giovedì 3 gennaio 2008

LA QUALITA' ONIRICA DI JUNTA E AMMINISTORIONE

Il Blog del Forum del Centrosinsitra è lieto di offrirvi due brevissimi racconti: uno per i maschietti, l’altro per le femminucce.

Per i maschietti

“Cittadine e cittadini, abbiamo ANPILA!” Folle festanti gettano in aria cappelli, occhiali, parrucche, dentiere e unghie posticce. Migliaia di esseri umani si baciano in piazza e brindano ad una grande vittoria. “Invitiamo sul palco la signora ANPILA”. Compare una donna bellissima molto elegante nel portamento e poco vestita che sale i gradini lentamente mentre la piazza, sbigottita, si divide tra le salive maschili e i bisbigli femminili.

Giunta in prossimità del Signor Amministorione, che l'aveva invitata a salire, ANPILA si avvicina una mano al seno. Sul Signor Amministorione si posa un sorrisino che cava gli occhi dalle orbite e lascia la lingua adagiata sul labbro inferiore con inespressiva voluttà. Il capo è proteso verso i suoi seni che si intravedono ansanti fare capolino dallo scollo. La signora ANPILA si sfiora il collo, poi rivolge in basso le punta delle dita e infila la mano laddove spera di poterla infilare il Signor Amministorione e la lascia oscillare, animando i seni con sapiente sintonia.

Amministorione prende fiato. Non respirava da un pezzo e le palpitazioni lo avevano affaticato. Rufolando la tasca della giacca cerca quei meravigliosi confetti blu di cui tutti parlano. Senza capirne la ragione, mosso da un istinto primitivo, il Signor Amministorione sussurra solennemente balbettando: “I-io tti attuo”. All’improvviso la piazza non c’è più. Ora è una stanza lurida e cadente con una scrivania polverosa e scaffali gremiti di fogli dimenticati alle pareti.

La mano della donna emerge dai seni assieme ad un enorme pennato (come sarà riuscita a tenercelo…). Il Signor Amministorione atterrito sente le pulsazioni del suo cuore farsi sempre più violente. Le gambe diventano deboli e molli. Si volta mentre ANPILA agita il pennato davanti ai seni con destrezza, il volto è stravolto da un moto d’ira insopprimibile, il collo teso, le gambe flesse, pronte a balzare sulla preda.

Amministorione, come un tacchino goffo, cade inciampando con destrezza su una cartella d’archivio colorata di rosso antico. Fa per rialzarsi ma le gambe, come paralizzate non rispondono agli ordini irrevocabili. ANPILA avanza e balza su di lui… Scattando a sedere sul letto guarda l’orologio: le 3:14. Era andato a mangiare al "Ghizzo Grigio" e non aveva digerito, ma Amministorione sa che, se si è spaventato così tanto per quella donna bellissima e da tutti desiderata, quella ANPILA comparsa in uno dei tanti suoi sogni, un perché c’è…

Per le femminucce

“Cittadine e cittadini, abbiamo AmPIL!” Folle festanti gettano in aria cappelli, occhiali, dentiere e unghie posticce. Migliaia di esseri umani si baciano in piazza e brindano ad una grande vittoria. “Invitiamo sul palco il compagno AmPIL”. Un uomo sui trenta, alto, sicuro nel passo e molto atletico avanza nella folla. Lo sguardo chiaro spazia come volesse sfuggire al giudizio dei presenti ma le spalle larghe sembrano sfidare ciascuno a metterne in discussione la solidità. Salendo i gradini del palco fa mostra di grazia e robustezza nei glutei mentre tiene incollato uno sguardo intenso e indecifrabile sulla Signora Junta, che lo aveva chiamato dal centro del palco. La piazza è divisa tra lo sbattere delle ciglia delle signore impettite e il risentimento orso dei maschi frustrati nella loro virilità. Un’arzilla signora di novantaquattr'anni, in fondo alla piazza grida “Voglio AmPIL tutto per me!”

La Signora Junta, benevola, rivolge allora la voce a tutta la piazza ma mantiene cementato lo sguardo sui pettorali di AmPIL, e spiega che “AmPIL, vedete, è pubblico, ovvero di tutta la collettività da me rappresentata.” La vispa signora ci pensa un po’. Poi sgranando gli occhi dal teschio grida “Brutto sudiciume, lo voi tutto per te!” E per la foga parte, rallentata da chili di saliva che la tengono legata come in un abbraccio di anaconda, la dentiera della signora che, volando volando, cade proprio sul letto rifatto.

Già perché la folla è sparita e c’è un grande letto su una grande discarica di sassi in mezzo al mare. Il tramonto accompagna AmPIL che si avvicina a Junta mentre i raggi rossi del sole si infrangono sui denti bianchi sopra il lenzuolo azzurro. L’arzilla signora s’avventa su Junta che, incurante della rivale, s’era infilata in bocca una mentina.

Ma la novantenne sdentata l’assale e la getta a terra sottraendole la vista dei pettorali di AmPIL sempre più vicino. Eccitata dall’odio la vecchina istintivamente morde alla giugulare Junta ma ne viene fuori un bel succhiotto. Nel protrarsi dell’abbraccio mortale e degli ultimi sprazzi di giorno, avanza nella scogliera AmPIL. La lotta è una madida tenzone. Junta si trova dinnanzi la faccia secca dell’avversaria e, d’istinto le sputa in bocca la mentina.

Ma ecco che AmPIL le ha raggiunte. Le due restano allora stese a terra, come ipnotizzate delle movenze di quel giovane corpo. Le sue mani grandi e forti toccano il petto e scendono sugli addominali che si intravedono scolpiti sotto la maglia un po’ lunga. E poi proseguono e si conficcano laddove non è bene dire lasciando impietrite le due signore che osservano manovre tanto ampie quanto strane.

AmPIL estrae dai pantaloni un’enorme… grandissima betoniera e brandendola in cielo grida “Ora vi ho individuato”… Scatta a sedere sul letto. Guarda l’orologio: le 3:14. Era andata a mangiare al "Ghizzo Grigio" e non aveva digerito. Ma Junta sa che se si è spaventata così tanto per quell’uomo avvenente comparso in sogno, quel tale AmPIL, un perché c’è…


Prima che chiamiate il 118 per farmi internare preciso che nei prossimi giorni arriverà una spiegazione anche per questi due testi. Vedrete che i racconti che, meglio precisarlo, sono solo bislacche fantasie del tutto estranee alla realtà (anche i nomi non devono essere riferiti né a persone né a cose reali), hanno una loro ragione nel nostro tempo e nei nostri luoghi.

Tenete conto che anch’io in qualche modo devo divertirmi.

Ber N

Nessun commento: