sabato 29 dicembre 2007

Quaderni dal Consiglio - Natale interruptus ovvero Babbo Natale non trova parcheggio (e si deprime)


Parecchio da dire sui parcheggi. Due nostre interrogazioni riguardavano il divieto di sosta lungo tutta Via della Principessa e l’accesso ai parcheggi pubblici posti presso il villaggio turistico Garden Club.

Babbo Natale deve aver giudicato poco bravi i sanvincenzini e per il divieto di sosta a Rimigliano non c’è stato il regalo tanto atteso dai frequentatori del parco.

Il divieto di sosta rimane e di motivazioni plausibili ancora neppure l’ombra. C’è solo l’impegno (verbale) di concludere il passaggio di proprietà dalla Provincia al Comune entro sei mesi. Alla domanda però di come voglia agire l’Amministrazione quando la via sarà comunale, non c’è risposta.

Si sta invece concludendo la vicenda relativa ai parcheggi posti presso il villaggio turistico denominato Garden Club. Ci sono 134 posti auto di proprietà pubblica per i quali, la convenzione del ’90 stipulata tra la proprietà e il Comune prevedeva la fruizione pubblica.

Per quindici lunghi anni tali parcheggi sono stati impropriamente asserviti al villaggio turistico. Un danno economico per la collettività che si potrebbe stimare attorno al mezzo milione di euro. Un danno etico, per l’inosservanza, tollerata dalle amministrazioni succedutesi, di una convenzione.

Oggi la questione viene risolta in questi termini: il Comune cede tutto al privato. L’Amministrazione non solo rinuncia ad un altro pezzo di patrimonio pubblico, non solo lancia un messaggio preciso ai cittadini e cioè che le convenzioni possono tranquillamente essere violate per quindici anni senza nessuna sanzione per i trasgressori, ma sottovaluta incredibilmente il valore di quei 134 posti auto.

Volendo valutare quei parcheggi quanto quelli in paese, il valore di quindici anni di uso si aggirerebbe attorno ai 600.000€. Tuttavia una violazione così protratta nel tempo avrebbe dovuto essere sanzionata. E a tale somma avrebbe dovuto aggiungersi una congrua cifra come valutazione effettiva del bene. Ad essere stretti la richiesta avrebbe dovuto superare il milione e mezzo di euro. L’amministrazione ne ha richiesti 350.000.

Non ci sono parole. Ci chiediamo se sia opportuno denunciare le irregolarità che si possono riscontrare sul nostro territorio se poi l’Amministrazione anziché provvedere a far rispettare gli atti prodotti, getta la spugna e fa fare al privato quello che vuole.

Di fronte ad una tale subalternità dell’Amministrazione agli interessi dei provati, di fronte all’autoreferenzialità di una classe politica così arrogante da ritenere le proprie decisioni al di sopra di qualsiasi valutazione al punto che non giustifica nessun atto prodotto, rimane solo l’impotente esclamazione: vergogna.

Ber N

Foto tratte da
http://albarossa.splinder.com/
http://blog.libero.it/noeasywayout/view.php?id=noeasywayout&mm=0&gg=071227

Quaderni dal Consiglio - Piccoli compagni vendono


La maggioranza a disagio sulla cessione delle ex scuole Fucini.

Paradossalmente la più accorata difesa della scelta politica di vendere le Fucini è del Compagno dei Comunisti Italiani che ha anche gettato sulle spalle del Forum del Centrosinistra, nato nel 2004, alcune decisioni prese nel 1998.

L’Amministrazione tutta ribadisce comunque la convinzione che vendere le Fucini sia cosa necessaria e utile. Gli uffici attualmente presenti nelle Fucini dovranno essere ricollocati nel palazzo Alliata alla modesta cifra di un milione di euro e oltraggiando le linee architettoniche del palazzo in cui si prevede di poter ricavare uffici con pareti divisorie in vetro (!).

La logica è questa: io devo rifare la cucina, non ho problemi economici e potrei farmela rifare quando voglio. Invece scelgo di vendere il bagno per prendere soldi che già avrei per rifare la cucina. Conclusione mi ritrovo senza bagno e devo far installare un cesso accanto al forno spendendo il ricavato della vendita del bagno.

Perché ciascuno si faccia un’idea pubblichiamo di seguito il breve testo della mozione presentata e respinta sia dalla maggioranza (Partito Democratico e Partito dei Comunisti Italiani) sia dall’opposizione di centrodestra.

Considerato che nella seduta del Consiglio Comunale del 28/11 us., l’Amministrazione Comunale ha espresso l’intenzione di procedere all’alienazione delle ex scuole Fucini, d’altronde prevista dalla variante gestionale del Regolamento Urbanistico;

Considerato il valore sociale dell’edificio che prima di ospitare gli uffici comunali è stata la scuola elementare del paese

Visto che la situazione economica del comune non giustifica la vendita del patrimonio pubblico

Il Consiglio Comunale

Invita l’Amministrazione a predisporre una variante al regolamento urbanistico per sancire l’inalienabilità delle ex scuole Fucini.

Ber N


immagine tratta dal film "Good bye Lenin"

giovedì 27 dicembre 2007

RInCORSO DI VOLATA


MI SCAPPA UN RICORSO

L’amministrazione ricorre istintivamente al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR.

La fretta è così tanta che la Giunta delibera il ricorso contro la sentenza del TAR di cui non conosce le motivazioni.

MI RICORRO ADDOSSO

La Delibera di Giunta con cui si ricorre al Consiglio di Stato ha una logica tutta sua che più o meno è così sintetizzabile:
  • Siccome il TAR non ha dato la sospensiva ai lavori e le opere sono iniziate
  • Siccome le opere sono iniziate e sarebbe un gran peccato buttare via tutto
  • Siccome buttare via tutto sarebbe grave pregiudizio per il Comune e danno economico per la ditta;
  • Siccome non vogliamo un dispiacere noi e neppure vogliamo che l’abbia la ditta,
  • Siccome s’ha ragione
  • Siccome non vogliamo interrompere le opere
    ALLORA
  • Si ricorre.
Di fronte a ragionamenti tanto raffinati si ha l’impressione che l’Amministrazione si sia ricorsa addosso.

TRA DITTA E PARTITO NON METTERE IL DITO

Ancora una volta, per rendere chiaro all’universo intero l’assenza di confini tra l’interesse privato e l’interesse pubblico in nome del quale agisce l’Amministrazione, la Giunta si preoccupa di ricorrere non solo per salvaguardare l’operato del Comune, ma anche il portafoglio della ditta!

Nella delibera sta scritto a chiare lettere: “…gli effetti della sentenza (del TAR) sarebbero notevolmente pregiudizievoli per il Comune e per la ditta appaltatrice”. Ma la ditta è liberissima di tutelarsi senza che il Comune ci metta il nome.

Per questa splendida concezione dell’interesse pubblico si fanno particolari complimenti al Partito dei Comunisti Italiani che, con il suo rappresentante in Giunta, ha approvato l’ennesimo documento “comunista” di questa maggioranza.

TARpati sogni di gloria

Evidentemente la maggioranza ha accolto la sentenza del TAR nel peggiore dei modi. Anziché agire come sarebbe logico attendersi da un’Amministrazione comunale rifacendosi ad un principio di precauzione e sospendendo le opere, si è permesso alla ditta di accelerare i lavori. Anziché attendere le motivazioni relative alla sentenza per poi valutarle nel merito, si è ricorso alla cieca in Consiglio di Stato adducendo le motivazioni che ho qui sopra sintetizzato e che verranno pubblicate integralmente su questo blog.

Ma l’Amministrazione attuale, come può essere così ciecamente certa dell’operato dell’Amministrazione precedente che ha approvato il progetto definitivo? Come può la Giunta di San Vincenzo avere tutta questa certezza d’infallibilità nella Valutazione d’Impatto Ambientale redatta dalla Regione Toscana nel lontano 2002?

Presentare un ricorso prima di conoscere le motivazione assomiglia più alla reazione istintiva di chi vede minacciati i propri sogni di gloria anziché alla razionale scelta di un’Amministrazione comunale desiderosa di produrre documenti completamente trasparenti e legittimi.

Comunque domani in Consiglio Comunale alle 17:30 ci sarà occasione di parlare anche di questo: siamo stati previdenti ed abbiamo depositato un’interrogazione sulla sentenza del TAR.

Ber N

domenica 23 dicembre 2007

SCUOLE FUCINI: L'AMMINISTRAZIONE SI "ESPRIME"


Lo sapete perché l’Amministrazione sta per vendere le ex scuole Fucini? Per due ragioni.

“la prima risiede nell’obiettivo di programma di recuperare gli edifici di valore storico e culturale di San Vincenzo, mantenendoli pubblici sia nella proprietà che nell’utilizzo.” Sì, avete letto bene. Sul Tirreno l’Amminstrazione così si “esprime”. Vendiamo l’edificio perché vogliamo mantenerlo pubblico sia nella proprietà che nell’uso.

C’è altro: “la seconda motivazione consiste nel permettere la realizzazione di una struttura ricettiva direttamente sul porto.” Ecco questa è già più convincente. Ci pareva infatti che si volesse permettere al privato di turno di fare soldi a palate svendendo il patrimonio pubblico.

Chissà, se saremo fortunati, l’acquirente potrebbe persino essere la SALES. A San Vincenzo mai porre limiti alla provvidenza e alla capacità di “esprimersi” dell’Amministrazione. Il Comune ha confermato, con il consueto candore, la subalternità delle scelte di pianificazione urbanistica ad interessi particolari.

L’altro argomento espresso dall’Amministrazione è che, volendo restaurare il palazzo ex Alliata e non volendo accollarsi un mutuo, sarebbe necessario vendere le ex Fucini. Ancora una volta, quando è evidente a cani e porci che il re è nudo, si tirano fuori improbabili problemi economici.

È bene allora che tutti sappiano che il bilancio previsionale del 2008 prevede oltre 900.000€ per incarichi e consulenze affidati a professionisti esterni e introiti con le sole multe per ben 850.000€. Grandi entrate e pessime spese. I soldi ci sono e ogni anno avanzano (l’anno scorso 1,4 milioni di euro di attivo nel bilancio) eppure ci si inventa la storiella dei problemi economici per giustificare l’alienazione di un pezzo così importante del patrimonio pubblico.

Specchietti per le allodole. La realtà è che la vendita dell’edificio comporterà non un entrata ma una perdita secca per la collettività che dovrà accollarsi, magari svendendo le ex scuole Fucini attualmente sede di molti uffici comunali, le spese per sbudellare l’ex Alliata in modo da reperire tanti stanzini.

La previsione del RU è di poter costruire 1.200 mq di superficie a destinazione alberghiera. Considerata la zona, a quanto potrebbe essere venduto l’edificio delle ex Fucini? Anche contando 4.500€ al mq arriviamo a 5,4 milioni di euro. Siamo pronti a scommettere che l’Amministrazione svenderà tale patrimonio.

E poi, cosa cavolo vuol farci l’Amministrazione con i cinque milioni di euro? Li spenderà per pagarci consulenze a professionisti esterni. Richiamando l’immagine di oggi, li userà per “esprimersi”.

Ber N

sabato 22 dicembre 2007

C'è chi cita

Citazione in giudizio “di massa” al San Luigi. La Gardenia srl (di cui abbiamo già parlato), cita in colpo solo 132 cittadini.

Il problema è quello del diritto di passo che i sanluigini hanno per arrivare al mare. Gli abitanti sarebbero ben disposti a trovare un accordo ma la Gardenia, anziché mettersi al tavolino e invitare i condomini dal notaio, cita tutti. Tra l'altro, ci informano i nostri amici, sbagliando diverse decine di nomi.

Pubblichiamo il testo che i sanluigini ci hanno inviato sulla vicenda.

‘STI LAZZI, CHE PASTICCIONI!

Senza entrare nel merito della questione, anziché citare 132 persone, non potevano, per ottenere lo stesso risultato:

  • convocare i proprietari dal notaio dando una scadenza per far firmare chi voleva
  • mandare una raccomandata all’amministratore informandolo su quello che avrebbero fatto
  • fare una telefonatuccia preventiva all’amministratore così avvisa quella povera gente che anziché le cartoline di auguri si è vista arrivare una citazione in tribunale come regalo di Natale

‘STI LAZZI CHE ARROGANZA


E invece voilà auguri di Natale a 132 famiglie tra cui anziani, gente di tutta Italia, persone che non ha mai visto una citazione.
E la “perla” che 76 non ci azzeccano niente! Ci sarebbe da ridere.

‘STI LAZZI CHE REGALO


Comunque siccome noi SANLUIGINI ‘STI LAZZI li conosciamo bene e niente ci sorprende, ci divertiamo e in tanti stiamo mandando UNA BELLA CARTOLINA NATALIZIA ALL’ING. LAZZI (mitico manager) ringraziandolo per il bel regalo di Natale.
E’ Natale bisogna essere buoni…..

I sanluigini.


Permettetemi una considerazione aggiuntiva. Tra i 132 nomi c’è anche il Comune di San Vincenzo. Siamo quindi tutti citati in giudizio. Il Sindaco che ne pensa?
.
Ber N

lunedì 17 dicembre 2007

GLI STUPITI.


Altro pezzo da maestro sulla sentenza del TAR. Confcommercio e Confesercenti brillano in un intenso comunicato comparso oggi sul Tirreno.

Tema: la sentenza (sbagliata) del TAR. Il testo non delude le aspettative è ritmato e concreto, peccato che ormai è tardi per musicarlo e farlo partecipare allo Zecchino d’oro 2007. Le rappresentanti delle associazioni sono proprio tanto stupite dalla sentenza del TAR che ha giudicato illegittimi gli atti del porto. Tale sospetto non aveva mai sfiorato le associazioni di categoria. Come pensare che un progetto così trasparente e accurato possa essere illegittimo!

Nonostante quel progetto sia stato al centro di una forte opposizione politica negli ultimi vent’anni, nonostante le raccolte di firme, le denunce pubbliche sulle carenze di studi e sulla prevista erosione della costa, nonostante una sequenza impressionante di ESPOSTI ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA promossi dal Forum del Centrosinistra, Rifondazione, Legambiente e singoli cittadini, nonostante l’ex Sindaco sia diventato Presidente del Consiglio d’Amministrazione della Marina di San Vincenzo, nonostante la variante in corso d’opera difficilmente conciliabile con una gara d’appalto, nonostante… limitiamoci a questo, pare sufficiente, dicevamo nonostante tutto ciò e molto altro, oggi, d’innanzi ad una sentenza negativa del TAR, Confcommercio e Confesercenti trasecolano.

Il bello però è che i rappresentanti delle categorie che più risentiranno dei danni provocati agli arenili e all’immagine del paese, si sbracciano ad auspicare che i lavori proseguano velocemente perché… Già, perché? Ma per la crescita, no? Per il turismo, per i nostri figli, per il futuro, per l’economia e per molto altro.

E perché le associazioni di categoria hanno fretta proprio adesso? Mentre il Comune ha permesso che l’azienda perdesse sette mesi per elaborare una variante tesa all’aumento dei propri guadagni, Confcommercio e Confesercenti non sono scese in piazza per la ripresa dei lavori. Oggi invece, quando non si tratta di far guadagnare di più la Sales ma di RISPETTARE LA SENTENZA DEL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO, ecco che le due organizzazioni si sentono minacciate dai ritardi.

Tantopiù che, proseguendo nel ragionamento, la sentenza del TAR DEVE ESSERE SBAGLIATA perché Confcommercio e Confesercenti “ritengono poco probabile che organismi come il Comune di San Vincenzo, la Regione Toscana, la Capitaneria di Porto, due o tre Ministeri e comunque tutte le componenti della Conferenza dei servizi non si siano rese conto, all’epoca, di avallare un’opera contenente i caratteri dell’illegittimità. Anche da qui lo sconcerto per la sentenza del Tar, che si attende di conoscere nel merito.”

Infine l’auspicio in stile Nostradamus affinché “si faccia adesso esercizio di determinazione e che l’opera sia ultimata in tempi rapidi, affinché inizi a svolgere la sua funzione, che (le associazioni di categoria) ascrivono tra quelle fondamentali per la crescita economica del paese”. La seconda parte è di facile interprestazione e, per me, si traduce più o meno così: Caro Sindaco, siamo con te e con le ruspine che giocano a buttare i sassi in mare quindi, per favore, infischiatene della sentenza del TAR e dello stato di diritto.
La prima parte dell’auspicio è più misteriosa: che significa fare esercizio di determinazione? È più o meno divertente rispetto a fare esercizio di autoerotismo? Segue le stesse dinamiche?

È bello vedere che qualcuno ancora crede che il porto possa rendere radioso il nostro futuro. Ciò farà sentire la maggioranza meno sola e, umanamente, non può che far piacere. Naturalmente non si spiega il come e il perché il porto giovi al paese, ma questo non è richiesto, basta dire crescita e sviluppo. Peccato che Confcommercio e Confesercenti non abbiano avuto la prontezza di chiudere con una citazione:
“E penso di sentirmi confusa e felice” (Carmen Consoli)

Ber N

sabato 15 dicembre 2007

PESCAGHIOZZI: LA TAPPA PEGGIORE DEL BUCO


Proseguendo nell’esosa operazione panem et circenses l’Amministrazione ha ottenuto una tappa.


Come tutti voi saprete concedendo giochi circensi e non facendo mancare il pane, si controlla molto bene il popolo che, abbacinato dalle canzoni di Bennato mentre ciuccia un panino all’olio, dimentica gli scempi del Comune, i soldi sprecati, le politiche repressive nei confronti dei più deboli e compagnia cantando.

Non stupisce che tra i finanziatori delle sere d’estate ci fosse anche la Rimigliano SRL, società molto interessata a coprire con le note della musica leggera la speculazione edilizia nella Tenuta di Rimigliano e la perdita per la collettività del Parco.

Oggi c’è la tappa ma i buchi da coprire sono sempre più numerosi e sempre più grossi. C’è la sentenza del TAR che annulla tutti i documenti relativi all’ampliamento del porto, c’è Rimigliano con i suoi 22.500 mq di cemento imminente, c’è il divieto di sosta lungo la via della Principessa e c’è la vendita di mezzo palazzo comunale (ex scuole Fucini) che si avvia a diventare l’ennesima struttura turistico ricettiva.

Ad aggravare il quadro vi è una conflittualità tra i partiti politici a San Vincenzo (fenomeno non nuovo) e in tutta la Val di Cornia. è stata sollevata con forza la questione morale si è ricordato come sia stato “inopportuno” per usare un eufemismo che l’ex Sindaco che ha privatizzato il porto sia andato a fare il Presidente del CdA della Marina di San Vincenzo, società privata che costruisce e gestisce la struttura.

Oggi c’è la tappa dunque a tappare i buchi ma, guardando il tracciato e leggendo la composizione del Comitato, mi pare ci sia qualcosa che non va, viene il dubbio che la tappa sia peggiore del buco. Il tracciato fa fare il giro di tutte le vie del paese impallando tutta San Vincenzo per due volte e, alla fine la “festa di popolo” come dice il Sindaco, arriverà a Riva degli etruschi. Scelta poco popolare.

