venerdì 28 settembre 2007

Chi deve pagare?



La Torre Galoppini c’è costata 5 miliardi di vecchie lire. L’intonaco ha cominciato a cadere a pezzi che il cantiere non era ancora smontato, le cerniere delle finestre solcano di ruggine le pareti dell’edificio, il giardino sostituito da un lastricato assolato e antiestetico.

Ma non finisce qui: perché spendere 5 miliardi per scempiare un edificio storico e poi far installare container alla Sales proprio appiccicati al basamento della torre? Perché nonostante per gli interni non sia stata fatta economia due mesi dopo l’inaugurazione gli impianti di riscaldamento erano guasti?

Che dire della risposta da manuale ad una nostra interrogazione sul perché gli intonaci cadono a pezzi: "non si è pensato all’esposizione al salmastro"? Come commentare un investimento di soldi pubblici per realizzare sale e salette assolutamente inutilizzate?

Già perché se si era partiti con l’idea, abbandonata da tempo, del “museo del mare”, ora si è rinunciato ad avere idee. Ecco che le sale della torre sono quasi sempre deserte. Ci vorrebbe una bella consulenza esterna da 150.000€ per avere un suggerimento su cosa fare di queste sale. O forse preferite, vista la vicinanza, regalarle alla Sales? L’ex Sindaco Roventini, consulente della ditta, potrebbe così vigilare sulla costruzione, sempre più in ritardo, del porto o meglio della “splendida scogliera adagiata sul mar Tirreno” come ebbe a definirla Bandini.

Resta il fatto che il restauro è costato un sacco di soldi e ci parrebbe opportuno che i responsabili di errori così palesi, tanto per cambiare, pagassero il conto anziché scaricare come al solito il costo dell'incompetenza sulla collettività.

Ber N

giovedì 27 settembre 2007

Allegrezza vibratoria



Dall’approvazione del Piano di zonizzazione acustica sono passati ormai tre anni. Il Forum del Centrosinistra si oppose alla scelta delle classi di rumorosità operata dalla maggioranza: nel centro urbano si può fare tanto rumore quanto se ne fa nelle zone industriali, le aree agricole sono classificate tra industriale e residenziale, Rimigliano è considerata zona mista (tra residenziale e industriale).

Per legge i parchi naturali dovrebbero essere in classe 1 (dove i limiti di rumorosità consentiti sono più bassi) come le scuole e gli ospedali, invece la fascia a mare di Rimigliano non è neppure in classe 2 (residenziale) ma in classe 3 (fra il residenziale e l’industriale).

A rendere i cittadini ancora più esposti ai danni dell’inquinamento acustico (danni anche gravissimi ben relazionati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) c’è lo strumento della deroga con cui il Sindaco può permettere ad attività rumorose di continuare a nuocere alla salute dei cittadini.

Tutto ciò premesso non ci pare ci sia l’intenzione da parte di Biagi e i suoi di affrontare seriamente il problema dell’inquinamento acustico. Tuttavia, volendo essere costruttivi e propositivi, proporremo per l’ennesima volta al Consiglio Comunale una mozione con cui si impegna l’Amministrazione ad intervenire, a tutela della salute pubblica, realizzando finalmente la messa in sicurezza acustica dell’area per feste, della ferrovia e della Variante.

È da un anno che martelliamo il Consiglio con queste mozioni. Proviamo a prenderli per stanchezza, hai visto mai!

Ber N

mercoledì 26 settembre 2007

La passione segreta di Attila


Ha estirpato la pinetina, gli olivi sotto la stazione, la lecceta del Paradisino, centinaia di alberi sulle vie e tra poco tocca alla Svizzera. È proprio il caso di dire che dove passa l’Amministrazione Biagi non cresce più l’erba ma… nessuno gli tocchi l’altalena.

Apprendiamo con gioia oggi sulla stampa che la Giunta Biagi è ansiosa di mettere i giochini nelle aree verdi superstiti del nostro povero paese. Non si potranno svolgere attività economiche e ci saranno tante altalene per tutti. Una cuccagna. Naturalmente per l’area feste, dove si svolge la festa dell’Ulivo, c’è una deroga che permette le attività economiche, chissà se metteranno lo stesso le altalene.

Già si annuncia una grandinata di soldi pubblici per la PROGETTAZIONE della piantumazione e della posa dei giochini. Ovvero dovremo pagare decine di migliaia di euro un architetto specializzato che ci dica come e dove si piantano le altalene, questione delicata per cui non basta il personale del Comune.

La nostra epoca è gravida di possibilità, il problema è che per chi non sceglie di specializzarsi in psicoanalisi, non c’è futuro.

La Giunta Biagi in tre miseri anni di amministrazione ha sbarbato più alberi, e cancellato più aree verdi, di quanto non sia stato capace di fare l’Etna in millenni di attività. Ora che rimangono quattro lecci rachitici in mezzo al paese la Giunta Biagi, proprio mentre affila l’ascia per completare la meritoria opera al Paradisino e alla Svizzera, ha una botta di nostalgia fanciullesca e pensa ai giochini.

Ma la Giunta non è una bimba e i genitori siamo noi. Noi cittadini l’abbiamo concepita (seppure indirettamente) nelle urne e sarebbe l’ora di dirgli: “No, i giochini no! Sei stata troppo birbante!”
Un ultimo dubbio, visto cos'abbiamo concepito, non è il caso, la prossima volta di guardare la TV?

Ber N

martedì 25 settembre 2007

SAN VINCENZO FASCIOCRATICA


Non vi piace qualcosa che l’Amministrazione ha proposto? Vorreste esprimere in modo istituzionalmente riconoscibile il vostro dissenso sulle scelte che avranno pesanti conseguenze sul territorio?
Ce ne freghiamo. Siete pregati, cari cittadini, di non rompere i coglioni.
Chi siete in fondo voi per avere queste pulsioni? Imparate a fare i buoni cittadini: iscrivetevi ad una associazione, sperando in un qualche rapporto clientelare con i livelli politico ed economico, e applaudite il Sindaco ovunque vada e soprattutto qualsiasi cosa dica.
Lasciate manovrare il manovratore che lui sì, sa cos’è bene per voialtri sciocchi.
I cittadini a San Vincenzo non hanno alcun titolo per esprimere il loro parere su questioni di portata storica per il paese. Anche se raccogliessero quattromila firme, non potrebbero indire un referendum consultivo ad esempio su Rimigliano.

Non volete speculazioni nella Tenuta? Non ce ne frega assolutamente niente. Tacere e subire le irrevocabili parole d’ordine per il virile popolo della città balneare. Fortissimamente tacere e subire.
Infatti riportiamo tutte le materie che il nostro democratico Statuto Comunale esclude dal diritto di Referendum, ovvero tutti gli argomenti sui quali, cari cittadini, siete pregati di non rompere i coglioni.

«ART. 28 - MATERIE ESCLUSE DAL REFERENDUM CONSULTIVO
1. Il referendum consultivo non e' ammesso sulle seguenti materie:
a) elezioni, nomine, revoche, designazioni e decadenze;
b) personale comunale, delle Istituzioni, delle Aziende speciali;
c) funzionamento del Consiglio Comunale;
d) bilancio preventivo, consuntivo;
e) piano pluriennale di investimenti;
f) assunzioni di mutui, emissioni di prestiti ed applicazione di tributi e tariffe;
g) tutela dei diritti delle minoranze etniche, religiose, culturali;
h) assetto del territorio.»

Facciamo notare che il punto h investe i nove decimi dell’attività amministrativa. Ecco che, da poter sottoporre a referendum consultivo, rimangono le seguenti materie:
a) Gestione ed equa ripartizione delle spillatrici tra gli uffici del palazzo comunale.
b) Funzionamento e composizione della consulta di appoggio al fan club Star Trek.
Vi pare poco?

Ber N

domenica 23 settembre 2007

Ce lo dà Biagi il Parco


Dopo averle sparate grosse sulla convenzionata, arrivano scemenze anche su Rimigliano.

Nel comunicato stampa del Comune sull’epilogo della fascia a mare di Rimigliano ci sono tante inesattezze che non si capisce se, prima durante o dopo l’approvazione, il Sindaco abbia mai letto il piano.

Si afferma che le opere costeranno 1.100.000 € di cui 500.000 € dalla UE. SBAGLIATO: il Comune ha assunto un mutuo di 860.000€ che, più 500.000€ dell’UE fanno 1.360.000€: una bella cifretta per rifare i cessi e brutalizzare i gufi.

Infatti dietro tutte le scemenze della tutela che ogni volta il Sindaco ripropone nei suoi interventi, si cela un progetto che butta via risorse rilevanti per rifare, ingrandire e aumentare di numero i cessi, mettere le docce a pagamento (particolare che non viene mai in mente nei comunicati stampa) e sparpagliare nella fascia a mare centinaia di lampioni.

L’illuminazione non interesserà solo lunghi tratti della Principessa come erroneamente riportato ma si insinuerà anche dentro il parco devastando la fauna notturna e buttando nel cesso (appena rifatto) la possibilità di tutelare come parco naturale l’area.

Inoltre incrementi volumetrici ai bar e servizi presenti e due nuove grosse tubature per l’acqua perché si prevedono ulteriori forti incrementi nei consumi idrici. Ecco l’impegno nella tutela dell’ambiente e nel risparmio idrico del Sindaco Biagi.

L’affermazione secondo cui l’intera fascia a mare è diventata di proprietà del Comune con la transazione con i Della Gerardesca fa schifo. Scusate ma non saprei come definirla altrimenti. Con quell’accordo si acquistò, e non espropriò, una trentina d’ettari di pineta assolutamente vincolata che i Della Gherardesca non avrebbero neppure potuto recintare perché l’Amministrazione poteva avvalersi della Legge Regionale sui percorsi escursionistici. Con lo stesso accordo l’Amministrazione ha lasciato gli otto ettari più a rischio speculazione (perché sono prati e perché circondano edifici esistenti) ai Della Gherardesca, li ha dichiarati inespropriabili, recintabili e destinati a finalità tuiristiche. Infine s’è impegnata a riesaminare le domande di condono edilizio formulate dai Della Gherardesca. Ci vulole una bella faccia per venire a raccontare che si è espropriata la fascia a mare!

Prendiamo inoltre atto che non è ancora stato fatto un accidente, nonostante sollecitiamo tale iniziativa da DUE ANNI, circa i finanziamenti provinciali per l’erosione della duna.

Il disegno, fin troppo evidente, è quello di trasformare un parco naturale in un giardinetto pubblico asservibile agli interessi e usi della futura speculazione edilizia della Tenuta di Rimigliano. La nostra opposizione non è stata affatto sufficiente, avremmo bisogno di un movimento cittadino che, ad oggi, non esiste.
(le immagini sono semplici giochi di chi scrive e non si riferiscono a persone o eventi reali)
Ber N

venerdì 21 settembre 2007

La Casa Per Te


Pur di aiutare i cittadini in cerca di casa, i costruttori sono pronti al sacrificio di guadagnare parecchio facendo loro accollare mutui da urlo. Intanto il Comune mette sullo stesso piano il diritto a guadagnare di chi si è già arricchito fuori misura e il diritto di chi vuole una casa.

Come funziona l’edilizia Convenzionata? Dalla prima parte del comunicato stampa diffuso dal Comune, pare che sia un’occasione per accedere al mercato immobiliare a prezzi intorno ai 2.000€ al metro quadro, e anche uno strumento per perseguire una maggiore equità sociale.

COSTO
Prima di tutto gli appartamenti della Cerniera NON costeranno 2.000€/mq. Ci sono tre tipologie di appartamenti che vanno da 55 a 95 mq. Il più economico costerà 200.000€, il più costoso 270.000. Vero è che ci sono parecchi metri quadri di garage e mansarda o seminterrato, tuttavia, se la matematica non è un’opinione, si corre comunque sui 3.000/3.500€ al mq, non meno. I prezzi di mercato sono superiori, ma parliamo di cifre poco “proletarie”.

RICADUTA SOCIALE
Tuttavia l’aspetto più sconfortante di quest’operazione è da ricercarsi nei suoi risvolti sociali e nelle conseguenze che ha sui rapporti economici. Con dell’edilizia convenzionata il Comune vuole «unire l’interesse di un privato a costruire su un terreno e quello del Comune a fare in modo che gli alloggi costruiti siano venduti a prezzi contenuti e a vantaggio di alcune categorie di persone» Accade quindi che «Stipulando la convenzione con il Comune la ditta costruttrice non paga la quota relativa al costo di costruzione, che equivale al 10% del costo complessivo stimato.»

Dunque il buon costruttore, che vuol costruire in un’area sulla quale sarebbe indecoroso costruire ancora seconde case visto il consumo di suolo del nostro territorio comunale, pur di fare l’affare, ha un sostanzioso sconto da parte del Comune e guadagna un sacco di soldi vendendo a prezzi comunque vantaggiosi gli immobili.

La logica delle case popolari è completamente rovesciata ma si usano parole simili così da gettare fumo negli occhi ai cittadini. Ora l’aspirazione all’enorme guadagno da parte del costruttore è parificato all’aspirazione di cerca un tetto.

ETICA
C’è una lista di cittadini che hanno i requisiti per accedere alla convenzionata e tale lista supera di molte volte le unità abitative disponibili. Tuttavia non esiste graduatoria e lo sapete chi sceglie i fortunati che possono comprare una casa a soli 3.500€ (7.000.000 di vecchie £) al mq? IL COSTRUTTORE.

Non riesco ad immaginare qualcosa di meno opportuno. Tutti comprendiamo quali rischi si celino dietro un simile arbitrio attribuito al privato che costruisce gli alloggi e ne ricava i profitti. Per questi motivi occorre uscire dall’ipocrisia delle belle parole secondo cui l’edilizia convenzionata servirebbe alle giovani coppie oppure che favorisce una maggior equità sociale.

L’edilizia convenzionata, al contrario, perpetua le differenze economiche presenti nel tessuto sociale e si configura come strumento di ulteriore consistente guadagno per costruttori edili e altri soggetti operanti nel campo ai danni del bisogno impellente di ampi settori della cittadinanza ad accedere al mercato immobiliare. L’intervento della Cerniera poi offrirebbe altri spunti ma, per brevità, sono costretto a rimandare…

Ber N

mercoledì 19 settembre 2007

PESCAGHIOZZI - TUTTI NELLA STESSA BARCA (A REMI)



Siamo tutti nella stessa barca, compagni, diamoci una mano. I lavoratori collaborino con gli imprenditori per il bene dell’azienda e sappiano rinunciare ai propri diritti, le amministrazioni collaborino con i grandi soggetti privati per il bene collettivo.

A livello locale, come a livello nazionale è tutto un affrettarsi a dire che non deve esserci conflittualità fra le classi perché le classi non esistono. Non deve esserci un sano rigore nei controlli pubblici sulle attività dei privati perché ora il pubblico e il privato, a braccetto, lavorano per la stessa causa: il bene comune.

Eppure fino a non molto tempo fa, molti dei nostri amministratori pensavano che:
«La volontà del capitalista consiste certamente nel prendere quanto più è possibile. Ciò che noi dobbiamo fare non è di parlare della sua volontà, ma di indagare la sua forza, i limiti di questa forza e il carattere di questi limiti ( Marx, Salario, prezzo e profitto)»

È particolarmente deprimente vedere come questi stessi politici che citavano Marx ora paiono non distinguere più Karl da Groucho. Ecco comunque che il modo per aumentare in futuro le retribuzioni ai lavoratori dipendenti è dare soldi all’imprenditore, il modo per “sviluppare” una località balneare è far fare il bello e il cattivo tempo a qualche grande società privata, e così via. Se siamo sulla stessa barca, non ha senso che ci siano diffidenze.

Nella vicenda del porto di San Vincenzo abbiamo visto un ex Sindaco diventare Presidente del CDA della società privata che gestisce quel porto che lui aveva voluto privato, raro esempio di "collaborazione" fra le Istituzioni e un'azienda. Ora dobbiamo sorbirci gli studi sui vari impatti dei cantieri e delle diga (inquinamento atmosferico e rumoroso, erosione e quant’altro) elaborati dalla Sales stessa. C’è stato detto che anche i conti economici su cui si basa la variante presentata dalla Sales li ha fatti e li ha controllati la Sales stessa. Il Comune s’è fidato, tanto, se siamo tutti nella stessa barca…

Infine a porre il sigillo su quest’ameno clima è intervenuto anche Lorenzo Carapellese, dell’istituto nazionale che osserva i bandi di gara (finanziato anche dal Ministero dunque con soldi pubblici), per tessere le lodi, sciorinando dati approssimativi non aggiornati e pasticciati, del partenariato pubblico-privato. Nel sito che consigliamo calorosamente (http://www.infopieffe.it/vetrina-dei-progetti/il-nuovo-porto-di-san-vincenzo.htm) troverete anche delle interessanti interviste all’attuale Sindaco e all’ex Sindaco che parlava ancora come Presidente della Marina di San Vincenzo. Roba per palati resistenti, vi avvertiamo.

Non diversamente è andata con la Solvay che non solo ha voluto disboscare una valle per farci una ferrovia ma ha anche tagliato venti posti di lavoro e aumentato le quantità escavabili. Il tutto con grande plauso della maggioranza che amministra e con buona pace del bene collettivo.

Insomma i soggetti privati guadagnano sempre di più speculando sui beni collettivi, pochi si arricchiscono al di là di ogni decenza mentre molti faticano ad arrivare alla fine del mese. Non metto in dubbio che siamo tutti sulla stessa barca, viene però il sospetto che noi siamo i vogatori costretti a remare sempre più velocemente con ranci sempre più miseri mentre i nostri compagni imprenditori frustano e l’amministrazione scandisce il ritmo di remata.

Ber N

martedì 18 settembre 2007

Fanghi di Bagnoli. La logica regna sovrana.


Ottima partecipazione all’assemblea pubblica indetta da Biagi con Anselmi presente per discutere dei fanghi di Bagnoli. Alle questioni di merito sollevate dai contrari non è possibile trovare risposta e c'è spazio per la fantasia.

Il Sindaco Anselmi ha auspicato un dibattito teso a migliorare l’accordo ed ha mantenuto i toni della discussione pacati ponendosi, ai presenti, in modo interlocutorio. A tratti troppo tanto che, nelle conclusioni ha cominciato a chiedere ai molti contrari (assolutamente in maggioranza) presenti nella sala, cosa volessero fosse aggiunto all’accordo per ritenerlo potabile. Insomma il finale del film sembrava un po’ una partita al mercante in fiera: vogliamo mettere nell’accordo un polo universitario sui trattamenti delle scorie? Vogliamo chiedere processi innovativi che permettano al territorio uno sviluppo pulito?…

Nel dibattito sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni di categoria e la rappresentante dello SPI CGIL. In quegli interventi l'immaginazione galoppava. Entusiasti di una operazione “in cui c’è bellezza, c’è ambiente, c’è lavoro” e che produrrà uno sviluppo enorme per il nostro territorio, i rappresentanti di SPI CGIL, Confesercenti e Confcommercio si sono sdraiati sulla linea Guerrieri-Montomoli-Anselmi.

Certo, ci vogliono garanzie. Per esempio Livio Cristiani vorrebbe la garanzia che non ci siano sversamenti a mare di rifiuti speciali della colmata di Bagnoli. In parte forse perché Cristiani sa che tali “materiali” sul litorale dove sono abbandonati da anni, hanno prodotto, per la loro salubrità, un divieto di balneazione permanente talmente netto che, per impedire a coloro che erano comunque abituati a frequentare quel litorale di farsi il bagno, è stato costruito un muro di cinta.

Ma come e da chi pensa di ottenerle Cristiani tali garanzie? Basterà inserire nell’accordo una frase tipo: “è fatto impegno al mare di non prodursi in tempeste per i prossimi anni 5”? Forse Cristiani pensava di poter insegnare a nuotare alle scorie in modo che, anche se dovessero finire in acqua, non avrebbero difficoltà ad arrivare a Piombino. Purtroppo però già il contatto con l’acqua sarebbe deleterio, dunque meglio insegnargli a camminare sulle acque o, meglio ancora a lievitare. Cercasi istruttore urgentemente.

In chiusura abbiamo beneficiato anche del pronunciamento del consulente della Sales Carlo Alberto Roventini. Purtroppo chi vi scrive non può riferire cos’abbia detto perché non è stato ad ascoltarlo.

Insomma, mi permetto di affermare che non solo per il numero e la sostanza degli interventi contrari, ma anche per la qualità degli interventi favorevoli, l’ennesimo dibattito sul trasferimento dei rifiuti speciali di Bagnoli a Piombino, si è rivelato una debacle per i sostenitori dell’accordo. Un accordo che si rivela un po’ più osceno ad ogni ritocco ed è talmente pericoloso e insensato da non essere difendibile.

Sarà l’ora di trarne le conseguenze?

Ber N

domenica 16 settembre 2007

DIRETTORE D'ORCHESTRA


Viva il suono delle ruspe, viva il fischio del treno, viva il ghigno cupo dei tir sulla superstrada. L'Amministrazione sembra in preda ad una allucinazione futurista. Ignorate le nostre proposte sul contenimento dei rumori si concedono deroghe come fossero caramelle.

Se è vero, come affermato dal gruppo di maggioranza, che San Vincenzo è un “paese costiero in via di sviluppo” è assolutamente normale vedere infrante le più elementari norme di sicurezza e salute pubblica pur di realizzare infrastrutture.

Non è solo il caso della costruzione estiva del porto, momenti indimenticabili con le benne a sollevare migliaia di metri cubi di bottino dal fondale, materiali che si riversavano nelle affollate acque di balneazione a sud della diga di sottoflutto.

Un altro bell’esempio è il cantiere del sottopasso ferroviario. Un’opera che c’è costata la pinetina nonostante, con un paio di piccole accortezze, ciò fosse inevitabile.

I cantieri lavorano celermente e poco importa se superino i livelli di rumorosità. Alcuni cittadini hanno ottenuto misurazioni delle emissioni rumorose in atmosfera e il riscontro è stato impietoso. Nonostante il limite sia fissato in un già poco tollerabile 70 dba, il cantiere lo superava abbondantemente per svariate ore.

Secondo l’OMS e l’Istituto Superiore della Sanità, l’esposizione a rumori compresi tra i 70 e i 90 dba può comportare disturbo e affaticamento, danno psichico e neurovegetativo e, in alcuni casi, [disturbo] auditivo.

Dimostrato dunque il danno alla salute pubblica arrecato da quel cantiere in cui si lavora, con mezzi obsoleti, per quattordici ore al giorno, il Sindaco, tutore e garante della salute dei cittadini, che fa? Facile, concede una bella deroga in cui si dice che la Sales non è più tenuta a stare sotto i 70 dba ma sotto gli 85 dba.

La prossima volta che, parlando della nostra salute, ci chiedono di fidarci delle Istituzioni, quale rumore scegliamo:
  • una pernacchia

  • una sonora scoreggia

  • un rutto, ma tutti in coro

Temo sia l’unica scelta che ci rimane, dunque, sono aperte le votazioni.


Ber N

venerdì 14 settembre 2007

ControSensoUnico


Allarmante furto di pali di ghisa. Molte delle “spade” piazzate a delimitazione tra la pista ciclo-pedonale e la strada nel centro del paese, sono sparite.

Soltanto un superstite in Via Beatrice Alliata: quello all’altezza del Comitato Gemellaggi. Forse il più pericoloso a dimostrazione che la sparizione dei suoi compagni non può essere stata voluta dall’Amministrazione che d’altronde aveva difeso a spada tratta quei pericolosissimi orpelli nel Consiglio Comunale di fine luglio.

Non possiamo credere infatti che, dopo aver deciso alla zitta l’assetto viario del centro e dopo aver negato l’evidenza ostinandosi a difendere la funzionalità della nuova viabilità, di nascosto l’Amministrazione decostruisca piano piano ciò che fieramente aveva costruito.

Dunque nel chiederci chi abbia mai tanto cattivo gusto da rubare dei paletti di ghisa più osceni che brutti, e sperando che abbia tanto buon cuore da far sparire anche i paletti superstiti e le inguardabili fioriere, presentiamo una semplice mozione per il prossimo Consiglio Comunale:

Oggetto: Viabilità del centro urbano

Visti i disagi derivanti dal nuovo assetto viario del centro urbano;
Considerata la pericolosità degli elementi posti a delimitazione dell’area pedonale e ciclabile;
Viste le risultanze del dibattito della seduta del 31/7 del Consiglio Comunale in cui furono sottolineate le problematiche relative al nuovo assetto viario;
Considerato che tale viabilità non era prevista né nel piano Strutturale né nel Regolamento Urbanistico e che è nata senza il necessario coinvolgimento delle Istituzioni e della cittadinanza;
Ribadita l’opportunità di prevedere percorsi pedonali e ciclabili realizzati in condizioni di massima sicurezza;

Il Consiglio Comunale

Impegna l’Amministrazione a ridiscutere l’assetto viario del Centro urbano alla luce delle problematiche emerse;
Impegna l’Amministrazione a progettare un piano del traffico che includa il centro urbano coinvolgendo la cittadinanza e il Consiglio Comunale;
Impegna l’Amministrazione a incrementare o realizzare ex novo percorsi pedonali e ciclabili sicuri e ben riconoscibili.


Ricordiamo che mettere in discussione le proprie certezze è sintomo d’intelligenza e che, da parte di un’Amministrazione, farlo con la cittadinanza è un comportamento semplicemente democratico.

Ber N

giovedì 13 settembre 2007

L'OTTAVO SIGILLO


Ottava edizione dell’Accordo di programma-quadro Bagnoli Piombino. Il Sindaco Anselmi poco c’è mancato che firmasse a giugno e ora siamo all’ottavo ritocco dell’insensatezza pura.

Domanda: ma se non ci fossero stati quei cittadini che mobilitandosi hanno fatto slittare tutto quanto, se non ci fosse stato un movimento attivo e numericamente rilevante, il Sindaco di Piombino, a giugno, cos’avrebbe firmato?

Non è dato sapere. Come non è dato sapere dove sia la ratio di un’operazione di questo tipo. Pare che, nell’ottavo accordo, i rifiuti speciali industriali di Piombino saranno sciacquati a Bagnoli. Peggio ancora. Come spiegare a quel punto il trasporto per tutto il mar Tirreno di questi materiali già pronti per essere messi casse di Napoli?

Ad ogni aggiornamento del documento escono fuori nuove contraddizioni. Volendo essere clementi e soprassedendo sui non sensi dei vari accordi rimangono come macigni le due questioni fondamentali: perché mai trasportare per tutto il mar Tirreno, buttando via 40 milioni di euro dello stato, questi materiali quando possono essere utilizzati dal porto di Napoli? Perché portarli a Piombino che ne ha in abbondanza?

Con queste continue correzioni si ammette l’insostenibilità dell’accordo ma si vuol proseguire ad ogni costo. Perché? Non ci sono palliativi, correzioni o limature che possano superare l'insensatezza dell'operazione che non è determinata da una necessità tecnica ma è dettata da un'assurda scelta politica. Solo rimuovendo la scelta politica (e dunque l'operazione nella sua interezza) cesseranno le contraddizioni.


Intanto ieri a Campiglia si è svolto il Consiglio Comunale aperto e LUNEDì 17 ALLE 16:00 si terrà a San Vincenzo, alla sala delle esposizioni, ex biblioteca, l’Assemblea sui rifiuti speciali di Bagnoli indetta dal Sindaco Biagi e alla presenza del Sindaco Anselmi. ACCORRETE NUMEROSI.


Ber N

martedì 11 settembre 2007

QUADERNI DAL CONSIGLIO - TARALLUCCI PARCHEGGI E VINO


In Commissione Consiliare l'Assessore Pini scopre le carte: dare in affitto al privato i 134 posti auto presso il Garden Club.

Ricapitoliamo.
Il Comune di San Vincenzo stipula una convenzione con un soggetto privato per la gestione di un PARCHEGGIO PUBBLICO. In realtà il parcheggio diventa subito privato e le amministrazioni permettono che tale circostanza si protragga per la bellezza di quindici anni.

Dopo tre lustri il Forum del Centrosinistra per San Vincenzo solleva il problema e l’Amministrazione, per bocca dell’Assessore ai Lavori Pubblici, si esprime (febbraio 2007) con fermezza perché tale parcheggio torni pubblico. L’Assessore non esclude neppure la decadenza della convenzione stipulata per gravi inadempienze.

Passano ancora nove mesi, una stagione turistica in cui il parcheggio rimane di fatto privato, e nulla cambia. Di nuovo c’è solo un’uscita dei consiglieri del Forum del Centrosinistra che cercano di parcheggiare nell’area e che non ci riescono. Di nuovo c'è solo un intervento di un rappresentante del privato in questione che afferma d’aver utilizzato in modo difforme da quanto previsto in convenzione il parcheggio, annuncia querela nei confronti dei consiglieri del Forum e definisce pavido il modo in cui il Comune ha affrontato la questione.

Oggi (10 settembre 2007) si è tenuta la Commissione Consiliare Lavori Pubblici, Urbanistica. Indovinate qual è l’intenzione della maggioranza.
Avete indovinato. Come richiesto dal privato, che per quindici anni non è stato richiamato al rispetto della convenzione, l’Assessore ha annunciato l’intenzione dell’Amministrazione di ristipulare la convenzione in modo da sanare la questione dando in affitto il parcheggio al soggetto privato.

Così il parcheggio presso il Garden Club, che attualmente ogni cittadino potrebbe usare, da domani sarà asservito al privato. Un bel premio per chi non rispetta le convenzioni ed una bella concezione dell’interesse pubblico. Ci congratuliamo con la maggioranza per la brillante “soluzione” che sta elaborando. Quando non si riesce a perseguire l’abuso lo si regolarizza e si racconta in giro che il problema è risolto. Per un tragico scherzo del destino tutto ciò avviene mentre i Sindaci del Partito Democratico di mezz’Italia invocano poteri speciali contro lavavetri e parcheggiatori abusivi.

Tornando a noi, pur essendo contrari all’ipotesi di asservire al privato il parcheggio pubblico, cerchiamo di fare due conti. Sappiamo, viste le simili concessioni fatte in centro, che i 134 posti auto al Garden Club possono valere circa 50.000€ annui. Considerando l’inflazione e volendo fare un calcolo a ribasso potremmo dire che, per i quindici anni di gestione impropria del parcheggio, il Comune dovrebbe richiedere qualcosa come 700.000€ (ho calcolato 35.000€ l’anno più una multa di 175.000€ per l’abuso) al privato. Inoltre, se vuole concedere il parcheggio, l’Amministrazione dovrebbe richiedere circa 50.000€ l’anno per non svendere in modo scandaloso questo patrimonio.

VEDREMO…

Ber N

domenica 9 settembre 2007

"I SIGNORI DEL FORUME"




Basta critiche! San Vincenzo è un posto meravi-glioso. L'unico problema sono quei Signori del Forume.
Ieri sul Tirreno è stata pubblicata una lettera che ci riguarda. Molto espressiva e di rara bellezza ne consigliamo a tutti la lettura al punto che la riportiamo per intero.

«SAN VINCENZO
Un paese tra i più bellidi tutta la costa

Mi permetto di scrivere queste righe sul giornale, costatando che molto spesso un gruppetto di cittadini di San Vincenzo con la sigla “Forume di centrosinistra” sostiene pubblicamente che questa amministrazione comunale ha devastato e sta devastando il paese con scelte sciagurate. Sento il dovere come vecchio cittadino di San Vincenzo di sottolineare gli aspetti più significativi di questo paese. San Vincenzo è uno fra i paesi turistici più belli della nostra costa, opitale e moderno, il primo impatto che il turista ha è con un paese pulito, curato nei minimi particolari, ogni spazio libero è coperto da prati sempre verdi, con tanti fiori. San Vincenzo è un paese dotato di tutti i servizi essenziali, campi di calcio, campi da tennis, tre palestre, un bocciodromo coperto, un campo da bocce all’aperto, un velodromo, campi da tiro con l’arco ed altre strutture per altri sport, asilo nido, scuola materna e scuole con aule a sufficienza. Altro servizio di primaria importanza è avere una rete idrica che ci permette di avere acqua potabile per l’intero arco dell’anno, specialmente nel periodo estivo dove per l’afflusso turistico aumentano i consumi, tutto questo grazie alle amministrazioni del passato e a questa attuale guidata dal sindaco Michele Biagi, capace di scelte coraggiose e intelligenti nell’interesse dei cittadini. Abbiamo un’altro importante pezzo, “Il parco di Rimigliano” un bosco dotato di tutti i servizi gratuiti, chilometri di spiagge libere fruibili da tutti i cittadini e villeggianti, importanti villaggi turistici con spiagge riservate e ben tenute. Per quanto riguarda l’erosione della costa, il fenomeno non è solo a San Vincenzo ma su tutte le coste italiane, invece per questi signori il fenomeno deriva dalla costruzione del nuovo porto, ma a mio parere non è così. Quando questa opera sarà finita porterà enormi vantaggi al turismo e all’economia del nostro paese. Questi signori del Forum a mio parere non hanno le idee chiare, sono dei conservatori che hanno paura del nuovo. Smettetela di voler far credere che San Vincenzo è un paese invivibile.

Adamasco Giovani
(San Vincenzo)»
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I Signori del Forume, nella loro confusione mentale, ricordano che a San Vincenzo quasi tutti hanno anche l'energia elettrica per tutto l'anno, molti hanno familiarità con l'uso della ruota ed alcuni hanno scoperto come dominare il fuoco ad usi civili. Ringraziamo infine il Sig. Giovani per il suo prezioso parere tecnico sull'erosione ma lo invitiamo a leggere su questo blog le notizie su Rimigliano.


Ber N

sabato 8 settembre 2007

RIMIGLIANO, SFASCIA A MARE


Mentre la duna è sempre più erosa e i trattori vi scorrazzano sopra, l’Amministrazione spende 860.000€ per rifare i cessi e accecare i gufi.

Nessuno sa niente della fascia a mare di Rimigliano. Abbiamo spesso tentato d’informare i cittadini sui gravi pericoli che corre anche la striscia di bosco dunale e retrodunale di Rimigliano. Molti conoscono la devastante previsione edilizia della Tenuta ma pochi sanno cosa avverrà di qui a pochi mesi nella fascia a mare.

La maggioranza ha approvato un piano di “valorizzazione”, parola chiave della nostra Amministrazione, con cui:
  1. Mette a pagamento le docce sulla duna, per il risparmio idrico, viene detto (!)

  2. Installa più bagni e docce (per il risparmio idrico forse?)

  3. Realizza un inutile e costoso sistema di fitodepurazione ad ogni bagno ovvero fino a dodici vasche di decantazione del bottino per ogni toilette proprio a lato dei percorsi con la “valorizzazione” che potete immaginarvi

  4. Amplia, con tanto di abbattimento di alberi –in un parco naturale- il bar degli anni settanta all’entrata principale

  5. Installa centinaia di metri di illuminazione notturna -IN UN PARCO NATURALE- tanto dannosa per la fauna quanto inutile per i cittadini

  6. Amplia le strutture del Podere Tuscanica

  7. Destina due tubature d’acqua, una da 2 e una da 3 pollici, perché si prevede un maggior consumo idrico nel parco (e va a farsi benedire il risparmio idrico del primo punto).

Ci sarebbero altri elementi che tralasciamo per brevità. Ci limitiamo a ricordare che altri due documenti segnano in modo inequivocabile il destino della fascia a mare. Il primo è un atto di compravendita con cui il Sindaco Biagi, che tanto pensa all’interesse pubblico, ha dichiarato inespropriabili sette ettari di prati e boschi attorno ai due poderi rimasti ai Della Gherardesca. Così, non solo il Comune rinuncia a completare la pubblicizzazione della fascia a mare, ma tali terreni rimangono al privato con destinazione d’uso TURISTICO RICETTIVA.

Il secondo è il Piano Spiaggia che ha individuato la fascia a mare di Rimigliano come spiaggia libera ATTREZZATA e non semplicemente spiaggia libera. Questa splendida parolina in più determina la possibilità di affittare ombrelloni sulla spiaggia e quindi è il primo passo verso la privatizzazione dell’arenile del parco.

Tornando al progetto di valorizzazione sopra sintetizzato, precisando che è ferma opinione del Forum che sia semplicemente pessimo e quindi l’Amministrazione non avrebbe dovuto elaborarlo a prescindere dall’impegno economico, lo sapete quanto costa? Oltre 1.360.000€: 500.000 ce li dà l’UE e 860.000 ce li mettiamo noi sanvincenzini con un bel mutuo ventennale.

L’Amministrazione è felice di ricevere finanziamenti europei ma qualcosa, nel ragionamento non quadra: l’emergenza a Rimigliano è l’erosione della duna. Se a casa mia gli infissi cadono a pezzi e l’Europa mi dà un contributo per rifare i pavimenti con cui però non ho problemi, perché dovrei spendere tutti i miei soldi per rifare i pavimenti osservando inebetito le finestre che marciscono?


Ber N

giovedì 6 settembre 2007

Giudicate voi se questa è spiaggia

Sta finendo l’estate e l’autunno, se farà il proprio mestiere, porterà qualche mareggiata. Ovviamente ne basteranno un paio per dover riportare rena su tutto il litorale urbano di San Vincenzo e seguiranno dibattiti su pennelli e pennellesse.

Io voglio il molo affiorante perpendicolare in masso di cava, io lo voglio parallelo un metro sopra il mare in laterizio, io lo voglio ondulato un metro sotto il livello del mare in foglie di fico d’india, io lo voglio di ossi di seppia verticale a palafitta… a breve ne sentiremo di persino più fantasiose.

Naturalmente, per sottolineare l’ovvio, l’erosione del nostro arenile dipende dalla diga foranea costruita dalla Sales che ha chiesto alcune modifiche sostanziali al progetto tanto da non farlo sembrare più neppure lontano parente dell’originale.

Si dà il caso che l’ampliamento del Porto Turistico sia un intervento pubblico appaltato ad un privato. Dunque è ovvio che il Comune dovrebbe far realizzare l’opera originaria oppure pretendere modifiche che rispondano all’interesse pubblico.

Secondo voi, risponde maggiormente all’interesse pubblico avere dei posti barca più grandi oppure avere la spiaggia? Dunque, visto che anche per le modifiche richieste dalla Sales è necessaria una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale, e pur non volendo sposare la nostra posizione -che resta valida- di dichiarare decaduta la concessione, non era più rispondente all’interesse comune progettare un nuovo profilo della diga riavvicinandola alla costa e magari liberando una parte degli arenili interclusi?

Perché purtroppo una volta fatto il danno, non si torna più indietro. Ora, giacché persino l’Amministrazione s’è resa conto che l’erosione è innescata da quella diga del tutto fuori scala, perché non agire di conseguenza? Sarebbe inquietante che la maggioranza si fosse convinta con i propri argomenti “aspettate di vederlo finito” “l’erosione c’è perché stanno ancora lavorando” e altre simili amenità.

Si preferisce rigare dritto, garantire alla società privata maggiori incassi e rinunciare alla spiaggia. Già, perché i pennelli non servono a nulla e questo lo ammettono tutti, spostano soltanto il problema e offrono un’immagine della spiaggia che è questa.





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mercoledì 5 settembre 2007

IL ROMPIOPINIONI - SOTTOSVILUPPATI

Nel numero estivo del Giornalino del Comune, la maggioranza definisce San Vincenzo -pag 12- un “PAESE COSTIERO IN VIA DI SVILUPPO”
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Sono sconcertato dall’ignoranza che dilaga sul Web e all’OCSE (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Dopo estenuanti ricerche non sono riuscito a trovare San Vincenzo nelle liste dei “Paesi in via di sviluppo”. Nelle liste troviamo l’Eritrea, il Mali, la Mauritania e molti altri Paesi africani, troviamo il Bangladesh, l’Iran, l’Afghanistan, l’Indonesia e molti altri in Asia. Compare la Bolivia assieme a Paraguay, Brasile e molti altri paesi latino americani ma, tra i “paesi in via di sviluppo" europei, San Vincenzo non esiste.

Ci chiediamo dunque quali fonti abbia la maggioranza per definire un paese in via di sviluppo San Vincenzo su un articolo comparso sul Giornalino del Comune (se ne consiglia la lettura solo ad un pubblico adulto e di tempra forte) spedito in ogni abitazione. Io comunque continuo a fidarmi del mio Sindaco e non posso negare che tale definizione risolve un buon numero di enigmi altrimenti insuperabili.

Ecco perché l’Amministrazione è pronta a sacrificare la spiaggia per dei sassi buttati in mare, è pronta a farsi divorare le colline e disboscare le valli senza neppure un tornaconto occupazionale, ecco perché si sacrifica il territorio al cemento, l’acqua alla speculazione e alla privatizzazione, ecco perché siamo pronti a barattare la salute con un pezzo di strada, come con l’operazione fanghi di Bagnoli, o per una videochiamata.

Tutto ciò accade perché siamo in via di sviluppo e, come in molte altre realtà simili, siamo stati travolti da modelli economici e sociali che non ci appartengono e che finiscono per immolare il bene collettivo in favore di interessi molto particolari. Comunque, visto che i paesi in via di sviluppo vengono fatti oggetto dell’elemosina internazionale, speriamo che anche il Consiglio Comunale di San Vincenzo, prendendo atto della gravità della situazione in cui viviamo, deliberi finalmente la richiesta alle Nazioni Unite di:
  • Un serio programma di alfabetizzazione (almeno mirato alle future classi dirigenti).
  • Un progetto, sperimentale, di distribuzione dell’energia elettrica.
  • Più cammelli per tutti.
  • La realizzazione del telegrafo.
  • La realizzazione della prima strada asfaltata che colleghi San Vincenzo con Venturina.
  • Reti nuove per i pescatori e zappe di ferro e non più di foglie di banano per lavorare la terra più a fondo.
  • Colorante rosa tossico per i giocattoli dei bambini.
Infine proponiamo un museo etnografico che conservi la memoria dei “veri sanvincenzini”, un po’ come accade in Australia con gli Aborigeni…

…Continua la prossima settimana--->>


Voglio precisare che sono conscio dei danni determinati dall’imposizione di modelli di sviluppo occidentali ad altre realtà. Sono conscio del coraggio, della dignità e della lungimiranza con cui molti movimenti si oppongono, in quei paesi, al furto della monocultura o alla rapina delle risorse minerarie.
Questo breve corsivo è destinato esclusivamente alla maggioranza che amministra San Vincenzo che, almeno sul Giornalino del Comune, dovrebbe fare un po’ più d’attenzione alle parole che usa. È solo ed esclusivamente in tal senso che il presente post usa stereotipi meschini che, ovviamente, in altro contesto sono da rigettare.

martedì 4 settembre 2007

FANGHI DI BAGNOLI: ASSAGGI DI COMPOSIZIONE CHIMICA


Riunione tecnica al ministero per gli approfondimenti sulle caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti speciali industriali di Bagnoli.

Leggiamo sul Tirreno di oggi che tale vertice serve stabilire se le scorie di Bagnoli siano pericolose per la salute, se quei fanghi contengano Ipa ed eventualmente in che misura e quali siano i rischi nel trasporto via mare. Eccellente, umilmente ne deduciamo che, fino ad oggi nonostante le mille rassicurazioni, pervenute dal molti rappresentanti istituzionali, circa la congruità dei fanghi di Bagnoli, non si è certi delle caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti industriali.

Questo dà una volta ancora la misura di come sia stata gestita la vicenda e offre molti spunti grotteschi. Le Istituzioni che si riuniscono per sapere se i Rifiuti speciali di Bagnoli sono inquinati, assomiglia ad una commissione che valuti se il sito di Chernobyl sia, per caso, contaminato da radiazioni.

Tuttavia riteniamo che i risultati di queste analisi siano perfettamente indifferenti ai fini della posizione da assumere, come riteniamo indifferente la questione se ci siano o non i soldi per la copertura finanziaria dell’operazione.

Ciò che rende inaccettabile l’accordo sui fanghi di Bagnoli è l’insensatezza di riempire un sito da bonificare come Piombino di altre scorie provenienti da altre realtà. Ciò che rende inaccettabile l’accordo è il trasporto di due milioni di metri cubi di materiali per cinquecento chilometri sul Mar Tirreno quando quei rifiuti potrebbero essere trattati in loco. Insomma quello che rifiutiamo è la scelta politica di perseguire una simile operazione a prescindere dalle giustificazioni tecniche che possono essere trovate.

