paese si sapeva del contenzioso Ditta-Comune. Chi diceva che la ditta era fallita (e allora ci si chiedeva come mai c’erano gli stessi identici muratori...); chi diceva “ma il comune può far pagare le penali per un lavoro che si sta protraendo ben oltre il lecito?”. Altri che incavolati esclamavano “Ma tutte a questo Comune devono capitare? Ci s’ha scritto tonti sulla fronte?”

Per cercare di dare delle risposte agli interrogativi che tutti si chiedevano e fare ordine nella questione, nell’ultimo consiglio comunale, su interrogazione del FORUM di Centrosinistra, è stato chiesto all’amministrazione, un chiarimento sui tempi, costi e penali dei lavori al Verdi.
Le risposte dell’assessore Cecchini sono state le seguenti:
- La spesa preventivata era di 1.100.000 euro, dei quali 825.000 per le spese di ristrutturazione pura: la differenza era dovuta ad imprevisti, spese burocratiche ecc.
- La ditta non appena preso in carico il lavoro e, in specifico, durante le lavorazioni, essendosi resa conto (a loro dire) che i lavori previsti a capitolato non erano sufficienti per il tipo di lavorazione che invece occorreva, avanzava richieste dell’ordine di centinaia di migliaia di euro (5/600 mila euro in più) in aggiunta a quanto stabilito dal capitolato e dall’appalto vinto, per l’ultimazione dei lavori.

Come tutti sappiamo, poi i lavori si sono improvvisamente interrotti, e la causa era proprio il contenzioso derivante da questa “esosa” (parole dell’assessore) richiesta.
Insomma tra problemi edilizi vari, e burocratici, l’assessore ci diceva che il ritardo accumulato dalla ditta, rispetto al bando è diventato di 14 mesi.
Tutti in quell’istante si sono fregati le mani pensando alla cospicua penale che avrebbe dovuto pagare la ditta, e quanti servizi avremmo potuto erogare con il denaro “risparmiato” dai lavori!
Ma la realtà è purtroppo più amara dei sogni, perché, sempre l’assessore, rispondendo all’interrogazione, fa sapere che andare fino in fondo a questo tipo di contenzioso avrebbe comportato ulteriori ritardi nel completamento dei lavori, e che quindi si è voluto procedere ad una “transazione” con la ditta: un accordo, sostanzialmente.

Cosa implica tale accordo? Sempre dalle parole di Cecchini veniamo a sapere che alla ditta sono stati abbuonati i 14 mesi di ritardo e in più gli si è riconosciuto un surplus di poco meno di 100.000 euro!
Per cosa?
Per non far slittare ulteriormente la conclusione dei lavori? Oh Via…!!

Ora, non bisogna essere degli scienziati per domandarsi: come mai se la ditta ha torto, te non vai fino in fondo al contenzioso e gli abbuoni le richieste? Se si è cercato un accordo, e che poi con esso si sia stralciata una richiesta di penale per ritardo lavori di diverse decine di migliaia di euro (se non centinaia) e in più gli siano stati donati altri 100.000 euro, a noi cittadini può far solo che pensare che chi era nel torto, era il committente del lavoro, ovvero il Comune.

E allora ci domandiamo: chi ha redatto quel capitolato per quel bando di gara?
Perché non può che essere quello lo SBAGLIO. Questo è quello che ci fa capire l’assessore Cecchini. Se l’errore è stato fatto da un’azienda o un perito esterno che ci si rivalga su questi. Se l’ha fatto qualcuno del Comune stesso, che non gli siano più affidati incarichi che si ripercuotono sul denaro pubblico versato dai Sanvincenzini tutto l’anno, tutti gli anni, attraverso le tasse.
Questo lo chiediamo non come FORUM, ma nell’interesse di tutti quanti.

Comunque per finire, l’Assessore ai Lavori Pubblici ha affermato che adesso il termine per i lavori di edilizia è fissato al 13 Agosto 2009. Del 2 Agosto la dichiarazione sulla stampa dello stesso assessore, che il termine ultimo dei lavori, l’inaugurazione del Cinema Verdi insomma, è preventivabile per fine anno (ricordiamo che il sindaco in campagna elettorale diceva che i lavori si sarebbero ultimati per fine Giugno, con preventivabili eventi settembrini all’interno dello stesso….).
Intanto al 13 Agosto mancano ormai 7 giorni e difficilmente i lavori si concluderanno: speriamo che le eventuali penali scattino immediatamente, perché, a questo punto, difficilmente eludibili.

E speriamo davvero che per fine anno sia tutto ultimato, ma riportiamo le parole della stessa Cecchini alla stampa “E’ nostra intenzione portare a termine i lavori entro quest’anno. PRIMA PERO’ dovremo effettuare una gara d’appalto per gli arredi”.
Ma manca, ancora, pure quella?
Probabilmente a Natale avremo per regalo solo una bella scatola VUOTA.....
Oramai questa storia del VERDI è diventata una barzelletta, per il Comune, per i Cittadini, per la ditta stessa.
Non vediamo l’ora che questa storia sia finita, e che quel cantiere nel mezzo al paese sparisca.
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LA REDAZIONE