Per quanto riguarda il comitato, ecco la “squadra”:
Fausto Bonsignori presidente, Andrea Filippi vice, Francesco Gazzetti addetto stampa, Luca Lischi delegato organizzazione ed eventi, Massimiliano Roventini delegato del sindaco, Guido Cruschelli delegato carovana e spettacolo e Mauro Cristiani delegato di tappa.
Che ne dite?
(nell'immagine petroliera speronata in Corea, foto EFE)

Ber N

lunedì 10 dicembre 2007

A A A Vendesi


In un’ormai celebre canzone, Roberto Benigni, personificando Silvio Berlusconi e facendosi interprete delle sue pulsioni, così esprime la voracità del Cavaliere: “Io compro tutto dalla A alla Z, ma quanto costa questo cazzo di pianeta”…

Ma chi è che vende i beni ai vari Berlusconi, voraci fagocitatori di luoghi di interesse e memoria collettiva e di diritti alla fruizione dei beni territoriali? Talvolta, e San Vincenzo è uno di questi casi, sono le Amministrazioni comunali, provinciali e regionali a mettere sul mercato fette di patrimonio pubblico considerate cedibili al privato.

Il Comune di San Vincenzo, approvandola Variante al Regolamento Urbanistico nel 2006, ha posto le premesse per gettare in pasto alla speculazione edilizia nientemeno che le ex scuole Fucini, attualmente sede del Comune. Nello scorso Consiglio Comunale ha annunciato di essere pronta a vendere.

Spaventoso. In tutt’Italia la scelta di vendere la sede municipale o parte di essa viene presa assai raramente e solo in casi di necessità economiche impellenti oppure per una logica neoliberista estrema (nel qual caso l’Amministrazione dicesi di destra).

A San Vincenzo l’Amministrazione dicesi di destra: di problemi di bilancio non v’è neppure l’ombra, di necessità impellenti neanche. Escludendo che vi sia una subalternità rispetto a interessi privati e particolari da parte dell’Amministrazione (San Vincenzo non conosce simili casi), non si può che pensare a una scelta di natura ideologica che si inserisce in un neoliberismo stile Tremonti.

Facciamo notare che ci sono anche problemi pratici molto consistenti nel perseguire una simile scelta. Attualmente il numero di uffici è appena sufficiente per il personale impiegato e gli spazi adibiti all’archiviazione sono già straripanti.

Sgomberare tutti gli uffici presenti nelle ex scuole Fucini comporta lo stravolgimento delle linee architettoniche interne al Palazzo Comunale per recuperare sgabuzzini e piccoli uffici. La spesa per scempiare il palazzo comunale e per congestionare ulteriormente gli spazi graverebbe naturalmente sulle spalle della collettività: magari la metà degli introiti derivanti dalla vendità dele Fucini verrebbero assorbiti da spese rese necessarie proprio da tale alienazione.

Anche lasciando da parte le pesanti motivazioni di interesse pubblico, anche ignorando i problemi architettonici, è del tutto evidente che da un punto di vista economico tale scelta costituisce una perdita per le casse comunali.

Dunque CUI PRODEST?

Ber N

sabato 8 dicembre 2007

Qualità: liberi dall'orizzonte



Un altro importante obiettivo dell'Amministrazione Biagi vicino dall'essere raggiunto: il tramonto in collina.

Ma chi l’ha detto che a San Vincenzo il sole tramonta sul mare? L’ora di cambiare musica è arrivata anche per il caro astro. Visto però che la terrà si è cortesemente rifiutata di ruotare al contrario, l’Amministrazione ha ben pensato di rivoltare San Vincenzo come un calzino.

Ecco che la terrazza a mare di piazza Grandi (chimera) è diventata terrazza ai monti. è il classico caso della montagna e di Maometto.

Pare che alcuni scocciatori abbiano protestato per la novità (c’è sempre qualche rompicoglioni che si oppone alle novità) ed altri si siano lamentati del fatto che il vento di mare porterebbe a spasso per il paese nuvole di trincea.

Siamo sicuri che i forestieri ignari delle caratteristiche dell’Amministrazione sanvincenzina penseranno ad un prossimo sbarco dei saraceni e a delle fortificazioni sbrigative. Si fa notare che non ci pare esista traccia alcuna di questo deposito di enormi proporzioni nei progetti del porto (d’altra parte annullati completamente dalla sentenza del TAR) e dunque viene spontaneo chiedersi quale ragione abbia determinato la trincea che svetta in piazza Chimera.

Probabilmente trattasi di un’opera richiesta per l’ottenimento della certificazione di qualità ambientale EMAS. Visto infatti che il primo rapporto dell’EMAS mette in luce delle sciocchezzuole come il fatto che il depuratore della Valle operi senza autorizzazione dal lontano 2001 (e che in caso di sversamento a mare di liquami non trattati il Comune non sia neppure avvertito), probabilmente in Comune si è pensato ad una misura compensativa.

Il bottino che va in mare così com’è è un punto a sfavore, ma volete mettere avere una bella trincea vista mare?