Come giustificare le duemila e più bettoline che intaseranno il Golfo di Follonica per risparmiare, forse, sei mesi? Sappiamo che Piombino potrebbe essere pronta a inertizzare i rifiuti speciali di Bagnoli solo alla fine del 2009 mentre Napoli lo sarebbe sei mesi dopo.
Come giustificare un’operazione che richiederà soldi pubblici per 680.000.000€ (1.310 miliardi di £) per risparmiare sei mesi di tempo in un sito, quello di Bagnoli, che attende la bonifica da quindici anni?

Insomma le analisi che verranno diffuse non cambiano di una virgola la posizione sull’operazione. Nel frattempo, visto che nonostante non si avessero ancora tutti i dati è stato detto più volte che i Rifiuti non sono inquinati, invitiamo tutti gli assaggiatori e i sommelier d’Italia a collaborare con le Istituzioni per stabilire non solo le caratteristiche chimiche e fisiche ma anche le qualità organolettiche, le annate migliori e il grado di cottura delle scorie d’altoforno.

lunedì 3 settembre 2007

BERTINI E BERSOTTI? DUE PARANOICI DIFFAMATORI




Per aver detto e ribadito ciò che tutti sanno, e cioè che il parcheggio pubblico al Garden Club è stato asservito al villaggio turistico, siamo paranoici e DIFFAMATORI.

Ieri 2 settembre, sul Tirreno, è comparso un articolo intitolato “Al Garden servono più parcheggi” di cui riportiamo un breve stralcio:

“ad intervenire è Augusto Caboni, amministratore delegato del complesso turistico che annuncia la decisione di denunciare per diffamazione a mezzo stampa i due consiglieri comunali Nicola Bertini e Fausto Bersotti, in modo che «i continui attacchi quasi paranoici nei confronti di questa società di gestione del villaggio saranno sottoposti al giudizio della Magistratura». L’amministratore delegato intende chiarire che il Garden Club non è la proprietà del villaggio turistico ma solo il gestore, pagando regolarmente un canone annuo alla vera proprietà, la Promital, che fa riferimento al geometra Adriano Guarneri di Milano. Secondo Caboni questi attacchi politici sarebbero fuorvianti e lesivi dell’immagine del Garden Club anziché alla proprietà del villaggio.”

Il Forum del Centrosinistra ritiene opportuno precisare quanto segue:
  1. Riconosciamo che la proprietà del complesso turistico è della Società Promital e che il Garden Club è il gestore. Ricordiamo tuttavia che come Consiglieri abbiamo l’obbligo della chiarezza nei confronti dei cittadini i quali conoscono l’area in questione per consuetudine come Garden Club e non altro.
  2. Nessun attacco è stato mai indirizzato dal Forum al Garden Club, contrariamente a quanto riportato nell’articolo. Infatti da tutti i resoconti e da tutti gli atti risulta evidente che le iniziative del Forum sono state sempre indirizzate all’Amministrazione Comunale e non al Garden Club.
  3. Il Forum, contrariamente a quanto affermato, non chiede che i parcheggi siano ridotti ma che sia fatto rispettare l’uso pubblico degli stessi secondo quanto stabilito dalla convenzione vigente ma mai applicata nella parte specifica. E garantire il rispetto della convenzione è compito dell’Amministrazione Comunale che, anche in questo caso, è ed è stato l’unico nostro interlocutore. È inoltre opportuno ricordare che l’Assessore competente riconobbe in Consiglio Comunale le ragioni dei rilievi mossi dal Forum circa la questione in oggetto e gliene attribuì merito.
  4. Nella critica delle scelte della maggioranza che governa San Vincenzo, abbiamo sempre individuato come nostri unici interlocutori l’Amministrazione Comunale e, più in generale, le Istituzioni, mai il soggetto privato.
  5. Tra le funzioni attribuite ai Consiglieri Comunali, che sono Pubblici Amministratori e Pubblici Ufficiali, quella del controllo è una tra le più significative e importanti. Con serenità continueremo a svolgere al meglio questo compito che c’è stato affidato dagli elettori nell’interesse di tutti i cittadini. Nell’essere consapevoli dei doveri che attengono all’espletamento del mandato elettorale non ignoriamo i diritti che pure vi si accompagnano.
Stante quanto sopra riteniamo sconcertanti le accuse che ci vengono mosse e ci riserviamo la facoltà di tutelarci nelle sedi opportune.

Inoltre, perdonateci se osiamo, ma è vero o non che i due parcheggi recintati dal villaggio turistico dovevano essere pubblici e sono invece asserviti da 15 anni al privato (lo riconosce lo stesso Caboni nello stesso articolo in cui annuncia la querela)? Sono forse false le cifre riguardanti la compravendita dei terreni dove sorge il Garden Club (perché così si chiama il villaggio)?

Siamo in attesa che qualcuno ci illumini. Di pazienza ne abbiamo tanta ma chissà se in questo caso sarà sufficiente.

sabato 1 settembre 2007

- PESCAGHIOZZI - GLACIAZIONE IMMINENTE



Regolamento Edilizio della Val di Cornia. Per il riscaldamento parametri glaciali: neppure in Austria consumano così tanto .

A dicembre quest’anno gli abitanti della Val di Cornia andranno, come ogni inverno, a fare lo slalom gigante sul Monte Calvi, faranno un po’ di sci di fondo alla fossa calda e potranno pattinare sul ghiaccio del Rio Merdancio. Quando, a maggio, le nevi si ritireranno dalle spiagge, le primule sbocceranno sulla battigia e gli stambecchi pascoleranno in Piazza Bovio.

Dite di no? Vi pare che il Monte Calvi sia semplicemente divorato dalle cave e la Val di Cornia sia più piena di ghiozzi che di stambecchi? Non avrete mica sfiducia nelle Istituzioni! Le Istituzioni hanno elaborato un Regolamento Edilizio che riguarda tutta la Val di Cornia. Come ogni Regolamento Edilizio che si rispetti si parla di efficienza energetica e c’è, per quanto riguarda le nuove costruzioni, un limite di consumi energetici a mq da non superare.

Ebbene, mentre in Germania, in Trentino Alto Adige e in Austria il limite massimo di energia da consumare per riscaldare gli ambienti è di 70 KWh/mq l’anno, in Val di Cornia se ne potranno consumare 75. Perché? O in Val di Cornia non sappiamo costruire bene quanto al Brennero oppure al Brennero fa più caldo che in Val di Cornia.

Oppure, e data la lungimiranza dei nostri amministratori non c’è da scherzarci, i Sindaci hanno saputo che in Val di Cornia sta per abbattersi una glaciazione. Ma state tranquilli, colpirà solo qui. Troveremo calda accoglienza nel clima tropicale delle vette del Tirolo.