Ber N

venerdì 7 dicembre 2007

Pensatori sinistri



Rifondazione Comunista interviene sulla sentenza del TAR ponendo la questione morale. Le reazioni sono da incorniciare: ve le proponiamo.

Su tutte, non se ne abbiano a male le altre, brilla e primeggia per dimostrazione d’autonomia politica e di libertà di pensiero quella del compagno Bettini in rappresentanza del Partito dei Comunisti Italiani.

«Non vogliamo prendere le distanze dalla responsabilità di guida del territorio. Non credo che sarebbe utile confinarci a un ruolo di semplice testimonianza e di opposizione dura. Il Partito democratico non può essere visto come un nemico ma come un soggetto con cui confrontarsi e non certo con cui porsi in antitesi»

E ancora: «È bene leggere le motivazioni dei giudici amministrativi prima di esprimere un giudizio approfondito. - dice Bettini - La commistione tra politica e affari denunciata da Favilli e Bertini è un’affermazione grave, che dovrebbero chiarire in modo circostanziato. E se hanno le prove che le decisioni in materia di sviluppo economico e di assetto del territorio sono figlie del malaffare è loro dovere denunciarle a chi di competenza» Giova precisare che nel comunicato di Rifondazione si rivendicava con orgoglio di aver esposto la condotta dell’Amministrazione alla Procura della Repubblica. A chi avrebbero dovuto essere esposti i fatti secondo i Comunisti italiani se non alla Procura?

Strano piuttosto che qualche dubbio sull’eventualità che a San Vincenzo possano esistere legami tra il livello politico e il mondo degli affari non sia venuto ai compagni del PdCI saldamente in maggioranza e rappresentati nelle Giunte Roventini e Biagi (addirittura nell’ultimo mandato Roventini il PdCI esprimeva il Vicesindaco con delega al PORTO).

Ma c’è anche qualcosa che secondo i compagni del PdCI va bene a San Vincenzo: il piano di Rimigliano. Infatti la soluzione ventilata dall’Amministrazione, evidentemente proletario-comunista, entusiasma il partito di Diliberto che non vede l’ora di poter costruire questo monumento alla tutela dei beni collettivi che sarà la speculazione edilizia di Rimigliano. "La sinistra o esprime un progetto alternativo di società, oppure non è."

Il democratico PD si esprime in modo piuttosto sgrammaticato (per come riportato sulla stampa, può darsi siano taglia incolla non riusciti) nella forma ma vuoto nei contenuti. Se proprio volete leggere l’invettiva contro Rifondazione che ha usato toni che “oltrepassano la polemica politica e vanno a colpire la rispettabilità ed onorabilità delle persone” leggete il Tirreno di oggi.

Semplice il commento dello SDI. In sostanza il partito ha fiducia nell’operato dell’Amministrazione, rispetta il percorso della giustizia e auspica ,piuttosto paradossalmente, che i lavori non vengano interrotti. Ma se sono illegittimi dato che il TAR ha annullato tutti gli atti, come possono continuare?

Mentre scegliete il miglior commento politico dei partiti, seguite il consiglio di un commentatore anonimo, e fate visita alla pagina di Wikipedia, l’enciclopedia libera, dedicata a San Vincenzo. Cliccate il seguente link http://it.wikipedia.org/wiki/San_Vincenzo_(LI)

Ber N

giovedì 6 dicembre 2007

La moltiplicazione dei poderi e l'aggressione al paesaggio


Secondo voi, questo quadro di John Constable, Flatford Mill, suggerirebbe le stesse emozioni se ci fossero in mezzo 150 camere d’albergo?

L’Amministrazione si prepara ad approvare la speculazione edilizia a Rimigliano. Si comincia con il trasformare i metri quadri di patrimonio edilizio "esistente" da 12.500 a 17.000. Poi ci si buttano sopra 150 camere d’albergo senza specificare quanto suolo occuperanno (ma in effetti cambia poco saperlo) e infine affermando, senza timore di cadere nel ridicolo, che lo spazio per l’agricoltura sarà lo stesso, non si abbatteranno alberi, ci saranno più cardellini e cinciallegre…

Lasciando momentaneamente da parte il fatto che, stando alle leggi fisiche, è assolutamente impossibile che lo spazio a disposizione dell’agricoltura, una volta edificati EX NOVO circa 10.000 mq possa essere lo stesso, facciamo una breve riflessione sul paesaggio.

Avere degli accrocchi edificati al posto dei casolari attualmente esistenti e una grande struttura alberghiera modificherà profondamente le caratteristiche paesaggistiche della Tenuta. I parcheggi necessari, i giardini per la ricca clientela, i campi da tennis (che ci saranno di sicuro) determineranno lo stravolgimento dell’area.

L’impatto antropico che si produrrà soprattutto sulla fascia a mare sarà semplicemente insostenibile.

E pensare che l’Amministrazione potrebbe, senza alcuna difficoltà, annullare le previsioni urbanistiche precedenti e approvare un piano che preveda il solo recupero dei 12.500 mq esistenti, e la reale rivitalizzazione dell’attività agricola.

Sul metodo che si à seguito per giungere a questo piano è forse inutile tornare ancora. Una domanda però sorge spontanea: Perché nel ’97 i metri quadri esistenti nella Tenuta erano 12.500 e oggi sono diventati 17.000?

Come hanno fatto i poderi a moltiplicarsi?

Ber N

COMMENTI

Sono arrivati alcuni commenti sulla sentenza del TAR. Giustamente "Ottone di Sassonia" ha pubblicato l'intero documento che proponiamo a tutti come post e un altro visitatore anonimo ha ricordato un paio di gustosi interventi...
Ringraziamo i due visitatori e invitiamo tutti a commentare i post.
Ottone di Sassonia said...
REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale
per la TOSCANA

TERZA SEZIONE

composto dai Signori: ANGELA RADESI Presidente
GIUSEPPE DI NUNZIO Cons. , relatore
RAFFAELE POTENZA Cons.

ha pronunciato il

DISPOSITIVO DI SENTENZA

Sul ricorso 2087/2002 proposto da:
BERSOTTI FAUSTO,CIATTI GIULIO, FERRARO ADRIANA, CORTI LAURA, BERSOTTI CHIARA, ACERBI PAOLA, BERTINI ALBA, DOGLIONE ROBERTO e
PARIGI BIANCA (ORA BERSOTTI CHIARA) ATTO DI RIASSUNZIONE

rappresentati e difesi da:
VAGLIO GIOVANNI
con domicilio eletto in FIRENZE
VIA RICASOLI N. 40
presso
SEGRETERIA T.A.R.

contro

COMUNE DI SAN VINCENZO
rappresentato e difeso da:
GRASSI RENZO
con domicilio eletto in FIRENZE
VIA CAVOUR N. 64
presso CAPECCHI LUCA

PRESIDENTE CONFERENZA DI SERVIZI D.P.R. 509/9, non costituitosi in giudizio;

REGIONE TOSCANA
rappresentato e difeso da:
VINCELLI GIUSEPPE
con domicilio eletto in FIRENZE
AVVOCATURA REGIONALE VIA CAVOUR 18
presso la sua sede

COMPARTIMENTO MARITTIMO DI LIVORNO
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
MINISTERO DELL'INTERNO
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
CAPITANERIA DI PORTO DI LIVORNO
tutti rappresentati e difesi da:
AVVOCATURA DELLO STATO
con domicilio eletto in FIRENZE
VIA DEGLI ARAZZIERI 4
presso la sua sede
per l'annullamento
- del verbale di conferenza di servizi approvato in data 29 luglio 2002 e pubblicato all'Albo pretorio comunale sino al 15 agosto 2002 recante approvazione del progetto definitivo relativo all'ampliamento del Porto turistico di San Vincenzo ai fini del rilascio della concessione demaniale;
- di ogni altro atto antecedente o successivo anche sconosciuto ai ricorrenti comunque funzionalmente collegato ai predetti con particolare riguardo per il provvedimento di convocazione della conferenza di servizi ai sensi degli art. 5 e 6 del DPR 2 dicembre 1997;
- la delibera n. 565 del 3 giugno 2002 pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 26 del 26 giugno 2002 P. II sez. I di pronuncia di compatibilità ambientale ex art. 14 e segg. della L.R. 78/98 in ordine al progetto inerente l'ampliamento e la ristrutturazione del porto turistico di San Vincenzo;
- del verbale della conferenza di servizi interna allegato alla delibera di Giunta n. 565/2002;
- del rapporto interdisciplinare sull'impatto ambientale del progetto di ampliamento e ristrutturazione del porto turistico di San Vincenzo in quanto atto funzionalmente connesso alla delibera di Giunta n. 565/2002;
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l’atto di costituzione del giudizio di
CAPITANERIA DI PORTO DI LIVORNO
COMPARTIMENTO MARITTIMO DI LIVORNO
COMUNE DI SAN VINCENZO
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
MINISTERO DELL'INTERNO
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
REGIONE TOSCANA
Visti gli atti della causa;
Visto l’art.23 bis comma sesto della legge 6 dicembre 1971, n.1034, introdotto dalla legge 21 luglio 2000, n.205;
Udito nella pubblica udienza del 29 Novembre 2007 , relatore il Cons. GIUSEPPE DI NUNZIO , l’avvocato A. Cuccurullo, delegato dall'avv. G. Vaglio, R. Grassi, S. Fantappiè delegato dall'avv. G. Vincelli e M. Gambini, avvocato delllo Stato;
Ritenuto e considerato in fatto e in diritto quanto segue:
P. Q. M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, 3^ Sezione, definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, così provvede:
Da atto della rinuncia del ricorrente Bersotti Fausto;
Accoglie il ricorso e, per l'effetto, annulla gli atti impugnati;
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'Autorità Amministrativa.
Così deciso in FIRENZE, in Camera di Consiglio, il 29 novembre 2007;
Depositata in Segreteria ai sensi dell'art. 55 L. 27/4/82, n. 186.
FIRENZE, il 29 Novembre 2007
IL PRESIDENTE
F.to Angela Radesi
L'ESTENSORE IL SEGRETARIO
F.to Giuseppe Di Nunzio F.to Mara Vagnoli Reg. dispositivi

Anonymous said...
«Di Legambiente non so quali siano i motivi, però so per certo che le polemiche sul porto sono il frutto dell´agitazione di un paio di persone che non sanno come perdere tempo e inventano storie false. Anzi sono contento di poter spiegare bene la situazione di San Vincenzo, che rappresenta un modello per tutti gli approdi della Toscana».«A San Vincenzo le correnti tirano da nord verso sud, quindi il vecchio porto ha provocato un accumulo a nord e l’erosione a sud, cioè a Rimigliano. Il comune con la Regione ha fatto l’unica cosa che poteva fare visto che era impossibile togliere il vecchio porto, un armadio di cemento fatto negli Settanta che provocava solo danni: ovvero ha deciso di ampliarlo, peraltro passando solo da 250 a 370 posti barca, migliorando l’impatto ambientale attraverso una diversa sagomatura che permette alla sabbia di passare di sotto e di limitare l’erosione. Inoltre il sindaco si è impegnato a togliere periodicamente la sabbia che non riuscirà a passare per ripascere artificialmente Rimigliano. Ecco perché il porto di San Vincenzo è un esempio di approdo turistico sostenibile».
Ipse dixit05/07/2007 -
Umberto Bianconi, responsabile del settore Logistica, Porti e Aeroporti della Regione Toscana.

martedì 4 dicembre 2007

T. A. R. a. t. i.

Finalmente il TAR si pronuncia sul ricorso promosso da numerosi cittadini, Legambiente, WWF e Rifondazione Comunista circa l’ampliamento del porto.
E avevamo RAGIONE…

Sono cinque anni che attendevamo il verdetto e l’esito è stato favorevole. Il TAR “accoglie il ricorso e, per l’effetto, annulla tutti gli atti impugnati”. Dunque sono annullate (non esistono più) tutte (TUTTE) le delibere che hanno autorizzato il porto, quelle del Comune, quelle della Regione, quelle recenti e quelle datate… TUTTE.

Il dato politico fondamentale è che il Sindaco avrebbe dovuto, come da noi richiesto in una ventina di mozioni (tutte respinte con argomentazioni debolucce ma sostenute da una buona dose d’arroganza), adeguarsi ad un principio di cautela attendendo l’esito del ricorso per autorizzare, eventualmente, i lavori.

Viceversa quest’Amministrazione Comunale ha esposto i cittadini ad un grave danno irreversibile. La domanda che investe la sfera etica dell’azione amministrativa è: per quali interessi lo ha fatto?

Mentre l’ex Sindaco diventava Presidente della società privata che costruisce e gestisce il nuovo porto, l’attuale Sindaco Biagi non si preoccupava della legittimità degli atti che venivano prodotti dall’Amministrazione, ma di come far costruire velocemente alla società di cui l’ex Sindaco era presidente una struttura su cui pendeva un ricorso al TAR!

Siccome poi il privato non ci guadagnava abbastanza perché il mercato si era orientato verso le barche più grosse, l’Amministrazione ha persino deciso di approvare una Variante al progetto -progetto che il TAR ha completamente annullato- con cui si è garantito alla “Marina di San Vincenzo” un consistente sovrappiù di entrate.

Il volano per lo sviluppo, l’opera che sola poteva garantire lavoro e prosperità a questa nostra terra, è stato demolito completamente. Siamo sicuri tuttavia che l’incrollabile certezza dei nostri amministratori non si incrinerà di fronte a certe quisquilie. Amministratori lungimiranti e saggi che hanno approvato atti limpidi ed incontestabili basati su studi certi e approfonditi.

Amministratori che meritano la nostra gratitudine e meritano soprattutto di andare a casa subito e tutti a riposarsi dalla grande fatica d'aver amministrato in modo così degno il nostro paese. Grazie a loro ci troviamo una diga illegittima in mare, un sottopasso a metà sotto la ferrovia, una pietraia indecorosa al posto della spiaggia, le barche dei sanvincenzini sfrattate dal porto, un’utilissima Commissione consiliare temporanea sui lavori del porto, piazza della Chimera simile ad una trincea, lungomare Marconi distrutto, la Torre Galoppini accerchiata, gli stabilimenti balneari, è il caso di dirlo, con l’acqua alla gola e via discorrendo.

Un ultimo pensiero va a chi, in pubblica assemblea, dichiarava solennemente di fidarsi del suo Sindaco (piuttosto che dei propri occhi)… è sempre triste assistere alla morte dell’utopia.

Ber N